Da qualche mese sugli scaffali delle librerie ha trovato posto il nuovo romanzo di Alejandro Palomas, "Un figlio", edito in Italia da Neri Pozza, una favola delicata che affronta con sensibilità un argomento tutt'altro che semplice. Attraverso il racconto di Palomas conosciamo Guille, un bimbo di 9 anni che pur manifestando un'intelligenza vivace è molto dissimile dai suoi coetanei: il piccolo nutre una vera e propria ammirazione nei confronti di Mary Poppins, personaggio nato dalla penna di Pamela Lyndon Travers e di solito adorato soprattutto dalle bambine. I maschietti, infatti, soprattutto a quell'età, dovrebbero giocare a calcio e non trascorrere le loro giornate consumando le videocassette della famosa governante inglese. Ma c'è un motivo dietro a questo insolito interresse di Guille: il bambino vive con il padre, Manuel Antùnez, mentre di sua madre Amanda si sa solo che è un hostess e che è andata a lavorare a Dubai per sei mesi. Guille si è trasferito da poco in una nuova scuola e fatica a stringere amicizia, ad eccezione del rapporto con Nazia, una bambina pakistana che corre un grosso rischio, infatti la sua famiglia ha stabilito che sposerà un cugino molto più grande di lei e dovrà farlo a breve, pur essendo ancora distante dalla maggiore età. Solo grazie alla pazienza di Sonia, la maestra di Guille, ma soprattutto di Maria, una psicologa infantile, si scoprirà il motivo di questa ossessione per Mary Poppins, il bambino infatti ha scelto di impersonare la tata durante la recita scolastica di Natale anche se quel ruolo non è propriamente adatto a lui. Guille è certo che pronunciare la "parola magica" Supercalifragilistichespiralidoso aggiusterà tutto, che sua madre finalmente tornerà a casa e che Nazia non sarà obbligata a sposare un uomo adulto. Indecifrabile quasi il ruolo di Manuel il quale rifiuta qualsiasi confronto con le insegnanti del figlio, non confessa i tormenti che agitano il suo cuore e mente al bimbo scrivendogli lettere e fingendo che ad inviarle sia la sua mamma. L'uomo cela infatti un triste segreto a se stesso prima ancora che al figlio. Maria aiuterà questo padre apparentemente burbero ad aprirsi a Guille e gli farà soprattutto comprendere che il piccolo ha appreso da tempo la realtà dei fatti e che, con grande maturità, cerca di proteggere l'uomo dalle durezze della vita.
Palomas è nato nel 1967 ed è spagnolo, originario di Barcellona. Ha conseguito la laurea in Letteratura Inglese specializzandosi come traduttore di Getrude Stein e Jack London. L'autore ha già diversi romanzi al suo attivo come "Capodanno da mia madre" o "Tre donne", che ci hanno abituati alle sue indiscusse doti di narratore. Il suo ultimo romanzo è singolare ma non solo per il tema trattato: Palomas ha deciso di suddividere il libro non in capitoli bensì in "punti di vista", ovvero ogni sezione del romanzo è affrontata secondo il pensiero del singolo personaggio. Questa appare una scelta originale ed assolutamente vincente in quanto il lettore ha molti più elementi a disposizione per avere un quadro esaustivo della vicenda. E' un piccolo giallo quello che affronta Palomas ma lo fa toccando il cuore di chi legge: colpisce soprattutto la maturità di Guille, il suo istinto di protezione verso il padre e la fiducia che tutto si possa risolvere attraverso la magia di una semplice parolina. Guille è un bambino autentico e straordinario perché il grande dolore che lo ha colpito non è riuscito a scalfire la purezza della sua anima. Altro tema delicato affrontato magistralmente da Palomas è la rigida classificazione dei ruoli a cui il genere umano è abituato sin dall'infanzia. Un maschietto troppo dolce viene additato e schernito dai coetanei perché strano, diverso. In realtà, sarebbe auspicabile che la formazione di un individuo vertesse principalmente sull'importanza di valori quali il rispetto delle differenze e l'arricchimento reciproco, non reputando la sensibilità come una prerogativa esclusivamente femminile. Guille è definito "un bambino speciale" e di certo lo è ma le sue qualità non sono da ricercarsi nell'amore per Mary Poppins bensì nel'aver affrontato praticamente da solo una situazione dolorosa anche per un adulto. Attraverso un linguaggio essenziale ma lontano dalla banalità Alejandro Palomas ci conduce nel mondo dei bambini, ci fa conoscere le loro paure e l'idea che hanno dei grandi, aiutandoci a capire quanto i nostri atteggiamenti siano spesso incomprensibili per la logica stringente dell'infanzia. Le pagine di "Un figlio" scorrono veloci sotto gli occhi di chi legge ma i suoi insegnamenti possiedono una profondità rara, difficile da dimenticare.