
Torino. "Un cuore ribelle si batte ed è pronto a morire per quello in cui crede, ma senza amore e compassione è destinato a fallire". Queste le parole che un'insolita Madonna regala ai suoi fan italiani alla prima torinese del suo "Rebel Heart tour": la data del 19 Novembre scorso, funestata dai tragici eventi avvenuti a Parigi qualche giorno prima, era la terza stabilita dopo quelle del 21 e 22 - andate sold-out in un solo giorno - ma la prima ad andare on stage per i fortunati ammiratori. A Torino sembrava quasi una giornata come tutte le altre, non fosse altro che già dal primo pomeriggio una lunga fila composta e silenziosa era già fuori all'entrata del Palalpitour, pronta a superare il triplo cordone di sicurezza messo a punto dalle forze dell'ordine, con tanto di metal detector e cani addestrati. L'"apparizione" dell'iconica Madonna avviene con gran ritardo - intorno alle 22.20 - ma la pop-star sa farsi perdonare, calandosi dall'alto in una gabbia dorata e offrendo un mastodontico show di 2 ore, ricco come sempre di hi-tech e colpi di scena. Su di un palco a forma di croce allungata con un cuore alla base, Veronica Ciccone dà vita al suo 13mo tour e torna a Torino 25 anni dopo il "Who's that girl tour", in cui pronunciò la storica frase: "Siete caldi? Anch'io". Il riferimento durante la serata è costante: Madonna parla al suo pubblico in italo-americano ricordando spesso che "Ha caldo" e che è felice di essere in Italia, perché il suo sangue è per l'appunto in parte nostrano. Conosciuta per non essere esattamente una persona alla mano, rivela invece al pubblico - un po' freddino e poco scatenato in verità - un lato molto umano e simpatico: tra allusioni sessuali esplicite - fatte regalando un bouquet da sposa ad un giovane del pubblico - e dediche speciali - una versione acustica di "Don't tell me" solo per il pubblico italiano perché "Nessuno può farci zittire" - lo show prende una piega inaspettata rispetto ai suoi precedenti, come ad esempio l'"Mdna" o lo "Sticky & Sweet". A cominciare dalla platea: l'età media è molto più alta delle precedenti. I fan sono i quarantenni che sono cresciuti con le sue hit negli anni '80, testimoniando inoltre il fatto che la pop-icon è ormai poco nota alle giovani generazioni. La grande novità però è costituita dal fatto che l'intero spettacolo è confezionato sulle sue qualità di intrattenitrice e non sui roboanti messaggi e sulle performance circensi dei suoi ballerini, che pure si divincolano da alte pertiche o si arrampicano su schermi a led che disegnano percorsi colorati: in primo piano c'è lei, la sua voce - a volte reale, a volte sintetizzata - la sua chitarra e la sua performance. Meno clamore, meno balletti scatenati, meno disciplina da soldato, ma più umanità, morbidezza, voglia di stabilire un contatto. Una svolta davvero evidente, un'evoluzione - all'alba dei suoi 57 anni portati magnificamente - che lascia presagire una delle tante re-invenzioni della cantante. Poche sono le certezze costanti che Madonna regala ai suoi fan: l'invettiva contro la Chiesa Cattolica - durante la sua "Devil Pray" tenta di sedurre un prete cattolico e in "Holy Water", canzone con un contenuto sessuale piuttosto esplicito - simula un'orgiastica Ultima Cena - e l'appoggio alla causa LGBT - nell'interludio "S.E.X." i suoi ballerini mimano una sorta di kamasutra e tra questi è presente anche una coppia omosessuale. Il resto - hit nuove e vecchie - vengono tutte risucchiate in un vortice colorato ed elegante, rivisitato e mai banale. Dalla versione "Rockabilly" di "Like a Virgin" alla "Music" in stile cabaret, all'omaggio alla "Vie en Rose" di Edith Piaf in ukulele, tutta mossette e sorrisini. Tutto ciò che fa Madonna anticipa le mode e le tendenze: lo sanno bene gli stilisti che hanno fatto a gara per realizzare i sontuosissimi abiti che ha indossato la pop-star durante il concerto: dai costumi gitani ispirati a Frida Kahlo realizzati da Alessandro Michele per Gucci, all'abito da soubrette anni '30 tutto tempestato di lustrini di Jeremy Scott per Moschino, al look ispirato a Grease creato da Prada, tutto prende vita grazie alla supervisione della storica costumista Arianne Philips. "Non fumo ma sono brava ad accendere fuochi" dice la Ciccone rivolgendosi ad un ballerino che per copione le offre una sigaretta: l'allusione alla sua capacità di provocare, di mescolare sacro e profano, di essere profonda e leggera al tempo stesso del resto l'ha resa la pop-star più controversa del secolo scorso e, sebbene la sua carriera adesso viri su altre strade, il suo rimane uno dei momenti di più alto spettacolo che un concerto possa offrire, nonché una consolazione per tutte quelle donne che la società vuole dimesse e castigate raggiunta una certa età.