Mantova. Ospiti illustri e succose novità per il ventennale del Festivaletteratura, al via come da tradizione a Mantova il prossimo 7 Settembre. L'evento spegne venti candeline proprio nell'anno in cui la città virgiliana è Capitale Italiana della Cultura, rinnovando il proprio impegno verso i temi scottanti dell'attualità (dalle migrazioni all'ambiente) attraverso gli occhi e le testimonianze di autori ed osservatori, senza però lesinare uno sguardo ad orizzonti non necessariamente circoscrivibili all'ambito letterario. Cuore pulsante della kermesse sarà come sempre la centralissima Piazza Sordello, mentre Piazza Alberti accoglierà gli incontri con protagonisti i giovani, come Blurandevu e Scritture Giovani. Ad aprire le danze, nella suggestiva cornice di festeggiamenti che interesseranno la città per celebrare la ricorrenza, sarà Jonathan Safran Foer, tornato al romanzo ad oltre dieci anni dal suo ultimo lavoro. L'autore, uno degli epigoni della new wave letteraria americana, presenterà il 3 Settembre a Palazzo San Sebastiano la sua ultima fatica, "Here I am", incentrata sull'implosione di una famiglia ebrea di Washington. Il libro, che uscirà in America a fine Settembre, sarà disponibile in Italia a fine Agosto grazie al lavoro dell'editrice Guanda. Il 4 Settembre da Piazza Sordello partirà la gran parata dei volontari delle venti edizioni del Festival per le vie del centro storico. Il via ufficiale alla rassegna sarà dato dal Concerto Inaugurale di Mercoledì 7 in Duomo, regalo di compleanno che l'Orchestra da Camera di Mantova, diretta da Umberto Benedetti Michelangeli, consegna a Festivaletteratura, con cui ha condiviso in questi anni un costante confronto all'insegna della curiosità culturale e della volontà di sperimentare e di allargare progressivamente i propri orizzonti. Nel pomeriggio "La sfida del voler vivere" vedrà protagonisti il filosofo spagnolo Santiago Lòpez Petit e Gianluca Solla, mentre Gazmend Kapllani e Alessandro Leogrande discuteranno della "sindrome di frontiera" a partire dal libro del primo, "Breve diario di frontiera", dove l'autore racconta, con un umorismo nero, cosa significa lasciare il proprio paese per cercare un futuro migliore o anche semplicemente un futuro. Nei giorni successivi saranno tanti gli autori che si alterneranno nei luoghi del Festival, lungo il sentiero invisibile della scrittura che si fa vita.
Giovedì 8 lo scrittore e giornalista americano Roger Rosenblatt dialogherà con Francesco Abate a proposito del suo memoir, "Una nuova vita", occasione propizia per conoscere in Italia uno dei decani della stampa americana, premio Pulitzer, per trent'anni firma riconosciuta di testate come Time, Washington Post, New York Times e New Republic, autore di oltre venti libri, molti dei quali hanno riscosso il plauso unanime di pubblico e critica. Jonathan Coe, brillante scrittore inglese, torna al Festival scontando il gusto della sua satira in un momento particolare per la sua Gran Bretagna, alle prese con la Brexit. Il focus di quest'anno sarà invece sulla fervente letteratura canadese, che sarà rappresentata a Mantova dalle scrittrici Jane Urquhart, con la sua raccolta di poesie "Qualche altro giardino", e Frances Greensland, con un romanzo che attinge dalle difficoltà esistenziali della British Columbia, nonché dagli autori Alan Bradley, alfiere della letteratura canadese per ragazzi e artefice di un ciclo di romanzi che ha affascinato grandi e piccoli lettori in ogni angolo del pianeta, Allan Stratton e Dany Laferrière, primo haitiano a diventare accademico di Francia. E proprio l'universo transalpino potrà contare su una cospicua rappresentanza, da Olivier Rolin a Christophe Bataille, passando per Guillame Musso e Sorj Chalandon. Quest'ultimo, per trent'anni corrispondente e giornalista per Libération, prima di entrare nella squadra irriverente de Le Canard Enchainé, ha coperto i maggiori conflitti del secolo scorso, dal Libano all'Afghanistan e si è trovato più volte a tu per tu con la guerra. Il suo lavoro di approfondimento e lettura della questione dell'Irlanda del Nord gli è valso numerosi premi. L'attualità geopolitica e la correlata questione dell'immigrazione occuperanno, come detto, un ampio spazio della programmazione mantovana. Tra gli appuntamenti cult il confronto tra Paco Ignacio Taibo II e Juan Villoro, che guideranno il pubblico nel loro paese, quel Messico dei centotrentamila omicidi, decine di migliaia di sfollati, ventisettemila desaparecidos "ufficiali" e centomila potenziali, e di uno dei più grandi confini al mondo, segnato dal traffico di droga e dal traffico umano. Nel quadro degli "incontri a distanza", Hossein Derakhshan parlerà in videoconferenza dei blog come strumento di resistenza politica e crescita democratica, lui che è stato definito il"padre dei blogger persiani". Da oltreoceano, poi, il collegamento con Bhaskar Sunkara, direttore di Jacobin, una delle più feconde riviste della sinistra americana.
