Cava de' Tirreni. All'alba di questa mattina a Cava de' Tirreni sono state eseguite 14 ordinanze di custodia cautelare, di cui 11 in carcere e tre agli arresti domiciliari, per i delitti di associazione a delinquere di stampo camorristico, associazione semplice, usura pluriaggravata, estorsione aggravata dal metodo mafioso, associazione finalizzata alla vendita e cessione di sostanze stupefacentie detenzione illegale di armi da sparo. L'operazione è stata eseguita da ufficiali ed agenti di polizia giudiziaria in servizio presso il Reparto Territoriale Carabinieri di Nocera Inferiore, dalla Squadra Mobile di Salerno e dalla Direzione Investigativa Antimafia di Salerno. Sono state contestualmente eseguite 52 perquisizioni domiciliari che hanno riguardato complessivamente 47 indagati e 5 ulteriori persone. Il provvedimento costituisce il completamento di una lunga e complessa attività investigativa iniziata nel novembre 2015, nell'ambito della quale erano stati già emesse misure cautelari personali. In particolare, il 29 maggio 2017 erano stati arrestati per i delitti usura ed estorsione aggravati dal metodo mafioso Zullo Dante, Porpora Vincenzo e Zullo Vincenzo; lo scorso 14 giugno furono sottoposti alla misura della custodia in carcere 10 persone per il delitto di associazione finalizzata alla vendita e cessione di sostanze stupefacenti. Nel presente procedimento le risultanze investigative, conseguite con ampio ricorso ad attività di intercettazione puntualmente riscontrate con tradizionali metodi investigativi e con il decisivo contributo di un collaboratore di giustizia, la cui attendibilità era stata già ampiamente riconosciuta tanto dal Gip quanto dal Tribunale del Riesame di Salerno nelle due vicende investigative sopra menzionate, hanno permesso di accertare l'esistenza di tre distinti sodalizi criminosi operanti sul territorio di Cava de' Tirreni. In primo luogo e' stata, infatti, ricostruita la struttura e l'operatività di una associazione di stampo camorristico, facente capo a Zullo Dante. In estrema sintesi questo gruppo criminale, composto complessivamente da undici persone, si avvaleva della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva per commettere plurimi delitti di usura aggravata, abusiva attività finanziaria, estorsione aggravata, trasferimento fraudolento di valori, violenza personale, nonché per conseguire il controllo ed in modo indiretto la gestione di attività economiche. L'attività di raccolta delle inserzioni pubblicitarie presso lo stadio "Simonetta Lamberti" per conto della Cavese calcio, svolta, sulla base di quanto risultava da un contratto rinvenuto nella disponibilità di Dante Zullo, da Carlo Lamberti nonché per realizzare vantaggi e profitti ingiusti fra i quali si segnalano: l'occupazione sine titulo di un fondo sito in via D'Amico, già condotto dalla famiglia Rispoli e di proprietà della famiglia Montesanto-Carleo, trasformato da suolo agricolo a pista di allenamento per i cavalli, con conseguente realizzazione di un edificio- senza permesso di costruire- nel dicembre 2007, adibito a scuderia, e succesiva edificazione i un ulteriore immobile abusivo adibito ad abitazione di Vincenzo Zullo nell'anno 2017; l'occupazione sine titulo di un deposito di propietà di Gennaro Petrolini, utilizzato da Dante Zullo, senza alcun titolo, quale ricovero perle proprie autovetture; l'abituale procacciamento di generi alimentari da parte di Dante Zullo ed anche di Geraldine Zullo (carne, pesce, frutta) senza corrispondere alcun corrispettivo ad una pluralità di commercianti di Cava de' Tirreni. Un secondo gruppo, avente a capo Domenico Caputano, composto da ulteriori cinque persone, era abitualmente dedito alla commissione dei delitti di usura aggravata e di estorsione, talora con ricorso al metodo mafioso. Un terzo gruppo, sempre capeggiato da Domenico Caputano, con la partecipazione di ulteriori 11 persone, aveva la finalità di gestire una vasta piazza di spaccio sul territorio di Cava de' Tirreni. Fra i numerosi indagati non attinti dai provvedimenti cautelari si evidenzia un elevato numero di persone che rispondono dei delitti di false dichiarazioni al pubblico ministero e di favoreggiamento personale, a riprova della forza intimidatrice esercitata dai componenti delle tre associazioni. Va segnalata la presenza all'interno dei rispettivi sodalizi criminosi di soggetti risultati in allarmanti relazioni con appartenenti alle forze di polizia e con esponenti delle istituzioni locali, a dimostrazione della capacità di esercitare un controllo davvero molto penetrante sul territorio della città di Cava de' Tirreni.