
Salerno. A 25 giorni dalla scadenza del precedente accordo, e nonostante gli incontri fra le parti, gli allevatori sono sul piede di guerra. La Centrale del Latte boccia la proposta di aumento di 0,7 centesimi di euro al litro per il prezzo del latte alla stalla e gli allevatori interrompono la trattativa appellandosi al Prefetto. La richiesta non è sostenibile per i vertici della Centrale che controbattono con una proposta di aumento di 0,3 centesimi di euro al litro e la massima disponibilità sia sulla rimodulazione del sistema di raccolta, così come richiesto dalle organizzazioni dei produttori, che sul riconoscimento di ulteriore qualità. Intanto, gli allevatori, sempre più esasperati dall'aumento dei prezzi delle materie prime, minacciano azioni dimostrative e si appellano al Prefetto affinché, attraverso un suo intervento, si possa giungere ad un accordo con la Centrale. I costi di produzione alla stalla, come sottolineano le organizzazioni di produttori, sono aumentati di oltre il 20%, come in rialzo è anche il prezzo del latte contrattualizzato, il cui aumento registrato in Campania è pari al 17%. Aumenti delle materie prime che hanno provocato nella realtà salernitana e campana, come denunciano le associazioni Coldiretti, Cia e Confagricoltura, una riduzione delle produzioni di latte alla stalla di oltre il 10% (periodo di riferimento marzo 2010-marzo 2011) con la chiusura di oltre 400 stalle a livello regionale. A livello provinciale sono 180 le stalle che conferiscono alla Centrale per un totale giornaliero di 550 quintali di latte. I rappresentanti degli allevatori propongono, e intendono sottoscrivere, un protocollo specifico che preveda la raccolta diretta da parte della centrale con forti premialità sulla qualità del latte per un maggior rafforzamento del latte della Centrale sul mercato regionale. La raccolta effettuata direttamente dagli allevatori, infatti, dovrebbe consente ai produttori di avere un rapporto diretto con la Centrale e anche un credito certo, essendo la stessa una municipalizzata. Pertanto, andando tutte le maggiorazioni agli agricoltori, si potrà dare una boccata di ossigeno al comparto, ormai in ginocchio. Una strategia questa condivisa anche Cia e da Confagricoltura.