
Salerno. La Campania chiude le frontiere. Lo "promette" il governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca, nel corso del consueto appuntamento del venerdì per fare il punto della situazione per l'emergenza Covid19 in Campania. «Se dovessimo avere corse in avanti da parte di alcune regioni che presentino situazioni epidemiologiche preoccupanti, la Campania chiuderà i suoi confini a coloro che arrivino da queste regioni", ha infatti dichiarato in diretta streaming su Facebook. «Per la fase 2 bisogna avere una grandissima attenzione. Le autorità scientifiche ci ricordano che in gran parte del territorio italiano siamo ancora nella fase 1. Ho ascoltato in questi giorni pareri di presidenti di Regione del Nord ma anche del Sud, che premono per riaprire tutto - ha poi aggiunto il presidente di Palazzo Santa Lucia - In Lombardia ancora ieri (giovedì per chi legge ndr) abbiamo registrati 1000 nuovi contagi, in Veneto 400, in Piemonte, 800. Questa è la realtà. Il pericolo è che se in una regione che ha questa situazione epidemiologica non tranquillizzante e accelera in maniera non responsabile e coerente con i dati del contagio rischia di rovinare l'Italia in intera". Parole forti quelle pronunciate dal governatore che - come facilmente ipotizzabile - hanno avuto reazioni altrettanto forti. «Oggi il governatore si è detto pronto a chiudere i confini della Campania, la posizione sarebbe anche plausibile, ma prima si deve preoccupare di prevedere contributi per i fuorisede campani ormai senza lavoro o alle prese con gli studi nei luoghi in cui sono trapiantati", ha infatti dichiarato il consigliere Dante Santoro che scende in campo al fianco di tanti salernitani fuorisede che ormai hanno perso il lavoro, già precario, o sono studenti e non hanno fonte di sostentamento gravando sulle famiglie già sul lastrico a causa delle chiusure di massa. « Il grido d'allarme di questi giorni ci arriva specialmente dei giovani stagisti e precari che già da settimane hanno perso tutto, si stanno indebitando per non tornare e seguire il consiglio delle istituzioni per evitare il diffondersi di contagi. Queste persone non possono essere lasciate da sole, in primis perchè sono figli della nostra terra e poi perchè altrimenti saranno costretti a tornare in massa. Anche in questo caso abbiamo è stata una petizione per far sentire forte la voce di queste persone", ha poi aggiunto il consigliere comunale e provinciale. Si dice arrabbiato e preoccupato Stefano Maiolica, giovane salernitano residente a Milano, conosciuto ai più come "Un terrone a Milano". Maiolica è stato tra i primi a lanciare lo slogan #Ioresto, una sorta di monito per invogliare i fuorisede al nord di non tornare al sud per non far correre rischi ai familiari. Sono trascorse diverse settimane e il giovane salernitano ha lanciato un altro slogan: #Iocomeresto. «Ero molto preoccupato per la fuga dei fuorisede ed ero convinto che restare al nord fosse la scelta migliore per il bene di tutti - ha dichiarato Stefano Maiolica - Oggi, a distanza di 36 giorni, sono orgoglioso di questa scelta ma, purtroppo, mi tocca dover cambiare slogan... #ioComeresto? Perché la verità è che noi fuorisede siamo completamente abbandonati a noi stessi e, tranne per quei pochi proprietari di casa che hanno potuto/voluto dare una mano, la maggior parte di noi ha pagato e dovrà pagare i carissimi affitti con tanto di minacce". Molte sono infatti le persone del sud che si trovano in una situazione di estrema difficoltà: chi chi era in stage non si è visto rinnovare il contratto; chi ha una partita Iva non ha visto ancora un euro e, «se l'ha visto, a Milano a stento ci copri le spese dell'affitto di una stanza con 600 euro - ha spiegato il giovane, protagonista di Un terrone a Milano - Gli studenti che erano rientrati al sud prima che esplodesse il tutto, ora sono giustamente bloccati al sud e continuano a pagare l'affitto, allo stesso prezzo, di una casa vuota al nord. Gli studenti che, invece, sono rimasti ora provano a tenere duro con i soldi mandati dalle famiglie che, nel frattempo, stanno perdendo il proprio lavoro". Sono proprio gli studenti, infatti, ad essere maggiormente colpiti, in questa situazione: affitti da pagare e senza risorse economiche. Ci sono aiuti messi in campo dalle varie regioni, sì, ma - spiega Maiolica: «In Campania sono veramente poche le persone che potranno accedere al beneficio perchè ci sono una serie di restrizioni da rispettare. «Siamo rimasti per il bene di tutti ma, a distanza di 36 giorni, le mie certezze stanno iniziando a crollare. Tutto sarà fermo ancora per molto ma noi avremo l'ennesimo affitto da pagare. E allora mi domando: #comeresto?", si chiede il giovane che lancia un appello al governatore De Luca: «vogliamo restare qui, non è nostra intenzione tornare a casa e mettere a repentaglio la salute dei nostri cari, aiutateci però perchè noi non sappiamo come fare". Intanto, fumata nera per quanto riguarda la pizzeria d'asporto. Nonostante le numerose richieste dei titolari di attività presenti sul territorio campano nulla di concreto è stato deciso: «Stiamo ragionando in queste ore sulla possibilità di anticipare l'attività di consegna a domicilio, ma la decisione la prenderemo sulla base della situazione dell'epidemia, non sulla base di pressioni di questo o di quello. Dobbiamo avere la forza di resistere a tutte le pressioni - ha dichiarato il presidente De Luca - Una delle principali sollecitazioni che abbiamo ricevuto riguarda il cibo d'asporto, il trasporto a domicilio di generi alimentari, cibo, pizze. Non lo abbiamo consentito fino ad oggi non per particolare cattiveria". De Luca ha sottolineato che «è responsabile capire che la Campania è complicata, abbiamo la fascia interna della regione dove non abbiamo una grande densità abitativa ma abbiamo poi interi territori con concentrazione di abitanti spaventosa. Abbiamo limitato il trasporto domiciliare perché era complicato garantire che avvenisse in condizioni di sicurezza. Ma lo abbiamo fatto anche accompagnando questo divieto con una misura di aiuto: la Regione Campania, non mi risulta ce ne siano altre, ha dato un contributo di 2mila euro a tutte le attività impedite dal contagio, le pizzerie sono tra queste". Intanto, De Luca è certo di una cosa: «se continuiamo così, a metà maggio saremo fuori dall'emergenza".
FONTE: Cronache