Culla della rinomata Scuola Medica e nota al grande pubblico per il rinnovamento urbanistico che procede a grandi passi, in realtà Salerno è anche la città natale di Alfonso Gatto, poeta e scrittore di cui quest'anno ricorre il quarantennale della morte. Esponente significativo dell'Ermetismo, Gatto nacque nel capoluogo campano il 17 Luglio 1909 mostrando una spiccata propensione per la letteratura sin dagli anni del liceo, passione che alimentò iscrivendosi all'Università di Napoli anche se non riuscì a conseguire l'ambito titolo a causa di serie difficoltà economiche. Il trasferimento a Milano gli consentì di entrare in contatto con il neorealista Cesare Zavattini e con il critico Leonardo Sinisgalli, frequentando con loro i caffè cittadini più in voga mentre la sua vita lavorativa appare alquanto vivace dato che, negli anni, vestirà il ruolo di libraio, istitutore, giornalista e docente. Insieme a Vasco Pratolini fondò la rivista letteraria "Campo di Marte" e, anche se il progetto durò soltanto un anno, si trattò comunque di un'esperienza altamente formativa per Gatto. Diventato ordinario di Letteratura Italiana, nel 1941, presso l'Università di Bologna, il poeta continuò ad essere prolifico nella sua produzione letteraria militando, al contempo, nel Partito Comunista Italiano. L'incontro con la pittrice Graziana Pentich fu un altro capitolo fondamentale della vita di Alfonso Gatto, per lei infatti l'autore lasciò moglie e figli intraprendendo con l'artista una relazione sentimentale da cui nasceranno Teodoro e Leone. Segnata irrimediabilmente dalla perdita dell'amato figlio Leone, l'esistenza di Gatto si spense nel 1976 a causa di un tragico incidente stradale, infatti l'auto a bordo della quale viaggiava finì fuori dalla carreggiata: nonostante i tempestivi soccorsi, il poeta morì poco dopo ad Orbetello e le sue spoglie furono sepolte nel cimitero cittadino dell'amata Salerno dove tuttora riposano. Poche e nebulose le notizie in merito alla primigenia formazione culturale di Gatto, non si sa con precisione quali siano le letture che influenzarono i suoi scritti, quel che è certo, però, è che fu uno degli esponenti più illuminati dell'Ermetismo italiano. "Isola" sancisce in un certo senso la nascita della sua produzione: un registro stilistico raffinato che indulge nelle allusioni, così potrebbe spiegarsi la poetica di Gatto con una predominante presenza dello spazio vuoto, leitmotiv che caratterizzerà tutti i suoi scritti. "Arie e ricordi" appartiene alla primavera della sua produzione poetica, i ricordi dell'infanzia affiorano prepotentemente nei testi ma Gatto sarà notevolmente influenzato anche dal conflitto mondiale di quegli anni, la morte infatti sarà una presenza costante nei lavori di quel periodo. Su tutti i componimenti vince la raccolta "La forza degli occhi", in cui il connubio tra Ermetismo e Surrealismo è totale: la maturazione stilistica dell'autore è ormai compiuta e la sua visionarietà è il mezzo attraverso il quale il suo talento raggiunge l'acme. L'istintività è un tratto saliente nei suoi componimenti ma i contenuti hanno subito un rinnovamento significativo soprattutto negli anni del Secondo Conflitto Mondiale e del Dopoguerra, abbracciando nuove strutture stilistiche che mescolano temi storici con motivi autobiografici. Alfonso Gatto non fu soltanto poeta, pochi sanno che era un amante della pittura e l'arte fu al centro della sua vita: notevoli i suoi acquerelli ma si concentrò anche sulla stesura di cataloghi relativi a pittori del calibro di Mino Maccari e Renato Guttuso. La compagna Graziana Pentich ha raccolto le opere di Gatto, sia letterarie che pittoriche, in un volume intitolato "I colori di una storia" ponendo in risalto come l'esperienza terrena del suo uomo sia stata indissolubilmente legata all'arte: Gatto si contraddistinse per il suo eclettismo e per una personalissima concezione dell'arte con chiari rifacimenti al Rinascimento, ponendo le distanze dalle idee contemporanee che volevano una rigida divisione tra le varie correnti artistiche. Famoso il suo rapporto artistico ma soprattutto di amicizia con Lelio Schiavone, fondatore della Galleria "Il Catalogo" , tuttora uno dei centri culturali più prolifici della città di Salerno. Tra i molteplici interessi di Gatto è impossibile non ricordare la sua passione per il cinema che lo rapì sin da giovanissimo. Le remore iniziali furono ben presto sconfitte e il poeta seppe reinventarsi anche nel ruolo di attore, basti pensare alla sua performance sul set del "Vangelo secondo Matteo" di Pier Paolo Pasolini, dove interpreta il ruolo dell'apostolo Andrea, o alle sue significative partecipazioni in "Cadaveri eccellenti" di Francesco Rosi e in "Caro Michele" di Mario Monicelli tratto dal bestseller di Natalia Ginzburg. Se si intende riassumere in poche parole chi è stato Alfonso Gatto e cosa ha rappresentato per la sua città ma anche per il panorama letterario italiano, non si può fare a meno di prendere in prestito i commoventi versi che Eugenio Montale, suo intimo amico, volle tributargli in un delicato omaggio ancora visibile sulla tomba del poeta: "Ad Alfonso Gatto per cui vita e poesie furono un'unica testimonianza d'amore".
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