
Salerno. "Toglietemi gli Specchi" sarà presentato sabato 27 presso la libreria Guida-Immaginesbook, alle ore 18:00, in via Garibaldi. All'appuntamento, presentato da Amelia Imparato, interverranno l'autore Mario Scippa, lo scrittore Prof. Arch. Giacomo Ricci, il maestro di chitarra Carlo Molinelli, la maestra di fisarmonica Daniela Esposito, Dario Perroni dei Mundu Rua (sitar, e sonorità sperimentali). Inoltre, ci sarà la partecipazione straordinaria di Campioni italiani e finalisti mondiali di ballo latino americano Umberto Gaudino e Louise Heise. L'opera rientra in una particolare forma di sperimentazione che l'autore sta conducendo sul web, con i suoi lettori: è un work in progress, come "studio" di artista, in cui l'autore, quale sperimentatore della comunicazione multimediale, elabora il suo personalissimo escursus letterario, in modo interattivo con i suoi lettori, anche tramite il web. Il suo sforzo creativo prevede la partecipazione, la condivisione, il confronto costante nel vivere l'arte declinato a trecentosessanta gradi. Mario Scippa infatti è un interprete della cultura contemporanea che spazia in campi semiotici complessi (architettura, antiquariato, fotografia, tecniche di rappresentazione multimediale), il suo salotto letterario partenopeo è divenuto soprattutto in questi ultimi anni, un crocevia preferenziale per la sperimentazione artistica di genere. Tra le sue doti di interprete e "mediatore" linguistico-comunicativo, risiede la capacità di interpolare i campi della semiotica, in un incessante percorso di ricerca personale. In questo suo ultimo lavoro, "Toglietemi gli Specchi", l'autore Scippa, superando i canali di stampa e di editoria tradizionali (trafila che avevano già affrontato per i suoi due precedenti libri), si è voluto cimentare in una ulteriore sfida letteraria, in una forma di interazione-multimediale con i lettori; arricchendo e trasformando in un work in progress, la sua creazione, che in fondo è anche il suo intento programmatico: "diffondere il bello" come si evince dalla trama del libro. Pertanto l'autore ha deciso per onestà intellettuale e per maggiore coerenza verso i lettori, di svincolarsi il più possibile dagli obblighi che gli avrebbero richiesto la pubblicazione dell'opera attraverso l'editoria tradizionale e così si è e cimentato in questa nuova scommessa, autoproducendosi. Egli interviene come un "sarto" ai contributi che riceve, in un continuo evolving letterario, sviluppa il suo pensiero in modo eclettico, trovando scomoda pertanto, ogni collocazione connotativa al suo incedere, non amandosi definire poeta, scrittore e artista.
Nel suo salotto letterario partenopeo, l'autore è impegnato nella diffusione della cultura, intervenendo come "umile"(cit. dell'autore), mediatore nella semiotica dell'arte. Ultimamente nel progetto "Cum Finis" da lui intrapreso si adopera per dare voce e fare incontrare, in un incessante melting pot multimediale, linguaggi comunicativi "interpolati" , in una incessante arché interattiva e di contaminazione di genere. Con il suo gruppo di sostenitori del "salotto letterario antichità Mario Scippa", sperimenta forme comunicative di avanguardia, sposando senza confini: arte figurativa, visiva, poesia, architettura, antiquariato, amplificandone l'impatto anche tramite streaming, in un ciclone di idee e aggregazione quale avrete modo di conoscere ed apprezzare; ritengo non solo per le sue doti di comunicatore, le fervide intuizioni di contaminazione nell'arte, ma anche per la sua personale "umiltà" conoscitiva, in questo costante atto di "umanizzazione" della cultura, nell'intento di suscitare ancora "stupore" di fronte alla banalizzazione del "noto". La sua produzione è improntata quale antidoto all'assuefazione consumistica, è cura all'alienazione secondo il suo personalissimo contributo letterario, nella poesia, nel racconto, in una sorta di originalissimo quadro programmatico contro la smania del possesso che appiattisce le nostre esistenze annichilendoci, interpreta l'arte in una costante ricerca ed in un incessante sforzo di sublimazione dei luoghi comuni, degli stereotipi. In quest'ultimo lavoro, un work in progress per il suo sforzo costante di ricerca comunicativa e di linguaggi, conduce il lettore come sapiente traghettatore oltre i confini a noi noti; conquistando gli interlocutori che vengono coinvolti da questo modus operandi non comune. Colpisce la sua capacità di aggregare forze così eterogenee tra loro,in una partecipazione democratico- civile in costantemente evoluzione; prova ne sono gli innumerevoli vernissage che si svolgono tra il salotto letterario ed i consensi sempre maggiori che riscuote in rete. Mario Scippa non è un autore-scrittore, in senso tradizionale, ma ad un attento "sperimentatore della comunicazione" che sa farsi interprete attivo del cambiamento culturale e coraggiosamente si spinge nella sperimentazione di nuove forme di contaminazione e avanguardie artistiche. "Per quanto mi riguarda - dice l'autore - a volte le cose che ci appaiono scontate sono proprio la cornice di grandi verità. E' un po' il mio atteggiamento nel lavoro Cum Finis, la volontà di raccontare Napoli da una zona di margine, insieme sul limite, ma quel limite che intendo io è costituito proprio da un insieme di cose scontate, di immagini codificate e stereotipate, quelle immediatamente riconoscibili da tutti come immagine della città, ma da quei punti codificati lo sforzo mio è quello di avere uno sguardo che va oltre, oltre".
