
La storia di un amore tra padre e figlio, che non riescono a vivere ed esprimere il proprio affetto perché il loro genio li porta ad essere inadeguati. Questa è l'essenza del romanzo, edito da Frassinelli per Sperling & Kupfer, "Il Caso Eduard Einstein", uscito lo scorso Luglio nelle librerie di tutto il mondo. La storia, romanzata ma vera, è raccontata dal medico francese con la passione per la penna Laurent Seksik, che propone una sorta di biografia incentrata sui sentimenti e la psicologia dei suoi protagonisti. Dallo studio di tutto il carteggio e la fitta corrispondenza tra Albert Einstein, la ex moglie Mileva Maric, alcuni suoi colleghi e o illustri scienziati dell'epoca, Seksik ricostruisce la vita di Eduard, il secondo figlio di Einstein e la Maric, che il padre ha abbandonato, già prima dell'esilio negli Stati Uniti a causa delle persecuzioni naziste, in una clinica psichiatrica di Zurigo e che non ha più voluto incontrare se non un'unica volta nel 1933, prima di riparare a Princeton. Eduard, distintosi fin da piccolo per la sua genialità, aveva cominciato a studiare medicina affascinato dal mito di Freud, quando all'età di vent'anni, nel 1930, tutti i suoi sogni di gloria di spezzano: in seguito ad un episodio di violenza inaudita, in cui cerca di picchiare anche la madre, gli viene diagnosticata la schizofrenia. La malattia gli costerà il ricovero alla clinica Burghölzi, da dove entrerà ed uscirà continuamente fino alla sua morte, avvenuta nel 1965, a dieci anni di distanza da quella del padre. Un romanzo che si scinde in tre voci differenti -quella materna e disperata di Mileva, che si occuperà fino alla fine, come solo una madre amorevole può fare, di un figlio dolcissimo ma tragicamente fuori controllo - di Einstein padre - che svela finalmente la sua profonda umanità, quella che si cela dietro la figura del genio assoluto - e di Eduard - che vive un rapporto immaginario con il padre, fatto di odio e venerazione. I tre si rincorrono tra le pagine del libro, svelando i propri drammi familiari, una rassegnazione ai propri limiti, che fa passare in secondo piano la superficie patinata di una vita sotto i riflettori. Albert Einstein, grande genio, capace di mobilitare il mondo, di prendere posizioni forti contro la bomba atomica, l'odio razziale, confessa la sua incapacità ad occuparsi - anzi, al solo incontrare - un figlio tanto amato, quanto nascosto al mondo. "Mio figlio è il solo problema che resta senza soluzione" scriverà, in una delle sue rare esternazioni, al giornalista Seelig, il quale terrà compagnia ad Eduard per un breve periodo, carpendone i segreti per scrivere una biografia del padre. Einstein padre sente il peso del suo egoismo e di aver abbandonato la sua famiglia per un amante giovane che lo riconciliava con il suo di padre, che mai aveva apprezzato la più adulta e ortodossa Mileva: riflette sui suoi errori e sulla sua poca propensione alla paternità e alla fedeltà in genere. Cerca di assolvere economicamente ai suoi doveri di padre: ma fino alla fine si trincera dietro un silenzio assordante per Eduard. A spiccare nel romanzo infatti è proprio la sua figura: tragicamente umana, spietatamente sincera e critica, come solo una mente fragile può essere. Schiacciato da una figura così imponente come quella del padre, ma anche così assente, si limita ad apprenderne le notizie dalla stampa o da coloro con cui condivide il suo soggiorno al Burghölzi, consapevole ormai del fatto che la vita l'ha ormai reso orfano. Una tecnica - quella delle biografie ispirate dal sentimento - tipica della narrativa francese di cui Seksik ha pienamente seguito le orme. Al suo sesto romanzo, Seksik, 44enne, si divide tra il suo lavoro di medico radiologo e la sua passione per la scrittura e per le personalità eclettiche. Già affascinato dalla figura del rivoluzionario Einstein, ne scrisse una biografia molto dettagliata nel 2008, che l'ha aiutato a ricostruire le complesse vicende familiari. "Il caso Eduard Einstein" ha venduto in pochi mesi circa 50mila copie, è stato l'unico romanzo francese candidato alla berlinale e tradotto in ben dodici lingue.