
Mercato San Severino. "Carnevale 2009, sfilata di carri allegorici per le strade del centro": così recitava il corposo manifesto, approntato per l'appunto in occasione del carnevale e lo spettacolo non ha deluso. Per tale ennesima edizione della festa si sono aggiunti domenica 22 a Mercato San Severino perfino i simulacri di Baronissi, presente con le frazioni Sava, Aiello, Acquamela, Casalbarone, nonché quelli di Borgo di Montoro Inferiore (Av). La partenza dei "carri" nell'ambito della sfilata-parata sanseverinese, altresì organizzata da valide e propositive associazioni socioculturali della cittadina (presenti e attive, operative sul territorio) si è tenuta alle 16 da via Campo Sportivo, per giungere - snodandosi attraverso le vie principali del paese - fino a piazza Ettore Imperio, dove risiede il Comune. In piazza Imperio i vari gruppi si sono poi scatenati in lazzi e balli, facendo rivivere a bambini e adulti, giovani ed anziani - anche per il 2009 - l'entusiasmo e l'allegria di una festa comunque da non sottovalutare, da non dare per scontata per le implicazioni antropologiche ed etnologiche di cui è mistericamente pregna... Ecco, per la cronaca, i temi e i sodalizi che si sono avvicendati in questa bella "avventura", in codesta incursione culturale che - tra l'altro - ha avuto il "merito" di "ripristinare" in un certo qual senso l'antico retaggio del "ballintreccio", dapprima "relegato" solo presso le frazioni di Pandola ed Acigliano. L'associazione "Alfonso Gatto", di Curteri, ha proposto, per l'appunto, "o' intreccio"; l'associazione "S. Angelo a macerata" (S. Angelo) ha presentato il carro dei Flintstones; il sodalizio "Top ten dance" (con a capo il vulcanico dj Cercola), operante sempre a S. Angelo, si è sintonizzato sulla emblematica e fallica figura di Pulcinella. Il sodalizio "Il gabbiano" (Carifi/Torello di Mercato S. Severino) ha sfoggiato gli allegri colori del Brazil Carnival. Quelli del "S. Luigi Gonzaga", da Costa, hanno rivisitato a modo loro la "Coca cola story". Quindi è stata la volta degli "ospiti": da Casalbarone di Baronissi l'omonima associazione ha fantasticamente reinterpretato la crisi dell'Alitalia. La proloco circolo "S. Pantaleone" (Borgo di Montoro) ha creato il simpatico "galeone dei pirati", mentre quelli dell'"Alva" (Aiello/Acquamela di Baronissi) hanno incentrato la propria ricerca antropologica carnevalesca sugli "amici del bosco". La parata è stata condita da esclamazioni di gioia, per la felicità di grandi e piccini. E' toccato esibirsi anche al sodalizio "Maria SS. Delle Grazie" di Sava di Baronissi, con il "circuì fans" e "Miseria e nobiltà". "Quest'iniziativa - ha dichiarato il consigliere di maggioranza Assunta Alfano - non solo rappresenta un'opportunità di divertimento per la popolazione [e non soltanto, aggiungiamo noi] ma ripropone una tradizione radicata nelle nostre zone, secondo la quale l'ultimo giorno di carnevale [secondo il rito non ambrosiano, che invece vige a Milano] si festeggiava, dopo lunghi preparativi, con gli Intrecci, le caricature e le maschere confezionate artigianamente." Intanto un'apposita ordinanza, promanata dall'amministrazione comunale - la stessa che ha inteso regalarci la manifestazione carnascialesca ma non come "panem et circenses" - ha voluto anche stigmatizzare gli "episodi incresciosi" che puntualmente si sono riproposti a carnevale, verificandosi negli ultimi anni con maggior frequenza in questo periodo: sono infatti stati banditi bombolette spray, fialette maleodoranti, bastoni, ma anche "atteggiamenti offensivi della personalità altrui", nonché l'imbrattamento di automobili e/o mezzi pubblici. Hanno "vigilato" il comando di polizia municipale e le altre forze dell'ordine. Ricordiamo che il carnevale trae il suo termine, la sua denominazione dal latino e il suo celebrarsi dai costumi dapprima orfici e greci, poi romani, infine medievali (carnevale di Leroy-Ladurie e "battaliolae", feste "del fuoco" sanseverinesi, con la Messa dell'Episcopello, preludio al "Ciuccio di Fuoco" ad agosto) e così via. "Carnevale" potrebbe derivare da "caro, vale!" o da "carnem levare", ossia: "carne, ciao!" ("valere" in sermo latinus assume il significato di "stare bene", da cui "convalescenza", ma anche di saluto: "Stammi bene"...) oppure "levare la carne". Il riferimento è al successivo periodo purificativo, di penitenza e di astinenza dai cibi grassi dell'inverno, periodo rappresentato dalla imminente quaresima ("quadragesima dies": quarantesimo giorno), che rende senz'altro il carnevale una festività triste, melanconica, luttuosa, anche se comunque trasgressiva (vedi il carnevale di Leroy-Ladurie). Il carnevale è però un sovvertimento dell'ordine costituito, una lotta del Cosmos contro il Kaos, l'ordine contro il disordine, dionisiaco. I padroni diventano per una volta servi e gli schiavi divengono importanti. Insomma: "Semel in anno licet insanire", recita il vecchio adagio latino... Già presso i Romani, infatti, si hanno testimonianze della celebrazione del carnevale, mentre halloween è più antico, risale al capodanno celtico ("semain"), un anno iniziante dalla fine di ottobre con libagioni da parte dei celti coi loro druidi... I nostri antichi patres festeggiavano con maschere ("maschera" è sinonimo di "persona", sempre in latino) varie ricorrenze, quali: Lupercalia, Bacchanalia, Saturnalia, Floralia. Poi nel medioevo è "toccato" alla cosiddetta "Commedia dell'Arte", con personaggi tipici ormai famosi, che ritraevano in pieno la caratteristica peculiare di ogni regione italiana: Pantalone l'avaro a Venezia; Il dottor Balanzone, vanesio e cialtrone, ciarlatano, millantatore e arruffone, fanfarone, a Bologna; Arlecchino, furbacchione e sottile, maligno, un po' "falso", se così si può dire, a Bergamo, insieme e Brighella; anche un personaggio storico "nostrano" come Gaspare Sanseverino ha poi ispirato la figura di Capitan Fracassa. A Napoli c' è la maschera di Pulcinella, nome che deriverebbe o da Oddone di Polliceno, o da "pulcino", oppure anche da Paul Cinelli, ma vi sono altre ipotesi. Egli incarna il tipico stereotipo meridionale, pigro, infingardo, imbroglione, che se la sa cavare; furbo quanto e più di Arlecchino, col suo "savoir faire" riesce ad ingannare - con un pizzico di malizia da scugnizzi o da sciuscià - il padrone di turno. Pulcinella rimane dunque nella mentalità popolare uno "zanni", uno zerbinotto. Questa nostra "carrellata" sul mistero del carnevale si conclude qui con un'occhiata alle leccornie che si preparano per l'occasione: la lasagna - con besciamella, le uova, il salame e tante polpettine - carne di tutte le maniere, polpette, scamorzo (salama da sugo), migliaccio con farina di granturco, ciccioli o sfrittole (cigoli) di maiale, casatiello (con salame e un'abbondante spolverata di formaggio) e tortano. Infine i dolci, come chiacchiere, frappe, castagnole, krapfen e bomboloni, e soprattutto sanguinaccio.