
Gli amanti dei fumetti di tutto il mondo sono in trepidante (e preoccupante) attesa: la storica casa americana Marvel ha lanciato un annuncio a dir poco storico pochi giorni fa. Il possente Thor, Dio del tuono e futuro sovrano di Asgard, diventerà donna. Non assisteremo ovviamente ad un improvviso "cambio di sesso" del protagonista, bensì ad un passaggio di ruoli. Gli appassionati della serie, nata nel 1962 dalla penna di Jack Kirby e Stan Lee, e dei più recenti blockbuster, sanno che per brandire il martello Mjolnir bisogna esserne degni. Negli anni la potente arma è passata di mano a diversi personaggi, tra cui addirittura una rana. Stavolta tocca ad una quota rosa: ma guai a chiamarla "Lady Thor" o "Thorita" - avverte l'autore Jason Aaron (Thor: the God of Thunder), che curerà i testi mentre Russell Dauterman (Cyclops) le illustrazioni - Thor sarà un guerriero a tutti gli effetti e meriterà in pieno Mjolnir. La reazione generale è stata piuttosto scettica: Joss Whedon, regista della saga cinematografica degli Avengers, si è detto stupito dell'improvviso cambio ritenendo la scelta abbastanza azzardata. Naturalmente la scelta comporterà dei drastici cambiamenti nei sequel cinematografici della serie. Paul Gravett - numero uno delle graphic novel - ha fatto sapere che se questo è un tentativo per attirare il pubblico femminile, sarà un buco nell'acqua. Del resto negli ultimi anni la Marvel ha virato molto sul "politically correct": basti pensare che se inizialmente gli eroi erano raffigurati esclusivamente come bianchi ed eterosessuali, adesso Capitan America è diventato nero e Miss Marvel una pakistana-americana di fede musulmana. Il cambio di sesso di Thor rientra ovviamente in questo nuovo solco tracciato dalla famosa casa editrice. In molti si chiedono se queste trasformazioni sono tentativi di tamponare un industria ormai in crisi, ma i dati di vendita di fumetti e gadget smentiscono questa ipotesi: dopo il periodo d'oro dei primi anni '90 e il relativo calo, negli ultimi anni il trend è in netta ripresa, grazie anche al successo planetario della serie cinematografica e del merchandising abbinato. Insomma, anche i fumetti si adeguano e desiderano divenire lo specchio della società, evolvendosi naturalmente verso ciò che ormai è comunemente accettato e risaputo (o almeno dovrebbe), sempre però strizzando un occhio al business.