Roma. Vuole vederci chiaro l'Onorevole Francesco Barbato, dell'Italia dei Valori, sulle vicende che coinvolgono l'amministrazione comunale di Scafati, guidata dal Sindaco Pasquale Aliberti del Pdl. Il deputato chiede che sia disposta una commissione per l'accesso agli atti amministrativi nel comune di Scafati e, laddove fossero confermate le notizie di stampa, se si intendono assumere le iniziative previste ai sensi dell'articolo 143 del testo unico sull'ordinamento degli enti locali. Le notizie a cui Barbato si riferisce risalgono al periodo luglio-ottobre di quest'anno e costituiscono capi d'accusa piuttosto gravi, che vanno dalla falsa dichiarazione alla falsa produzione di atti pubblici, passando per la collusione con i clan camorristici della zona. Ma andiamo per ordine: il 3 luglio 2012 arriva un avviso di garanzia al sindaco Aliberti in merito alla nomina dell'avvocato Andrea Del Regno come responsabile dell'Ufficio Avvocatura del Comune. La motivazione recita che Aliberti attestava falsamente che detto incarico veniva conferito a professionista esterno all'Ente stante l'assenza di personale con profilo professionale analogo all'interno del Comune, laddove l'Ente aveva contestualmente sotto contratto altri avvocati. La tensione era nell'aria già da tempo. In merito ai fatti, nei mesi scorsi c'erano stati alcuni blitz ad opera Guardia di Finanza a Palazzo Meyer per acquisire i documenti relativi alla nomina dell'avvocato. il 12 settembre Immacolata di Saia, componente del nucleo di valutazione al Comune di Castellammare, segretaria e direttore generale al municipio di Scafati nonchè una fedelissima di Nicola Cosentino, l'ex coordinatore del Pdl campano finito al centro delle inchieste dell'Antimafia per i rapporti tra politica e camorra, entra in scena. Alla procura di Nocera Inferiore i magistrati sono convinti che Immacolata Di Saia era donna di fiducia dell'ex sindaco di Casapesenna, Fortunato Zagaria, arrestato e poi scarcerato, per violenza privata aggravata dall'intimidazione mafiosa, nei confronti di Giovanni Zara, defenestrato nel febbraio del 2009. Il 19 settembre 2012, invece, vengono rinvenute delibere di giunta corrette a penna e firme di assessori ritenute false: con l'accusa di falso ideologico partono gli avvisi di garanzia, con contestuale invito a comparire in Procura il prossimo 25 settembre, a carico del sindaco di Scafati, Pasquale Aliberti, sette assessori e della segretaria comunale. Nel mirino della Procura nocerina sono finite venticinque delibere di Giunta che vanno dal 1o dicembre 2010 al 16 settembre dell'anno scorso ritenute sospette. Secondo le indagini del pm Roberto Lenza, non solo vi sarebbero le firme false ma anche modifiche "manuali", ovvero a penna, apposte in un secondo momento, per far risultare presenti gli assessori. Michele Grimald,i del movimento «Primavera non bussa » afferma: «A Scafati si vive una vera e propria emergenza democratica. Falsi poveri, concorsi falsati, assunzioni clientelari, aziende che ricevono interdittive antimafia citate dal sindaco come fonti attendibili, una segretaria generale descritta da un'ordinanza del gip Foschini come persona di fiducia di Fortunato Zagaria accusato di essere legato al clan dei casalesi degli Zagaria: cosa deve succedere più perché il sindaco Aliberti rassegni le sue dimissioni?" Il 13 ottobre 2012 la procura chiede il rinvio a giudizio per il sindaco Pasquale Aliberti, indagato con l'accusa di falso ideologico riguardo la nomina dell'avvocato Diego Del Regno. La richiesta, presentata dal sostituto procuratore Roberto Lenza per il vaglio del gup, rappresenta il primo dei tanti nodi che affliggono l'amministrazione scafatese, nel mezzo di una costellazione di