Poi ricostruendo i colegamenti tra i singoli passaggi dei video e attività della corteccia visiva cn un speciale software. Infine proiettando  su uno schermo la sequenza di immagini restituite al cervello. Come spiegano gli stessi Gallant e Nishimoto, si tratta soo di un primo passo e il sistema andrà affinato.

 

Guardando per esempio un film con Steve Martin che indossava una camicia bianca, il software ha costruito la sagoma dell'attore coniltorace bianco, ma mancavano altri dettagli. Però la scoperta apre qualche speranza per tutte quelle persone imobili o impossibilitate a comunicare a voce o a gesti.