Sorrento. Sorrento, la meta più ambita da tutti i turisti del mondo, stupirà i visitatori nel periodo più caldo dell'anno. Non soltanto mostrerà il fascino delle sue coste e la bellezza delle sue acque cristalline, ma sarà prevista anche una nuova ondata artistica e culturale in pieno stile novecentesco. Con la mostra "I colori dell'anima" il comune sorrentino inaugura un percorso itinerante, passando in rassegna ben 120 opere dell'artista franco-bielorusso, Marc Chagall. Illustre esponente del fauvismo onirico, ammiratore delle più grandi firme della storia dell'arte, dall'espressionismo di Van Gogh alla joye de vivre di Matisse, il suo stile poliedrico mostra un eclettismo di tutto rispetto. L'evento è stato organizzato dalla Fondazione Sorrento e da tutti gli enti comunali, guidato dal sindaco Giuseppe Cuomo, in collaborazione con la Imago Art Gallery di Lugano. Ben dieci sale in Villa Fiorentino diverranno il palcoscenico della mostra, inebriando gli astanti del fiabesco chagalliano. Agli occhi dello spettatore si aprirà uno scenario decisamente surreale, proponendo una selezione ben strutturata di opere realizzate tramite varie tecniche, olio su tela, guazzo su carta, il metodo orientale con inchiostro di china su masonite e ancora disegni e bozzetti con matita colorata. Il nucleo pittorico sarà ampliato con l'aggiunta di opere grafiche meno note, come litografie e acqueforti. Sebbene il percorso artistico sia di una così vasta portata, il punto cardine intorno al quale si snoderà l'intero evento sarà rappresentato da quattro opere fondamentali per delineare il suo stile: "La cruche aux fleurs", "Russian village", "Le Coq Violet", "L'homme rouge à la casquette".

La prima opera, "La cruche aux fleurs" (a sinistra), olio su tela datato 1925, mette in luce la prima fase artistica che ha caratterizzato un vero e proprio sodalizio tra Chagall e la natura, espressa nella sua forma più pura, cioè tramite i fiori. Il carattere floreale è sempre stato una costante per esprimere in modo diretto il suo metodo speculativo, tramite il quale riusciva ad immergersi nel suo mondo. I fiori rappresentano per Chagall l'espressione massima dei colori che vivificano la realtà stessa, di cui nessun artista può fare a meno. Non a caso in russo le due parole colori-fiori condividono la medesima pronuncia. "Russian village", olio su tela risalente al 1929, rappresenta fedelmente la sua infanzia, le sue origini, i suoi natali, sempre vivi nella sua memoria anche quando lasciò San Pietroburgo per trasferirsi a Parigi ed avere un miglior contatto diretto con gli artisti di Montparnasse. La sua terra d'origine fu sempre particolarmente amata da Chagall, che dai propri ricordi d'infanzia non è mai riuscito ad allontanarsi. Le sue memorie saranno riprese più volte nel corso della sua attività pittorica, sempre fortemente sentite dall'artista. Quella rappresentata nel suddetto quadro è una Russia che vive di notte; uno squarcio nel buio, tra case sommerse da strati di neve candida. Al di sopra dei tetti si può scorgere una figura pseudo umana, un ibrido tra angelo e uomo, mentre si libra nel cielo su di una slitta volante. Il tema del volo è un altro dei segni distintivi di Chagall. L'artista è solito immaginare il proprio mondo privo di forza di gravità. Ciò comporta la creazione di una realtà sovrannaturale, una visione onirica in cui sono immerse creature spirituali, quasi come se mancassero di propria

massa corporea. Questo aspetto ricorre ancora una volta nell'opera "Le Coq Violet" (a sinistra), risalente al periodo che va dal 1966 al 1972. La tecnica scelta è una miscela di olio, guazzo e inchiostro di china su tela. E' decisamente l'opera che al meglio rappresenta la sua arte, ormai giunta nel pieno della maturità. Macchie di colore si espandono sulla tela, superando i contorni. Figure fluttuanti si inseriscono leggere in un'atmosfera gioiosa. Ogni personaggio, ogni animale si ritaglia dal fondo con volute difformità proporzionali. In primo piano non poteva che esserci la coppia di giovani sposi. La donna vestita di bianco è raffigurata in sella ad un fiabesco cavallo, mentre l'uomo porta con sé un grande fascio di fiori multicolori, simbolo di vitalità. Il tema stesso del matrimonio sarà per Chagall una costante di importanza fondamentale. Il pittore infatti visse una profondissima storia d'amore con la moglie, Bella Rosenfeld, musa ispiratrice per tutte le sue opere. Lo sfondo dal quale i due protagonisti emergono presenta i tratti ludici della vita circense, in cui la realtà e la fantasia si mescolano nella joie de vivre di un mondo onirico. In ultima istanza, a chiudere il ciclo artistico che passa in rassegna le fasi culminanti della vita dell'avanguardista, sarà esposto al pubblico "L'homme rouge à la casquette". L'opera risale al 1976

ed anch'essa presenta tecniche miste, gouache e olio su tela. A predominare ancora una volta sono colori forti e intensi: il blu, pastoso e vorticante, rappresenta quel perenne stato sognante e un po' allucinato che caratterizza ogni sua opera. Tale cromatura, però, ha per Chagall soprattutto una forte valenza profetica. Non va dimenticato il forte influsso che ebbe dal pittore simbolista, Gustave Moreau. Sulla sua scia Chagall riteneva per certi aspetti necessario il connubio perfetto di simboli e colori: basti ricordare le sue origini di pittore ebreo, costantemente sottoposto all'occhio vigile di chi calunniava le sue opere per idolatria. Tra le figure fluttuanti, ancora una volta in primo piano un uomo e una donna. L'uomo porta con sé un mazzo di fiori, la donna lo segue nel suo abito chiaro. In netta contrapposizione al blu dello sfondo, l'uomo è raffigurato come una densa pennellata di rosso, che si anima e prende forma, restituendo linfa vitale a quella creatura irreale. Nel blu onirico, il rosso irrompe con tutta la sua forza per far esplodere l'amore che lega la coppia, quello stesso sentimento passionale che avvolgerà l'illustre artista fino alla fine dei suoi giorni alla sua Bella. La mostra "I colori dell'anima" sarà visitabile fino al giorno 15 novembre prossimo.