
Salerno. "Durante l'assemblea nazionale dell'UPI, è stata scelta, come auspicavo, la linea dura nei confronti del Governo, per sostenere che questi tagli sono impraticabili e insopportabili per le modalità con le quali vengono applicati e per la tempistica. Non si può pensare di asfissiare le Province, prima che ci sia la pronuncia definitiva della Corte Costituzionale in merito all'articolo 23 del decreto Salva-Italia, che ha previsto questo processo di abolizione e di riordino delle Province". Lo ha dichiarato il presidente della Provincia di Salerno, Antonio Iannone, nel corso del consueto appuntamento del venerdì alla web tv della Provincia www.informazionesalernitana.it. "Questo governo - ha aggiunto - è impegnato unicamente a far quadrare i conti dello Stato attraverso operazioni come queste, assolutamente impraticabili. E' evidente lo sforzo di appostare nel bilancio dello Stato una riduzione che, in effetti, non ci sarà. In ogni caso, noi ricorreremo al Tar, perché siamo profondamente preoccupati per l'impossibilità di garantire i servizi ai cittadini e perché siamo convinti che dobbiamo tutelare il futuro dei dipendenti dell'Ente. A questo proposito, faccio un appello alle forze sindacali. La decisione non riguarda solo la decapitazione politica, si trascura il fatto che immediatamente dopo arriveranno misure volte alla dismissione del personale. E' sempre stato così, si apre una falla e poi si tenta di abolire completamente un livello istituzionale, lasciando poi la vecchia architettura nel suo complesso". "Noi abbiamo affermato un principio - ha sottolineato - quello che non ci stiamo ad essere i boia del nostro territorio, non ci stiamo a non garantire la sicurezza delle strade e delle scuole. Naturalmente, se non ci vengono date le risorse, siamo nell'assoluta impossibilità di agire. Sarebbe stato più giusto, più corretto, più leale dire noi aboliamo tutte le Province, anziché relegarle in questa condizione di commissariamento di fatto che, peraltro, non produce nessuna economia". "Sono stato - ha concluso Iannone - tra i promotori di questa azione forte da parte dell'UPI, ma era sentimento comune l'impossibilità di agire. Ci siamo lasciati in assemblea permanente, pronti a rivederci ad ogni fischio del nuovo presidente nazionale Saitta, intenzionati a tenere uno scontro duro con il Governo, non per la difesa della nostra poltrona, ma perché profondamente convinti dell'effetto negativo che questa decisione avrà sul territorio".
"Fino ad oggi le Province italiane - ha fatto eco Antonio Saitta, Presidente dell'Upi - hanno sempre sopperito con risorse proprie alla totale mancanza di stanziamento di fondi destinati all'edilizia scolastica da parte dei Governi che si sono succeduti nel tempo. Ora il taglio lineare applicato dal ministro dell'economia Grilli ai nostri bilanci ci impedirà addirittura di pagare le bollette. Siamo pronti a ridurre ogni altra spesa, pur di assicurare ai ragazzi scuole calde e sicure, ma non posso permettere che si continui a tenere sottovoce una questione così drammatica, che lo stesso Ministero della Pubblica istruzione ha dovuto mettere nero su bianco nel suo 'focus sulla scuola' pubblicato all'inizio dell'anno scolastico". "Il Governo - ha continuato - ci toglie 500 milioni di euro e ci impedisce di investire per scuole più sicure, moderne ed efficienti. Chiedo a studenti, famiglie, insegnanti e presidi di sostenere con noi questa battaglia per riportare la sicurezza della scuola pubblica al centro delle priorità del nostro Paese". "Come è possibile - conclude Saitta - che il Governo, dopo aver pubblicato un dossier nel quale ammette che il 40% delle scuole italiane dovrebbero essere abbattute e ricostruite perché vecchie di 200 anni, insicure e non adatte ad accogliere i nostri ragazzi, poi non investa un solo euro per intervenire su questa emergenza e tolga mezzo miliardo di euro alle Province, che hanno il compito di presiedere proprio all'edilizia scolastica?"