
Mercato San Severino. Un folto pubblico ha salutato, domenica 25 marzo scorso, l'ultimo appuntamento con la rassegna "Insieme... con il teatro", ideata da "La magnifica gente do' Sud". Sul palco, per lo spettacolo conclusivo della kermesse, la stessa compagnia anfitrione, a rappresentare una libera trasposizione teatrale del film "I cento passi". Il copione è stato adattato dal direttore artistico de "La magnifica gente", Alfonso Ferraioli. Il presidente dell'associazione è attualmente Pasquale Iannone. Al termine della complessa piece, sempre nel solco della legalità e dell'impegno sociale perseguito dai membri del sodalizio, partecipazione ed applausi hanno sottolineato l'entusiasmo degli spettatori per la presenza - forte e sentita - di Dario Vassallo, di Serena Simonetta Lamberti e di Gianfranco Valiante. Tali illustri personaggi, attivi contro le mafie, hanno partecipato all'ultima soireè di "Insieme... con il teatro" per accompagnare, con un dibattito ad hoc, il fratello dell'ormai noto "sindaco pescatore" Angelo Vassallo a ricevere il premio "Roberto I Sanseverino". Un riconoscimento conferito dalla compagnia sanseverinese a personaggi rigorosamente meridionali, distintisi in campo sociale e per meriti culturali. Nelle scorse edizioni (ben tredici) hanno ricevuto questa onorificenza il vate sanseverinese Carmine Manzi, il Giffoni Film Festival, il maestro Roberto De Simone, l'attrice partenopea Regina Bianchi, il famoso interprete cinematografico Michele Placido e altri. Sul palco anche l'assessore alla Cultura Assunta Alfano. Il manufatto, realizzato dal maestro ceramista Carmine Casaburi, simboleggiava l'amore per la cultura e per l'arte. La manifestazione a margine della rassegna è stata condotta dalla giornalista Rosaria Coppola, ed ha visto alternarsi momenti forti pregni di impegno e di alta coscienza critica. In particolare è stato detto un "No!" forte al piegarsi alla mafia, definita dagli attori che hanno performato il tutto: "una montagna di merda". Il breve recital era incentrato sulla figura di Peppino Impastato, dee-jay ribelle alle "lusinghe" della malavita e visto precipuamente quale personaggio del film diretto da Marco Tullio Giordana, sopra riferito. Alla fine del momento drammaturgico, hanno detto la loro gli illustri intervenuti; essi si sono espressi molto chiaramente sul ruolo della criminalità organizzata, esternando emozioni ed intenti. Vogliamo ricordare soprattutto Dario Vassallo, germano dell'ecologista trucidato - come Impastato, in un ideale amarcord - per la politica ecologistica pertinacemente perseguita: il premiato ha parlato, anche da presidente dell'associazione che porta il nome del primo cittadino di Pollica, del modello di sviluppo studiato dal fratello prematuramente assassinato; il modello, definito "planetario", ha riscosso l'attenzione perfino della Cina. Poi Dario Vassallo ha bacchettato la cementificazione di S. Severino. Un intenso ricordo anche da parte di Serena Simonetta Lamberti, figlia del giudice Alfonso e soprattutto sorella della bambina (undici anni) uccisa al posto del padre in un agguato di camorra, di cui porta il nome (Simonetta), come lo stadio di Cava de' Tirreni. La rabbia e l'orgoglio nelle parole di questa donna certamente energica, che da poco tempo sta conducendo una sua battaglia appunto per la legalità. Tutti gli intervenuti hanno acconsentito - con cortesia e puntualità - a rilasciarci qualche parola riguardo i propri sentimenti nei confronti della criminalità, la mafia, la camorra: si è andati dal "rancore" verso chi uccide della Lamberti al pragmatismo, intriso però di passione e di veemenza, di Gianfranco Valiante, responsabile della commissione di inchiesta anticamorra, per poi abbracciare la "severità" e la compunzione - nel senso non deteriore - nonché la precisione di Vassallo.