Reggio Emilia. Arte, musica e spiritualità si incontrano a Reggio Emilia, lungo una direttrice che parte da Kandinsky e conduce sino a Cage. In occasione del ventennale dell'attività espositiva del reggiano Palazzo Magnani, la mostra "Kandinsky->Cage. Musica e spirituale nell'arte" ripercorre il filo rosso che connette la musica agli sviluppi più tangibili dell'arte moderna e contemporanea. L'esposizione presenta lavori, produzioni ed opere dei più disparati autori. Si comincia con alcuni bozzetti concernenti opere di Richard Wagner, una pregnante summa che condensa orchestrazione, struttura ed equilibri del lirismo del maestro tedesco. Il capitolo dedicato invece al maestro russo dell'astrattismo è anticipato dall'esposizioni di alcuni lubki, vignette didascaliche della Russia ottocentesca ad uso e consumo del proletariato rurale ed urbano. Sono invece una cinquantina le opere di Kandinsky in mostra a Palazzo Magnani, tra acquerelli e grafiche, provenienti da collezioni private o pubblici musei. Si tratta, alla luce dello spirito dell'evento, di opere di carattere prettamente musicale, destinate ad esibizioni teatrali. Ma qual è stato effettivamente il ruolo ricoperto dalla musica nella produzione kandinskyana? Senza dubbio quello di via maestra verso l'elaborazione dei principi fondanti dell'astrattismo, inteso anche come liberazione degli impulsi spirituali inerenti a colori e segni, capaci forse di quella "reductio ad unum" dell'uomo contemporaneo sempre più frammentato dalle spinte centrifughe del liberalismo economico e del nascente individualismo. Si intuisce, pertanto, il legame profondo con un artista come John Cage, musicista poetico (o poeta musicale) che con l'artista russo condivide questa spiritualità motrice di pulsioni verso un'universalità astratta nella forma ma interiormente pregna e concreta. La sezione a lui dedicata comprende suggestive installazioni con note, documenti audio e video, una "sala del silenzio" e il famoso Solo for piano dal Concert for Piano and Orchestra, culmine della sua produzione. La strada che da Kandinsky porta a Cage è tuttavia decorata da altri preziosi intarsi, artisti che della sintesi spirituale tra arte e musica hanno fatto il loro verbo. A partire dal compositore Arnold Schönberg, amico di Wassily e poi maestro di Cage, di cui saranno esposti alcuni dipinti provenienti dallo Schönberg Center di Vienna, passando per Mikalojus Konstantinas ÄŒiurlionis, musicista e pittore lituano in grado di condensare ecumenismo cristiano, astronomia e nazionalismo con le chiavi di lettura della musica e dello spiritualismo. Non può mancare in questa cornice un artista come Paul Klee, che conobbe Kandinsky già a Monaco e che con lui condivise la meravigliosa primavera del Bauhaus. Musica ed arti visive, in Klee, sono "arti del tempo", racchiuse in quella superba definizione che Walter Benjamin diede del suo Angelus Novus: "Ha il viso rivolto al passato...ma una tempesta spira dal paradiso...lo spinge irresistibilmente nel futuro". Ad arricchire il percorso una selezione di opere di tre artisti particolarmente legati alla musica e alla spiritualità nel secondo Dopoguerra: Nicolas De Staël, Fausto Melotti e Giulio Turcato. Presente anche un omaggio a Marianne von Werefkin, la grande pittrice legata a Kandinsky e al Cavaliere Azzurro che fu pioniera nell'affrontare il pensiero artistico come "rivelazione della vita in termini di colore, forma e musica". Per ammirare le opere dell'artista sono state scelte le note di Igor Stravinskj, poeta e musico della tradizione come "forza viva che anima ed informa di sé il presente".
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