Giffoni Film Festival. Sorride e si emoziona Jessica Alba, primo ospite d'eccezione della 42 esima edizione del Giffoni Film Festival, quando incontra i giurati. Vestita di bianco e bellissima, l'attrice parla della sua visione della felicità: "Cerco di vivere il momento, di non pensare al futuro, di essere felice nel quotidiano. Mi godo la felicità quando mi si presenta, da quando sono mamma di due bimbi è la mia priorità, essere felice giorno per giorno mi basta". Domanda dopo domanda, Jessica risponde con toni dolci e coinvolti e parla liberamente, con il cuore, della sua carriera. "Sono tantissime le cose che mi spingono a fare un film, il ruolo, gli attori con cui collaborare sul set ma soprattutto il regista: è lui che sceglie come plasmarti e qual è l'obiettivo da raggiungere, il risultato finale". E con i tanti "panni" che ha rivestito condivide qualcosa: "C'è un pezzo di me in ogni ruolo che ho interpretato - spiega alla folla di giurati in delirio - non sento di appartenere ad un personaggio in particolare ma ho lasciato un po' della mia personalità in ognuno di loro. Poter vestire i panni di qualsiasi persona è esattamente il bello del mio lavoro". Un ruolo preferito però lo conserva: "Quello in Sin City perché è stato il ruolo più creativo. Ho amato lavorare con Rodriguez e se penso che stavo per non partecipare al film. Il regista, infatti, mi disse: "Sei eccessivamente dolce per questa parte, è un ruolo troppo tosto per te". Ma poi quando mi fece l'audizione, fortunatamente cambiò idea". Sicura di sé senza mai perdere la sensibile femminilità che la contraddistingue. "Non sono una persona che ha molti rimpianti e non credo ne avrò in futuro perché tendo ad imparare da ogni cosa che mi accade, dagli errori come dalle cose positive. Non c'è nulla di inutile nella vita, tutto è esperienza". Poi una domanda "difficile": un ragazzo chiede se la morte del figlio di Sylvester Stallone, accaduta oggi all'improvviso per un presunto abuso di farmaci, possa essere stata causata dall'avere un padre così importante: "Non saprei ma credo che al di là della fama - replica dispiaciuta l'attrice - ciò che rende un figlio una persona sana è l'affetto. Celebri o meno, i genitori devono far sentire ai propri figli di essere amati, è l'unica cosa davvero importante". Si torna al cinema, come diventare registi o attori? "Il modo migliore per imparare a fare un film è esercitarsi, fare pratica. Consiglio ai ragazzi che vogliono lavorare nel cinema di provare a fare tutto, allenarsi con gli amici, caricare video online, scrivere una sceneggiatura. Iniziare è la strategia più efficace per gettarsi nel cinema". E i supereroi esistono? "Sì, i veri supereroi sono i non vedenti per me, lo penso da quando ho interpretato una donna cieca: il mondo non è attrezzato ad accoglierli ma nonostante questo vivono e riescono a destreggiarsi ugualmente con tenacia tra mille difficoltà". Una donna di successo e, soprattutto, felice "anche se da adolescente ero molto isolata, non avevo tanti contatti con gli altri. Come per tutti i teenager anche per me è stata una fase complessa ma tutta quella negatività l'ho riversata creativamente nel cinema, l'ho trasformata in una forza produttiva".
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