Minori. Una leggenda narra che Santa Trofimena apparve in sogno al Vescovo di Amalfi che, nell'838, decise di trasportare le sue reliquie via da Minori per proteggerle dalle incursioni longobarde. Furente e avvolta da un mantello rosso, la Vergine siciliana - le cui spoglie furono trovate la prima volta il 5 Novembre del 640 sulle spiagge di Minori da una lavandaia - lo minacciava di morire per le sue colpe e che il suo corpo sarebbe stato dilaniato dai cani se non avesse immediatamente riportato le sue reliquie nella sua città d'adozione. La profezia si avverò per il religioso e il corpo di Santa Trofimena, dopo una parentesi a Benevento, ritornò in una festante Minori il 13 Luglio dell'839. Da allora fu nascosto sotto l'altare della Cattedrale a lei dedicata e nessuno rivelò l'esatto luogo in cui furono deposte, finché non furono ritrovate per la seconda volta la notte del 27 Novembre del 1793 e poste nella moderna cripta della Basilica a lei dedicata. La storia suggerisce quindi un continuo ritorno in questo luogo incantato, famoso per essere la massima incarnazione della bellezza della costiera amalfitana.
Minori, che nasce sulle sponde del torrente Reginnolo, era nota nell'antichità con il nome di "Rheginna minor", anche in contrapposizione alla vicina "Rheginna maior", l'attuale Maiori, più grande di estensione. Fu proprio la presenza di questo corso d'acqua a decretare la fortuna del paese, che viveva del lavoro dato dai numerosi mulini che rifornivano di acqua le cartiere e i pastifici della zona. Già nel XVI secolo, grazie al grano importato dalla vicina Salerno, i minoresi si dedicavano alla produzione dei classici "maccaroni": col passare dei secoli la produzione è venuta meno trasferendosi nella non troppo lontana Gragnano. Una produzione caratteristica che ancora oggi invece resiste, grazie anche alla grande fertilità del terreno, è quella di agrumi profumati, in particolare limoni, utilizzati per il famoso liquore digestivo "Limoncello". Minori, fin dall'antichità, era considerata un luogo di villeggiatura ideale: le prime testimonianze di questa vocazione prettamente turistica risalgono al I secolo Dopo Cristo. Stiamo parlando di una villa marittima romana di lusso, di cui non si conosce il nome del proprietario, ma che ne lascia intendere la ricchezza e l'erudizione. Di questa, che probabilmente era suddivisa in tre piani, rimane visitabile il primo livello, dove c'è il viridarium, con una vasca centrale comunicante con il mare e il grande triclinio ninfeo. La sua importanza è paragonabile ai templi di Paestum, l'area dell'Antica Volcei di Buccino e i reperti di Velia. Scoperta per caso da un muratore nel 1932, la Villa è stata riportata alla luce nel 1954, dopo essere stata sommersa da una frana e parte dei reperti ritrovati sono visibili nel Museo dell'Antiquarium.
Non solo mare quindi a Minori, che pure gode di incantevoli spiagge, ma anche un grande patrimonio di Chiese e Basiliche tra cui spicca - come già preaccennato - quella dedicata alla Santa Protettrice, che possiede un prezioso pulpito in marmo del '600 ed è suddivisa in tre navate con cappelle corrispondenti. Visitando e perdendosi tra i piccoli vicoli intrecciati del paese ci si può imbattere anche in un valido esempio di architettura arabo-normanna: il Campanile dell'Annunziata, risalente al XII secolo, oppure nella medievale Arciconfraternita del SS. Sacramento, che recentemente è stata arricchita con pannelli di ceramica all'ingresso, ad opera del maestro Giacomo Palladino. Minori, che dal 1997 è stata dichiarata Patrimonio dell'Umanità dall'Unesco, è ogni anno meta di un discreto flusso di turisti italiani e stranieri, in particolare anglosassoni (25% secondo un indagine divulgata nel 2011 dall'Ept di Salerno) a cui fanno seguito gli statunitensi (11%), tedeschi e francesi (8%), russi e scandinavi (6%). Sono proprio i turisti extracomunitari ad apprezzare particolarmente la fine arte pasticcera di Minori, incrementando un volume di esportazione notevole.
Proprio la cucina minorese, che si basa sulla tradizione marinara, offre tuttavia alcuni spunti gastronomici originali e ottimi da assaggiare, come gli "ndunderi", gnocchi fatti a mano ripieni di ricotta, uova, parmigiano, e condita con sugo di pomodoro o i "ricci" (fusilli), fatti di acqua e grano duro, lavorati con uno speciale uncinetto dalle donne del paese, i tagliolini al limone o il risotto con agrumi e gamberetti. Nel mese di Settembre questa celebrazione del gusto prende corpo nella kermesse "GustaMinori", che raccoglie tutti i golosi del circondario. "Anche se il mio corpo è stato trafugato, il mio spirito dimora qui": queste sono le parole che Santa Trofimena rivolge in sogno a Costantino, il custode e sacerdote della Chiesa a lei dedicata, ai tempi del trafugamento delle sue reliquie. Il prelato, disperato per la perdita, si era ridotto a non celebrare più messa, trasmettendo il suo stato di desolazione a tutta la comunità cattolica del luogo. La "ramanzina" della Santa rappresenta il desiderio di appartenere e di fondersi a tutti i costi a questo luogo incantato, di portarne un po' con sé quando si va via, ma, soprattutto, la volontà di ricongiungersi con esso quanto prima, per respirarne profumi, atmosfere e i piaceri dell'otium.