procedimenti, inchieste e accertamenti concentrate sulla gestione della cosa pubblica. Il 16 ottobre 2012. il vice sindaco Cristoforo Salvati cerca di chiarire la propria posizione riguardo l'accusa di riprodurre giunte comunali "fantasma". Oltre due ore di interrogatorio anche per il braccio destro del sindaco Pasquale Aliberti dinanzi al pm Roberto Lenza. L'ennesima conferma di come in realtà venivano organizzate le sedute dell'esecutivo da parte della segretaria comunale e del sindaco Pasquale Aliberti. Pare che il vice sindaco abbia sostenuto - analogamente ai colleghi Guglielmo D'Aniello e Sabato Cozzolino - che era la segretaria comunale Immacolata Di Saia a stabilire i tempi di firma delle delibere comunali e che quando non si faceva in tempo a fare riunioni collegiali la "contemporaneità" degli incontri passava in secondo piano. Questioni, in realtà già acclarate, dalle indagini effettuate dalla Guardia di Finanza di Salerno che ha scoperto l'inesistenza degli incontri di Giunta, o meglio la mancata presenza degli assessori tra le 24 sedute di Giunta contestate. La segretaria Di Saia non era mai presente alle 9 del mattino al comune di Scafati, e gran parte dei verbali recano quella come ora di inizio delle sedute. A quell'ora, i cellulari di servizio di segretaria e assessori erano da tutt'altra parte, a Caserta - dove per lo più si trovava la dirigente - mentre i componenti dell'esecutivo Aliberti erano ognuno di loro in altre località: Nocera Inferiore, Sarno, Roma. Queste circostanze emergono dall'esame dei tabulati acquisiti dai militari della Finanza che stanno conducendo le indagini e questo sembra un dato inconfutabile. Le sedute di Giunta contestate - ventiquattro in tutto da dicembre del 2010 a settembre del 2011 - non avevano i crismi della regolarità. Non raggiungevano il numero legale come risulta dai brogliacci - a questo punto falsi - sottoscritti dalla dirigente del Comune e dal sindaco Pasquale Aliberti. Infine il 21 ottobre 2012 arriva l'ultima dura accusa sull'amministrazione riguardante il concorso per l'assunzione di Frine Carotenuto. Il Gip Giovanna Pacifico lo ritiene palesemente truccato . Il concorso in questione è stato truccato dalla segretaria Immacolata Di Saia, dalla dirigente al personale Laura Aiello, dalla dirigente del «Più Europa » Maria Gabriella Camera: lo sostiene il pm Roberto Lenza. L'accusa chiede l'arresto per le quattro «protagoniste » della vicenda. Il Gip Pacifico risponde che il concorso è truccato ma non ci sono le «esigenze cautelari » per gli arresti domiciliari. Approderà dinanzi al Riesame per l'Appello del pm contro l'ordinanza del Gip con la quale si rigetta l'arresto, la vicenda dell'assunzione a tempo determinato dell'architetto Frine Carotenuto. Le quattro indagate per le quali erano stati chiesti i «domiciliari » sono accusate di falso ideologico: la casertana Di Saia, la dirigente di Torre del Greco Laura Aiello e Maria Gabriella Camera di Torre Annunziata, componenti della commissione esaminatrice, Frine Carotenuto, è l'istigatrice. Frine Carotenuto non possedeva i titoli per ottenere quell'incarico nel settembre del 2009. E' l'ennesima «tegola » giudiziaria, questa volta sui concorsi «truccati » per l'amministrazione del sindaco Pasquale Aliberti. E questa volta è mancato poco all'arresto. O meglio il Riesame dovrà decidere se sono giuste le considerazioni del Giudice per le indagini preliminari che ha evitato l'arresto. Ora si attende che l'interrogazione venga accolta affinchè si possa far luce sulla triste vicenda.
Il presidente tiranno

Donald Trump sta sfidando le peggiori categorie più consolidate della politica tradizionale,
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