Brescia. Dopo quattro anni dalla fortunata esposizione "Moretto, Savoldo, Romanino, Ceruti. 100 capolavori dalle collezioni private bresciane", il curatore Davide Dotti propone al pubblico un nuovo appassionante viaggio alla scoperta dei capolavori conservati nelle più prestigiose dimore private della Provincia di Brescia, scrigni di tesori d'arte di inestimabile valore. Protagonisti della mostra non saranno più dipinti rinascimentali e barocchi, bensì tele eseguite nel XIX e XX secolo. Il percorso espositivo - che presenterà in anteprima mondiale un capolavoro riscoperto di Pablo Picasso del 1942, "Natura morta con testa di toro" - permetterà di esplorare le correnti e i movimenti artistici succedutesi nel corso dei decenni attraverso una selezione di oltre cento opere, alcune delle quali inedite o mai esposte in pubblico prima d'ora. Ai lavori dei più illustri pittori bresciani (Basiletti, Inganni, Filippini, Bertolotti, Soldini) seguiranno quelli dei grandi maestri italiani dell'Ottocento (Boldini, De Nittis, Fattori, Zandomeneghi); il salto verso la modernità sarà sancito dalle sperimentazioni d'avanguardia dei Futuristi Balla, Boccioni e Depero che esaltavano il mito del progresso, del dinamismo e della velocità, a cui faranno da contraltare le magiche tele metafisiche di De Chirico, Savinio e Severini; dal "Ritorno all'ordine" che caratterizzò gli anni venti e trenta del Novecento, di cui furono massimi interpreti Sironi, Morandi e Carrà, si approderà infine alla nuova Arte Informale, nata come reazione alla sofferenza e al disagio interiore vissuto dagli artisti di fronte all'immane devastazione della Seconda Guerra Mondiale. L'intento di Fontana, Burri, Vedova e Manzoni fu quello di cercare una nuova via espressiva rispetto a qualsiasi forma, figurativa o astratta, costruita secondo canoni razionali rapportabili alla tradizione pittorica precedente. Le loro opere, caratterizzate dall'improvvisazione e dalla potente gestualità nello stendere una pennellata, tracciare un segno, incidere, tagliare o bucare la tela, sono il frutto di un evento artistico che, svuotato da qualsiasi valore formale, si esaurisce nell'atto stesso della creazione. La rivoluzione estetica compiuta da questi maestri fu così dirompente da influenzare buona parte della produzione artistica dei decenni successivi, e tutt'oggi continua a essere fonte di ispirazione per l'arte contemporanea.
Per venti settimane Palazzo Martinengo diverrà il tempio del collezionismo privato, un "museo ideale" dove confluiranno una raffinata selezione di capolavori ricercati, acquistati e amati dalle più illustri famiglie bresciane che, quadro dopo quadro, hanno dato vita a raccolte di importanza museale uniche per qualità, varietà e vastità. Per il pubblico si tratta di un'occasione imperdibile per entrare virtualmente nelle più belle e inaccessibili dimore di Brescia e provincia e ammirare, in via del tutto eccezionale, opere di straordinario valore storico-artistico ritrovate dal curatore dopo anni appassionate ricerche. La mostra sarà visitabile sino al prossimo 10 giugno.