Mantova. Festivaletteratura spegne ventuno candeline e lo fa, come sempre, riprendendo a Mantova il cammino percorso fino allo scorso anno, quello del ventennale, all'insegna della partecipazione e della condivisione culturale. La ventunesima edizione coincide con il Centenario della Rivoluzione d'Ottobre, ricorrenza paradigmatica per approfondire ulteriormente il fil rouge che lega la pagina di un libro al seme della rivolta. "Che fare?" - omaggio al pamphlet incendiario di Lenin, ispirato dal romanzo socio-politico di ÄŒernyÅ¡evskij - è la finestra dedicata dal Festival all'argomento, e che vedrà tre studiosi di storia impegnati nella scelta e nel commento di quei testi che, in un modo o in un altro, hanno inciso sullo scorrere della Storia.
La stringente attualità porta alla ribalta, ciclico e cinico ricorso, i temi delle migrazioni e delle guerre che coinvologono lembi non indifferenti del panorama geopolitico. Le guerre in Iraq ed Afghanistan, non le ultima ma senza dubbio quelle con il maggiore impatto mediatico, saranno ripercorse nel vis-à-vis tra l'ex soldato inglese Harry Parker ed il reduce americano Brian Turner. La condizione di esiliato, di profugo, vissuta in prima persona da alcuni protagonisti della rassegna, sarà il filo conduttore di diversi incontri: da quello con il libico Hisham Matar alle storie vietnamite di Kim Thuy, passando per il "Manuale d'esilio" del bosniaco Velibor ÄŒolić. Si tratta di indagini e racconti che fanno il paio con la riflessione sulle tensioni e pulsioni che animano il mondo musulmano. Se nella ricostruzione dell'orientalista Oliver Roy i nuovi attentatori appaiono come nichilisti cresciuti all'ombra dell'occidente, e senza un chiaro passato religioso, l'indagine dell'autore tunisino Shukri al-Mabkhout mira a far luce sul fallimento delle cosiddette "primavere arabe" e sulla disillusione lasciata in eredità da una luminosa speranza tradita.
Il tema dell'Islam e del radicalismo religioso di tutte le specie non è il solo che allarma l'attualità politica. C'è infatti anche una "questione europea" che si trascina avanti dai grandi conflitti del Novecente e che sembre ben lungi dall'essere sbrogliata. A cominciare dalla Mitteleuropa, la cui mappa sfumata ed i cui eccidi sono stati al centro della speculazione dell'austriaco Martin Pollack, autore di storie e reportage sulla ruralità segnata di Polonia, Bielorussia e fu Cecoslovacchia. La disillusione e la fine dell'utopia nella DDR sono il materiale di Clemens Meyer, scrittore di Lipsia cresciuto come un figlio della strada. La lunga stagione del conflitto basco sarà argomento del dialogo tra Wlodek Goldkorn e Fernando Aramburu, saggista che ha analizzato i 50 anni di attività dell'ETA sino all'armistizio formale siglato nel 2011. La Storia, in particolare le vicende umane di chi ha militato nell'IRA, fa da sfondo anche ai libri di Jonathan Lee, una delle penne della nouvelle vague britannica al pari di Anthony Cartwright, scrittore che, a partire dalla metafora calcistica, ha tracciato una nuova declinazione di realismo sociale.
Una letteratura senza compartimenti stagni e categorizzazioni di genere non può mancare al tradizionale appuntamento virgiliano. Ecco, dunque, Olja Savicevic, che narra conflitti intestini alla Croazia ammantandoli con un'insolira coltre western. Città letterarie ed epopee collettive sono invece il biglietto di presentazione di Jan Brokken, magnifico cantore di anime baltiche e passeggiate romantiche sulle rive della Neva. "Norwegian Wood" è un bestseller del norvegese Lars Mytting sulla corretta procedura per il taglio, l'accatastamento e la combustione della legna: il profumo dei boschi nordici si incastrerà al Festival con complesse vicende familiari e storie di guerra. Il grande maestro americano George Saunders indagherà la complessa trama che si insinua tra amore e dolore, vita e morte, cercando di rintracciare l'intangibile sorgente che alimenta la voglia di vivere e combattere.
Il calendario del festival non tradisce i cultori del giallo e del noir. Gli appuntamenti spaziano attraverso storie e personaggi noti al grande pubblico, non di rado anche a quello televisivo. E' il caso di Rocco Schiavone, vicequestore romano nato dalla penna di Antonio Manzini ed interpretato in tv da Marco Giallini, trasferito ad Aosta per motivi disciplinari. Sprazzi di steppa e di Mongolia con Ian Manook, il creatore del commissario Yeruldelgger; noir metropolitano, invece, nei racconti di Mirko Zilahy e della Roma criminale del commissario Mancini. L'edizione 2017 della biblioteca, rinominata "palestra letteraria", si dipanerà lungo il fil rouge dei nobili principi dello sport, aprendosi a due secoli di gesti atletici in tutte le loro forme. Numerosi gli incontri in programma: Federico Buffa renderà omaggio al mito di Alì, Duncan Hamilton ripercorrerà la sfortunata carriera di George Best, William Finnegan raccontarà la propria formazione sentimentale attraverso il surf. La biblioteca di "Città in libri" fa invece tappa a Buenos Aires per raccontare lo spazio magico di Borges e Sabato, di Cortazar e di altri illustri autori.
Uno spazio dedicato riguarderà invece il linguaggio della fotografia, con quattro grandi epigoni del fotogiornalismo italiano e mondiale: Ferdinando Scianna, primo italiano ad entrare nell'agenzia Magnum; Monika Bulaj, documentarista e fotografa impegnata nel campo dei profughi, dei nomadi e delle minoranze; Giulio Piscitelli, la cui ricerca verte soprattutto sui flussi migratori lungo le acque del Mediterraneo; Buhran Ozbilici, il fotoreporter turco di Associated Press famoso per la foto dell'assassinio dell'ambasciatore russo ad Ankara, vincitrice del World Press Photo 2017.