David Mitchell torna in libreria con un romanzo che si differenzia dai suoi precedenti lavori: "I custodi di Slade House", pubblicato in Italia dalla casa editrice Frassinelli nella collana Gialli e thriller, segna una svolta nella produzione letteraria dell'autore britannico e catapulta il lettore in un mondo dove il gotico, l'horror ed il fantasy si intrecciano. Tutto ha inizio a Londra nel 1979 quando madre e figlio, Rita e Nathan Bishop, raggiungono Slade Alley per far visita a Norah Grayer. L'ingresso nell'abitazione rappresenta il punto di non ritorno per loro, infatti dei Bishop nessuno avrà più notizie. Trascorrono nove anni, questa volta tocca all'ispettore Gordon Edmonds che, mentre si trova in zona per condurre alcune indagini relative alla sparizione dei Bishop, incontra "casualmente" Lady Chetwynd, una vedova sulla trentina bisognosa di consolazione. Anche in questo caso, secondo un modus operandi che ha fin troppe analogie con il precedente episodio, di Edmonds si perderanno le tracce. Arriviamo al 1997 e nel pub The Fox and Hounds, situato in Slade Alley, facciamo conoscenza con sei universitari che indagano per risalire a cosa realmente accada in quella stradina così anonima e l'autore si concentra soprattutto su Sally Timms, ragazza un po' in sovrappeso che vive all'ombra di una sorella quasi perfetta. Naturalmente, dei giovani universitari non si avrà più alcuna notizia e dopo altri nove anni Freya Timms, giornalista e sorella di Sally, avrà un incontro con Fred Pink, l'uomo che vide per l'ultima volta i Bishop ma non riuscirà a portare a termine le sue indagini perché la cronista sparirà a sua volta. L'ultima parte del libro è ambientata nel 2015, la protagonista è Iris Marinus - Fenby, una psichiatra che sembra condannata alla stessa fine di coloro che l'hanno preceduta ma stavolta le cose andranno diversamente. Senza voler svelare troppo della trama, si può affermare che tutti coloro che entrano nella oscura Slade House, rigorosamente l'ultimo sabato di ottobre, sono accomunati da un aspetto, ovvero hanno bisogno di qualcuno che concretizzi i loro desideri, che ascolti le loro paure e le dissolva magicamente. C'è una forza sconosciuta che attira le povere vittime in quel posto e la loro fine, al contrario di quanto si possa pensare, non è decretata da un pazzo assassino ma da due gemelli che individuano nei loro ospiti un dono particolare di cui devono assolutamente impossessarsi. Mitchell ha abituato il suo pubblico alle digressioni temporali e la sua ultima opera non costituisce un'eccezione. Laureato in letteratura inglese e americana, l'autore ha vissuto a lungo in Giappone ma da oltre 10 anni vive in Irlanda e dedica il suo tempo esclusivamente alla scrittura. Mitchell è stato candidato al Booker Prize per ben due volte, la prima con "Sogno numero 9" e la seconda con "Cloud Atlas" che, grazie alla lungimiranza dei fratelli Wachowski e a Tom Tykwer, è diventato anche un film nel 2012. Proprio "L'atlante delle nuvole" presenta forti analogie con "I custodi di Slade House": le vicende dei protagonisti del suo ultimo volume sono legati in qualche modo gli uni agli altri e proprio questo vincolo tra loro offrirà una via d'uscita per spezzare l'incantesimo che alberga tra le mura di questa misteriosa dimora. Gli ambienti di Slade House ricordano in modo inquietante le scale di Escher, un labirinto inestricabile, un'illusione che muta di continuo. Il ritmo del libro è incalzante, c'è un vago senso di inquietudine che aleggia su ogni singola pagina ed è facile per il lettore immedesimarsi nei protagonisti, infatti, conoscendo il destino che li aspetta, si tende quasi a comunicare con loro nell'inutile tentativo di suggerire una via d'uscita. Ma il barlume di speranza che si intravede al termine del libro sarà solo un'utopia perché il folle meccanismo che anima la storia non sembra destinato ad aver fine. A Mitchell va riconosciuta l'indubbia capacità di catturare l'attenzione dalla prima all'ultima pagina, grazie ad uno stile scrittorio piacevole, alle descrizioni attente ma non pedanti e all'empatia che scatta in automatico con i personaggi sapientemente delineati. Tutto ha avuto inizio nel 2014 quando l'autore, attraverso Twitter, ha lanciato un hashtag solleticando la curiosità dei suoi follower. La stessa idea è stata poi ripresa dalla casa editrice italiana che, per presentare il volume, è ricorsa al social network pubblicando il primo capitolo. Una storia avvincente che insegna a diffidare anche di ciò che appare reale e a non svelare troppo del nostro intimo.