La storia si sviluppa su due diversi livelli narrativi. Quella di uno scrittore, ambientata nella sua casa a Napoli in una notte del 2010; e quella del libro che sta scrivendo, ambientata tra Vienna, Venezia, Parma e Napoli, nel mese di Gennaio del 1998. Alberto Sarti è uno scrittore di fama internazionale. E' l'ospite d'onore ad un importante convegno sulla bellezza. Passa sveglio l'intera notte prima dell'incontro per preparare il suo intervento ma, preso dal suo ultimo libro, non riesce a scrivere neanche una riga. Resta sveglio tutta la notte e tra le pagine del libro che sta scrivendo rivede anche la sua vita e il rapporto difficile che vive con la moglie Giovanna. Il protagonista del suo libro è Marco. Fotografo napoletano che vive a Milano. La sua storia inizia a Vienna. Viene lasciato da Eva dopo una storia d'amore durata cinque anni, ritrovandosi solo una mattina di Gennaio tra le strade intorno la stazione. In quel suo vagare, col corpo e con la mente, incontra Sonja. Una bella ragazza cecoslovacca che anche lei vaga per le stesse strade in attesa dello stesso treno. Sonja è in Italia per ritrovare Anita. Cresciuta con lei e la sua famiglia, più che una amica è una sorella. Anita è da sette anni in Italia. E' una ballerina professionista di tango. Prendono lo stesso treno e devono cambiare insieme a Venezia. Dopo alcune coincidenze, che gli fanno ricordare dei momenti vissuti con Eva, inizia con Sonja una dolce avventura. Decidono di fermarsi un giorno in quella città. Passano una meravigliosa notte in una pensione nei pressi del teatro la Fenice. Il giorno dopo passeggiano per le strade di Venezia raccontandosi le loro vite scoprendo tantissimi modi comuni di vedere il mondo. La sera mentre fanno ritorno alla pensione, si ritrovano al centro dello spaventoso incendio che distrusse il teatro la Fenice. Marco decide di accompagnare Sonja a Parma per ritrovare Anita. Scoprono che Domenico Costagliola, detto don Mimì il Principe, a capo di una emergente organizzazione mafiosa con carattere internazionale, ha sposato la ragazza e se le portata via con lui. Si mettono alla ricerca della ragazza. La trovano a Napoli. Nel libro che sta scrivendo, con esempi e rimandi a fatti e luoghi reali e a sogni e a episodi e luoghi frutto dell'immaginazione, Alberto Sarti fa sempre riferimento all'importanza della bellezza, intesa come una energia naturale che alla pari degli elementi fondamentali della vita deve essere sottoposta a speciali leggi di salvaguardia e di tutela. Tutta la storia è un pretesto per parlare del carattere ambiguo della bellezza che da forza salvifica può, a mio avviso, trasformarsi facilmente in qualcosa di terribile e orribile. La storia di Marco e quella del suo autore Alberto, si sovrappongono, si completano e tutto il libro non è altro che un prologo all'intervento che poi lo scrittore Alberto Sarti terrà la mattina davanti ad un nutrito pubblico di esperti di linguaggio, di estetica, di comunicazione e arte, che da ogni parte sono venuti a Napoli per ascoltarlo.