Non mancheranno i momenti dedicati allo spazio geografico come cartina tornasole dell'attualità non solo socio-politica, ma anche personale. L'Eritrea e la Bosnia, ad esempio, i paesi rispettivamente di Tsegehans Weldeslassie e di Elvira Mujcic che ora vivono entrambi in Italia. La sua storia il giovane Ziggy l'ha raccontata alla scrittrice Erminia Dell'Oro in "Il mare davanti" ed è una storia di fuga disperata fino all'arrivo dall'altra parte del Mediterraneo. Elvira MujÄić racconta da sempre il suo paese: nel recente "Dieci prugne ai fascisti" rivela, con il suo stile profondo e scanzonato insieme, che cosa significa dover lasciare il proprio amato paese a causa della guerra. La magia della poesia e della narrativa orientale saranno invece il fulcro dell'appuntamento con lo scrittore coreano Jung-myung Lee, autore di "la guardia, il poeta e l'investigatore", ambientato nel 1944 nella prigione giapponese di Fukuoka che ospita, oltre a detenuti comuni, anche gli oppositori politici coreani. Altro tema caro agli autori è quello dell'approdo ai grandi intellettuali del passato, specie per cercare quelle risposte agognate di fronte ai quesiti del proprio tempo. Nell'anno delle celebrazioni shakespeariane, Jeanette Winterson e Howard Jacobson torneranno al Festival per portare la propria riscrittura de "Il racconto d'inverno" e "Il mercante di Venezia"; Cees Nooteboom si raccoglierà idealmente in meditazione sulle tombe dei poeti, Senel Paz si confronterà con Gabriel GarcÃa Mrquez, lo scrittore argentino Alan Pauls si immergerà invece nell'universo di Jorge Luis Borges.
Per ciò che concerne i format, "Scritture Giovani" proseguirà la sua azione di scouting dei talenti in erba della letteratura europea, in collaborazione con Hay Festival e Internationales Literaturfestival Berlin. Continua il progetto "Vocabolario Europeo", che ha offerto in questi anni, agli spettatori del Festivaletteratura, l'occasione di scegliere la loro "lingua adottiva": vale a dire, secondo la definizione dell'Unione Europea, una terza lingua, diversa dalla propria e da quella usata per la comunicazione internazionale (di fatto, l'inglese). La "città il libri" di questa edizione è invece ad Alessandria d'Egitto, storico crocevia di lingue, religioni e culture, patria millenaria del melting-pot, che potrà essere conosciuta grazie ad una sapiente bibliografia offerta presso la Tenda dei Libri. Storie di videogames sarà invece la prima spedizione esplorativa che il Festival compirà nelle profondità dell'universo videoludico. Grazie a un'ineguagliabile capacità di ibridare i linguaggi, di ricampionare attraverso la tecnologia le più diverse fonti di ispirazione, i videogiochi si propongono oggi come uno dei territori di maggiore sperimentazione dal punto di vista della narrazione e della creatività artistica, e per la possibilità di simulare comportamenti e soluzioni che possono orientare le scelte per il nostro futuro. Non solo quindi, pilastria dell'industria dell'intrattenimento, ma anche terreno felix per la genesi di nuove forme di narrazione e nuovi linguaggi. Sul tema, che approfondirà questioni di filosofia ed estetica, in programma laboratori ed incontri di vario tipo, presso le Cantine di Vincenzo Gonzaga. L'edizione 2016 di "Prototipi", l'officina di Festivaletteratura rivolta alla creazione di nuove forme del libro per l'era digitale, inviterà invece i giovani a lavorare su sistemi di scrittura automatica e narrazione accompagnata, a partire dagli intrecci operati quotidianamente dagli algoritmi sulle informazioni che si lasciano in rete ogni volta che ci si interfaccia sul web. Con "L'immagine della città", infine, Festivaletteratura, grazie alla ormai consolidata collaborazione con l'Archivio di Stato, lancia una campagna universale di documentazione fotografica di Mantova da consegnare collettivamente alla posterità. Residenti, turisti e curiosi potranno consegnare cinque scatti fotografici che - in base al proprio giudizio - sintetizzano l'immagine odierna della città.