Modena. Sei secoli di arte, di cultura, di storia dei più grandi maestri, che hanno reso nota a livello mondiale la pittura italiana, si susseguono in una mostra espositiva presso la Galleria Estense a Modena. "Da Correggio a Guercino. Capolavori su carta della collezione dei duchi d'Este" si inserisce in ampio calendario, che vede gli illustri maestri mostrarsi al pubblico nella fase più vera, che precede la realizzazione dell'opera d'arte. Una vasta gamma di opere e firme di celebri artisti darà il benvenuto fino al 13 maggio a chi non si accontenta di amare l'arte nella sua forma completa e definita. Questo è un evento quanto mai singolare, dedicato a chi scende in profondità, fino all'osso della struttura compositiva. La straordinarietà dell'evento risiede nella sua impostazione innovativa, in quanto non saranno esposte le opere note ai più, ma quelle che l'autore ha preferito conservare solo nello scheletro, racchiuse nero su bianco dal disegno. Linee semplici, sottili, si mescolano vorticosamente fino a confondersi in realizzazioni degne di nota. Inseriti all'interno di un catalogo di ben più ampio respiro, patrimonio della stessa Galleria, i disegni preparatori di artisti come Correggio, i Carracci, Nicolò dell'Abate e Lelio Orsi, Guido Reni, lo Scarsellino e il Guercino si riuniscono per un continuo confronto didattico e stilistico tra le opere pittoriche degli stessi, conservate all'interno delle sale della Galleria. La ricchezza di un patrimonio dal valore inestimabile, unito alla raffinatezza dell'arte del Cinquecento e del Seicento, si fondono in un'osmosi stilisticamente perfetta tra le mura ottocentesche della Galleria Estense a Modena. Una tra le più antiche e illustri gallerie d'arte in Italia, erede del lusso dell'antichissima dinastia dei duchi d'Este, ricca di arte, storia e cultura, si mostra con tutto il suo fascino incondizionato. Fiore all'occhiello di Modena e dell'Italia intera, la Galleria Estense non poteva che essere scelta come palcoscenico per una performance artistica che non ha rivali. Nei saloni espositivi ancora riecheggiano storie di mecenatismo, che vedono protagonisti le più grandi firme alla mercé dei potenti della corte estense. E' questo un evento unico per mostrare l'impalcatura dell'opera. Il disegno, spesso svalutato rispetto alla realizzazione completa, non può essere non considerato quando si parla di un'opera d'arte. Esso rappresenta il primo momento creativo dell'artista. E' la fase in cui l'idea si anima e si unisce alla carta, seguendo il percorso stabilito dalla grafite; l'istante in cui il pensiero prende forma e si fonde con il genio dell'artista; l'atto preparatorio che precede il grande exploit. E' il guizzo improvviso che dall'attento lavoro di analisi dell'autore si trasforma in un progetto ben definito su carta. E' così che prendono vita i capolavori di grafica, raccolti oggi in un'esposizione senza eguali. Le grandi opere pittoriche dei maestri emiliani si uniscono all'evento primordiale, a disegni che talvolta mettono in luce tracce importanti di studi preparatori, antecedenti il disegno stesso. Non può essere sottovalutata una mostra di siffatta portata artistica. E' data ai visitatori la possibilità di fare un riscontro diretto, tramite una minuziosa osservazione di dettagli, prospettive e disposizioni degli elementi nello spazio per poter analizzare in profondità non soltanto lo stile dell'autore ma per esplorare i meandri della sua mente, delle sue idee, delle scelte che, pennellata dopo pennellata, lo hanno condotto alla realizzazione dell'opera. Questi elementi proposti dalla mostra "Da Correggio a Guercino. Capolavori su carta della collezione dei duchi d'Este" si inseriscono in un paesaggio ben più articolato di eventi che si sono succeduti, non senza complicanze, nel corso dei tempi. Sono reduci da un grande cambiamento. Hanno respirato l'aria di Ferrara, quando nell'omonimo Castello il duca Alfonso I d'Este custodiva alcuni capolavori di grafica all'interno di lussuosi camerini. Da allora di strada ne è stata fatta ed è nel Seicento che i duchi d'Este trovarono fissa dimora nella splendida città emiliana, Modena. Nel Palazzo dei Musei del XVIII secolo, all'interno del quale è ubicata la Galleria Estense, si alternano saloni che pullulano di echi plurisecolari, all'insegna del patto instaurato tra artista e mecenate. La ricchezza del tesoro emiliano si è arricchito nel corso degli anni grazie a lasciti ereditari, acquisti e donazioni. L'obiettivo ha sempre una prospettiva ben precisa, puntando in alto, al fine di accrescere il desidero di conoscenza artistica. L'evento si inserisce in una serie di iniziative atte al recupero dei grandi classici, perché la loro memoria sia sempre nitida e pronta a preservare un patrimonio dal valore inestimabile. Gli anni dominati dalla figura di Alfonso IV culminano con l'acme della celeberrima collezione grafica, vantando una cifra che andava oltre 2800 fogli, accompagnata da meraviglie scultoree e pittoriche. Tuttavia è con il XVIII secolo e successivamente alle spoliazioni napoleoniche che gran parte del patrimonio viene disperso - basti pensare agli oltre 1300 esemplari grafici conservati ancora oggi in Francia, tra le più rinomate collezioni del Museo del Louvre. Ragion per cui tale mostra rappresenta una versa rivincita per l'Italia, che nonostante i gravi danni subiti nel corso dei secoli, ha mantenuto la propria forza, permettendo a chiunque si mostri interessato di parteciparvi, lasciandosi trascinare dall'infinito processo osmotico che solo l'arte sa creare in tutta naturalezza.