
Pistoia. Il cambiamento suscita sempre timore ma spesso è la soluzione più efficace, soprattutto se raggiunto mediante la creatività. Creatività e cambiamento: questo è il tema dell'evento "Dialoghi sull'uomo", giunto alla IX edizione, che si svolgerà a Pistoia dal 25 al 27 Maggio. L'iniziativa è ideata e diretta da Giulia Cogoli con il patrocinio della Regione Toscana, della Provincia di Pistoia e del Ministero dei Beni culturali. I luoghi pubblici per eccellenza in cui nell'antica Grecia ci si riuniva, ci si ricreava, erano il teatro e la piazza, simboli per eccellenza della politica, del discorso, della parola. Per l'occasione la città di Pistoia sceglierà questi luoghi per lo svolgimento di spettacoli, proiezioni, letture e conferenze. Come ospiti saranno presenti sceneggiatori, accademici ed artisti anche internazionali, ognuno col proprio contribuito per dialogare e discutere di tematiche attuali. L'evento si inaugurerà con una conferenza dell'autore, regista ed interprete Alessandro Baricco riguardante l'insurrezione digitale. A seguire si segnalano la proiezione del film "Qualcosa nell'aria" con la regia di Olivier Assayas, in cui si racconterà il clima francese post '68, la spiegazione del professore Giorgio Manzi (Università "La Sapienza") sull'Homo sapiens e l'evoluzione, la ricostruzione del concetto di creatività a cura del docente Nicola Gardini (Università di Oxford), mentre, mediante un viaggio attraverso la poesia, la filosofia e la letteratura, la scrittrice Nadia Fusini si dedicherà agli autori dell'Inghilterra vittoriana. Nelle scorse edizioni, infatti, sono state affrontate varie tematiche che spaziano dal problema dell'identità, all'ecologia fino alla globalizzazione. Il focus di ogni edizione è sempre l'uomo, in quanto causa ed effetto dei mutamenti su cui l'antropologia indaga. Questa disciplina studia i cambiamenti dell'uomo e come lui stesso abbia modificato a sua volta l'ambiente in cui vive creando così un rapporto interdipendente. Il mondo in cui viviamo è profondamente mutato dal secolo scorso. Ormai siamo una società dominata dalla tecnologia mentre la natura va a pezzi: il disboscamento e lo sfruttamento delle risorse, le diseguaglianze economiche, l'inquinamento e i conflitti armati sono all'origine delle ondate migratorie che, a loro volta, sono causa di tensioni sociali, soprattutto in Europa. Il meticciato culturale non sempre riesce ad affermarsi e quindi la paura del diverso sta causando timori e ritorsioni nella società. Quello a cui assistiamo è la costruzione di barriere e di muri per contenere queste ondate, tutto a discapito dell'integrazione. Nella storia questo rimedio non ha portato mai ad effetti positivi, basti pensare al Vallo di Adriano, eretto nell'antica Britannia dai romani per contenere le popolazioni barbare. La mancata integrazione di questi popoli costituì a sua volta uno dei fattori della decadenza dell'Impero. Ciò di cui necessitiamo, quindi, non è un muro, bensì un ponte, una struttura che collega ed unisce due sponde, due mondi, due culture. Un esempio classico è rappresentato dallo Stari Most, il ponte edificato nella cittadina bosniaca di Mostar dopo il conflitto nell'ex Jugoslavia. Un ponte che ha unito le due sponde della città: l'una abitata da cristiani, l'altra dai musulmani. Due culture "lontane" ma, in realtà, vicine. Questo è lo scopo di "Dialoghi sull'uomo", trovare soluzioni alle problematiche odierne mediante la creatività.