
"Esiste più di un genere di libertà, diceva Zia Lydia. La libertà di e la libertà da. Nei tempi dell'anarchia c'era la libertà di. Adesso vi viene data la libertà da. Non sottovalutatelo". "Il racconto dell'Ancella", romanzo della scrittrice ed attivista canadese Margareth Atwood fa il suo ingresso nelle librerie esattamente nel 1985 e forse - sarà la suggestione dovuta alle cifre - reca in sé la profonda influenza di "1984" di George Orwell. In entrambi i casi siamo di fronte a racconti di futuri distopici, dove il controllo di vita e morte delle persone è parte di un ben studiato piano di dittatura. L'edizione da me scelta è quella del 2017 di Ponte delle Grazie con traduzione di Camillo Pennati. La storia è quella di Difred (nome patronimico assegnato alle Ancelle, con il quale si asseriva la "proprietà" della donna al proprio Aguzzino - appartiene a Fred - in questo caso) una "profuga del passato" che si ritrova prigioniera nella Repubblica di Galaad. A seguito di un attentato di falsa matrice islamica, una setta religiosa di ispirazione cattolica, "I figli di Giacobbe", rovescia il Governo degli Stati Uniti ed impone una Dittatura fortemente teocratica - Galaad per l'appunto - dove la società viene riorganizzata in classi sociali e le donne perdono qualsiasi diritto civile in virtù di "preservare" il loro "destino biologico": quello di procreare. A Galaad la legge è di ispirazione divina e, a causa di una crescente sterilità, le donne fertili sono considerate una rarità ed addestrate a diventare le concubine dei Comandanti. Questi ultimi sono gli uomini che compongono l'èlite di Galaad, e, in accordo con il passo biblico in cui Rachele permette al marito Giacobbe di avere dei figli per il tramite della sua schiava Lia, è concesso a loro volta di avere una schiava, un utero da fecondare e nulla più. Le "Ancelle", le donne fertili vestite in rosso con un copricapo bianco con alette - "suore inzuppate di sangue" dirà la protagonista - vengono progressivamente private della loro dignità a partire dalla perdita del nome o dal divieto di leggere: una volta mese, durante una cerimonia in presenza della moglie del Comandante a cui vengono assegnate e di tutto il personale della casa, esse vengono violentate per dare modo all'èlite di concepire un figlio. Ogni membro di questa società ha una divisa di un colore specifico da indossare e una serie di diritti e doveri da recitare pubblicamente: gli "Occhi", i controllori, sono insinuati in ogni piega della società e pronti a segnalare i trasgressori della religione e della moralità, che vengono puniti con la morte. La narrazione scorre in flusso di coscienza e si divide lungo tre archi narrativi: le memorie della vita di Difred prima di "Galaad", il suo rapporto con la madre ribelle e femminista e la permanenza in casa del Comandante, dove intesse una relazione segreta con l'autista. La sensazione di cupezza e di angoscia accompagna tutta la lettura, ci si immedesima in Difred, nelle sue paure, nel suo progressivo annientarsi in un mondo in cui lei è soltanto un pezzo di carne, in cui la sua maternità non è più un desiderio, un momento felice, ma un bisogno disperato utile solo a sopravvivere e ad evitare la deportazione nelle colonie, dove le "Nondonne" vengono spedite a morire. Difred confronta sé stessa con la madre e con Moira, la sua migliore amica che ha tentato più volte di fuggire da Galaad con poco successo, con le reazioni delle altre Ancelle e constata di essere paralizzata, che ogni piccolo spiraglio di fuga si può ritorcere contro di lei, ma allo stesso tempo decide di assumersi dei rischi, di vivere dei sentimenti, di non lasciarsi abbrutire dalla sua condizione di reclusa. "Nolite te bastardes carborundorum": che i bastardi non ti schiaccino, è il messaggio in latino maccheronico che trova inciso sulla porta dell'armadio della sua stanza, eredità della precedente ancella e mantra della sua resistenza personale. Il romanzo - da cui nel 1990 è stato tratto l'omonimo film e da cui nel 2017 è stata tratta la serie tv "The Handmaid's tale" attualmente alla seconda stagione - racconta di uno scenario possibile, è un "what if" (cosa accadrebbe se): tuttavia ben 33 anni dopo il suo debutto, la realtà di Galaad non sembra tanto una ipotesi lontana, da fiction. Quanti femminicidi si contano in Italia soltanto nell'anno in corso? Sono 44 le donne uccise dall'inizio di gennaio alla fine di giugno, con un aumento percentuale del 30% rispetto al 2017 (dati Adnkronos). Funzionano le strutture e ci sono politiche che assistono le donne che decidono di interrompere la gravidanza? E' ormai nota a tutti la decisione votata recentemente al Comune di Verona di finanziare Associazioni che si propongono di dissuadere le donne che prendono questa decisione, passando anche alle recenti affermazioni di Papa Francesco sull'aborto e alla cronica difficoltà di trovare un medico che non sia obiettore di coscienza. La stima delle donne che hanno subito molestie sessuali si attesta intorno ai 2 milioni 578 mila (12,8%) nel 2015-16. Gli autori delle molestie a sfondo sessuale risultano in larga prevalenza uomini: lo sono per il 97% delle vittime donne. Le molestie verbali sono la forma più diffusa nel corso della vita (24% delle donne e 8,2% degli uomini). Le molestie con contatto fisico, ovvero le situazioni in cui le vittime sono state accarezzate o baciate contro la loro volontà, sono state subite nel corso della propria vita dal 15,9% delle donne e dal 3,6% degli uomini. La percezione della gravità delle molestie fisiche subite è molto diversa tra i generi: il 76,4% delle donne le considera molto o abbastanza gravi contro il 47,2% degli uomini (Dati Istat). Negli Stati Uniti di Trump sono ben note alcune affermazioni del Presidente stesso sulla sua "considerazione" del genere femminile e, dopo il caso "Weinstein" e il più recente "Kavanaugh", le donne cominciano a sentirsi nuovamente in pericolo, non padrone del proprio corpo. I giornali raccontano ancora delle "cene eleganti" di Arcore e di come piombi lo "stigma" su chi decide di confessare una violenza o uno stupro. Come si può ben notare non è una questione legata ad una fede religiosa specifica e ai suoi estremismi; tuttavia è facile osservare quanto le credenze religiose permeino anche le società più laiche ed influiscano sull'educazione delle diverse generazioni di uomini e donne. Galaad non è uno scenario tanto lontano ed improbabile: Galaad è di fronte ai nostri occhi ogniqualvolta le donne non fanno fronte comune e si ribellano, quando si lascia diritto di parola e potere ai misogini, ai razzisti, a coloro che dividono la società in colori e caste, quando non riusciamo ad essere consapevoli che il rispetto e la tolleranza reciproca sono la chiave dell'equilibrio. In tempi come questi "Il Racconto dell'Ancella" è un romanzo duro da digerire ma assolutamente necessario affinché i bastardi non possano schiacciarci.