La decisione del Sindaco di Salerno si inquadra nell'ambito dell'operazione "Strade Sicure", voluta dal Ministro della Difesa Ignazio La Russa. I militari impiegati dispongono di poteri di pubblica sicurezza, ma non di pulizia giudiziaria. Si tratta di un intervento che non ha mancato di suscitare perplessità e contraddizioni. A palesarle sono in primo luogo gli stessi sindacati di polizia, secondo i quali l'impiego dei militari in città rischia di causare una riduzione del numero delle pattuglie di pronto intervento. Il decreto del governo prevede infatti che i militari debbano essere "accompagnati" da personale di polizia, che viene pertanto ad essere distolto da altri compiti istituzionali più efficaci, per soddisfare le mere esigenze di visibilità di divise con finalità solo propagandistiche ma senza tener conto in alcun modo dei costi e degli effetti e dell'efficacia dell'intervento. Essi fondano dunque la loro argomentazione sul profilo funzionale e su quello dei relativi costi, intravedendo nell'operazione mere finalità di pubblicità politica. Dall'altro lato il provvedimento suscita le perplessità, condivisibili, di chi ritiene che l'impiego della forza militare dello Stato sul territorio debba essere giustificata da obiettive motivazioni di necessità ed urgenza, come richiede d'altronde il carattere della sua eccezionalità. Si tratta di una strada che l'attuale Governo sembra tuttavia aver intrapreso con estrema facilità, e che mai come oggi trasuda tutta la sua drammatica attualità. Se la cura ed il rispetto del territorio rappresentano lo specchio nel quale ogni città può costantemente ammirare la sua evoluzione, altrettanto può dirsi per la difesa di quel territorio da parte dei suoi cittadini dalle ingerenze, spesso arroganti, del potere centrale. Il movimento "No Tav" in Valsusa, il comitato no Dal Molin a Vicenza, i presidi di Chiaiano ne sono senza dubbio le rappresentazioni più emblematiche. E poco importa che si tratti di sostanziale difesa del proprio habitat o di lotta contro "cafoni e delinquenti". Che cosa, in sostanza, ha determinato il progressivo degrado (non solo estetico!) di alcune aree della città, o per meglio dire delle città in generale? L'ambiente urbanizzato (meglio, cittadino), rappresenta il naturale contesto nel quale l'uomo esercita la sua esistenza e le sue contraddizioni, e dove costruisce il suo tessuto di relazioni sociali. Ma le irrisolte differenze sociali, l'impoverimento dei servizi assistenziali con la crisi generale del welfare cittadino, l'assenza di lavoro e di politiche giovanili, presupposti indeclinabili alla base dell'involuzione delle regole sociali e degli abituali canoni di condotta civile, hanno senza dubbio acuito le contraddizioni tra i diversi strati sociali, realizzando una inevitabile involuzione culturale e rendendo in tal modo necessario l'intervento del "livello superiore", quello statale. Nella sua versione più hobbesiana: quella militare. In un una simile cornice, può dunque l'impiego della forza militare essere il rimedio idoneo per sopperire a questo dislivello economico e sociale e rimediare così ai problemi atavici che affliggono gli habitat cittadini?
Il presidente tiranno

Donald Trump sta sfidando le peggiori categorie più consolidate della politica tradizionale,
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