
E' il re delle estati irpine, il piatto forte di ogni sagra e dei momenti di maggiore convivialità avellinesi: stiamo parlando del "Caciocavallo impiccato", un piatto semplice quanto delizioso che sa della dura ma piacevole vita dei contadini irpini. Accompagnato dal tartufo nero di Bagnoli e da un buon bicchiere di Taurasi, mette d'accordo tutti e contribuisce a collezionare uno di quei piccoli pezzetti di felicità di cui è fatta la vita. Rigorosamente preparato con il miglior caciocavallo podolico irpino - ovvero quello prodotto da una varietà di mucche, le podoliche, che sopravvive solo nella Sicilia interna e in alcune zone della Campania con pascolo povero e poca acqua - ricorda il rituale del pasto dei pastori, che vivevano della produzione del proprio bestiame. Ogni volta che questi si fermavano per il pasto, accendevano il fuoco e arrostivano quanto avevano con sé: il caciocavallo e il pane raffermo erano indubbiamente gli alimenti più agevoli da trasportare. Ecco cosa occorre per prepararlo!
INGREDIENTI:
- Brace
- Pane raffermo
- Caciocavallo podolico intero
- Tartufo nero
PROCEDIMENTO:
Si parta dalla brace, che deve essere ben consumata e non troppo violenta: si tagli il pane a fette e lo si abbrustolisca sul fuoco. Una volta effettuata questa operazione, il provolone viene "impiccato", ovvero legato per il collo con una corda e "issato" sulla brace con un sistema di carrucole che faccia in modo che non si appoggi alla griglia ma resti sospeso in aria. Il calore proveniente dalla brace lascerà che la pasta del formaggio si ammorbidisca gradualmente: a quel punto con un coltello va raschiata via una parte del caciocavallo fuso e spalmata sul pane. Il piatto va guarnito con una spolverata di tartufo nero.
Per una piacevole serata nella frescura della verde Irpinia e per un peccato di gola... vale la pena mandare al "patibolo" un povero caciocavallo!
Buon appetito!