Perugia. Appuntamento all'International Journalism Festival di Perugia con Carlo Lucarelli, re indiscusso del genere noir nel panorama letterario italiano. Lucarelli, noto al grande pubblico non solo come scrittore ma anche per aver condotto trasmissioni televisive come "Blu notte", è intervenuto nella Sala dei Notari ed ha risposto alle domande di Matteo Grandi, editore e direttore di Piacere Magazine che ha collaborato anche con "Panorama" e "Il Giorno". L'intervista si è aperta parlando del recente romanzo di Lucarelli, "Intrigo italiano": "Nel mio lavoro ritorno dopo 20 anni ad un personaggio molto caro ai lettori, ovvero il commissario De Luca; stavolta siamo nel 1953, in piena Guerra Fredda, mentre in Italia è l'epoca del boom economico. Ho richiamato De Luca perché vorrei mettere in scena determinati meccanismi e credo che lui sia l'uomo adatto".
"I miei personaggi, come ad esempio l'ispettore Coliandro o lo stesso commissario De Luca, sono sempre molto lontani dal sottoscritto, almeno caratterialmente, perché mi interessa vedere come si comporteranno. All'inizio temevo che qualcuno potesse identificarmi con Coliandro, un personaggio maschilista e razzista che non mi rispecchia assolutamente, per cui ho iniziato a colpirlo nei libri ogni qualvolta compiva un'azione sbagliata e le sue reazioni me lo hanno reso simpatico".
"Ho scelto Bologna come ambientazione per le mie storie - ha proseguito Carlo Lucarelli - perché trovo sia un luogo particolarmente fecondo. Se pensiamo alla Bologna intesa come città universitaria è difficile ambientarvi un racconto ma se pensiamo alla città regione concepita da Pier Vittorio Tondelli ecco che diventa credibile un poliziesco bolognese. Inoltre, questa città è stata anche scenario di eventi tragici, penso agli omicidi del Dams o alla banda della Uno Bianca. E' come se la cronaca nera ci avesse autorizzato a raccontare questo luogo".
"Il grande pubblico mi conosce come volto televisivo di "Blu Notte" e per la recente avventura con "Profondo nero" su Sky. Da Raidue fui chiamato per affrontare fatti di cronaca con l'approccio narrativo di un scrittore. All'inizio parlavamo dei casi offrendo anche uno spaccato sull'ambientazione ed occorreva molto materiale per mettere in scena la storia. Poi i titoli delle trasmissioni mutavano per ragioni contrattuali ma in realtà io ero sempre presente e alle mie spalle c'erano le consuete sagome".
"Sono sempre soddisfatto delle trasposizioni televisive dei miei romanzi. E' il caso del commissario De Luca che è stato interpretato da Alessandro Preziosi ma anche di Coliandro che ha il volto di Gianpaolo Morelli. Mi sono limitato - ha concluso Lucarelli - a supervisionare le sceneggiature. Per quanto riguarda "La Porta Rossa", io ed il mio team siamo felicissimi del risultato e riteniamo di aver creato un ottimo equilibrio tra scrittura e trasposizione. Adesso stiamo lavorando alla seconda stagione anche se ci vorrà un po' di tempo mentre a breve ci sarà la nuova serie dell'ispettore Coliandro".