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Cultura

Mostre, alle Gallerie d'Italia di Milano le opere di Hayez

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Category: Arte
By Redazione
Redazione
09.Nov
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Milano. Inaugurata venerdì 6 Novembre, alle Gallerie d'Italia di Milano, la mostra su Francesco Hayez, una grande esposizione sul maggiore interprete in pittura del Romanticismo, curata da Fernando Mazzocca, con il coordinamento generale di Gianfranco Brunelli. Questo nuovo importante evento segue la grande mostra dedicata alla Prima Guerra Mondiale, ospitata presso le tre Gallerie d'Italia di Milano, Napoli e Vicenza fino al 23 agosto, e si inserisce anch'esso nelle attività di Progetto Cultura, articolato piano di interventi promossi dalla Banca Intesa San Paolo che, partendo dalla valorizzazione della proprie collezioni, promuove esposizioni temporanee ed eventi culturali nelle sue tre sedi museali. Nel rispetto della propria tradizione di partner istituzionale al fianco delle più importanti realtà culturali italiane, Hayez è realizzata in collaborazione con le prestigiose istituzioni milanesi e veneziane intimamente legate alla storia del grande artista: l'Accademia di Belle Arti di Brera, la Pinacoteca di Brera a Milano e le Gallerie dell'Accademia di Venezia. La mostra rappresenta la più completa e aggiornata esposizione monografica su Francesco Hayez (Venezia 1791 - Milano 1882), a più di trent'anni dall'importante rassegna milanese del 1983, e raccoglie in un'unica sede oltre 100 tra dipinti e affreschi dell'artista, tra i quali tre della collezione Fondazione Cariplo esposti nella permanente dedicata all'Ottocento delle Gallerie di Piazza Scala, La morte di Abradate, realizzato nel 1813, Papa Urbano II sulla piazza di Clermont predica la prima crociata del 1835 e L'ultimo abboccamento di Jacopo Foscari con la propria famiglia, noto come I due Foscari, dipinto tra il 1838 e il 1840. Nell'esposizione assumono un particolare rilievo temi - dalla Malinconia alla Meditazione sino al celeberrimo Bacio, dipinto-icona fra i più riprodotti dell'intera storia dell'arte - risolti nella chiave di allegorie moderne per esprimere le attese e le inquietudini del Risorgimento, epoca di cui Hayez è stato, con Giuseppe Verdi e Alessandro Manzoni, il maggiore interprete, contribuendo insieme a loro a costruire l'unità culturale del nostro Paese, ancora prima che questa divenisse politica. Di questi capolavori vengono messe a confronto le diverse versioni, come le due della Malinconia e in particolare - per la prima volta - le tre del Bacio, una delle quali fu presentata anche all'Esposizione Universale di Parigi del 1867. "Hayez è morto a 91 anni, ha attraversato praticamente un secolo di pittura - spiega il curatore Mazzocca - ha assistito a molti cambiamenti del gusto, senza mai cedere nell'impareggiabile stile, bensì affinando ispirazione e tecnica e cimentandosi nei più diversi generi, sempre con grande successo. [...] Ancora oggi è attuale perché non è mai retorico, neanche nelle grandi tele di ispirazione storica, ma guarda al di là delle convenzioni e della moralità vittoriana del tempo". Il suo "era un linguaggio in cui l'Italia poteva riconoscersi" e lo fece, consacrandolo da subito il cantore della bellezza, dell'amore e dei valori risorgimentali, di sentimenti comunque universali, di cui la sua opera intera è indissolubilmente intrisa". Il percorso segue una successione cronologica, ritmata dalla presenza degli autoritratti dell'artista, in mondo da rievocare insieme la sua vicenda biografica e il percorso creativo, dagli anni della formazione tra Venezia e Roma, ancora nell'ambito del Neoclassicismo, sino all'affermazione, a Milano, come protagonista del movimento Romantico. L'eccezionale sequenza di opere, tra cui capolavori più noti accanto ad altri presentati al pubblico per la prima volta, restituisce le esperienze di vita e d'arte di un autore in costante rinnovamento. Viene quindi confermata la grandezza del suo genio, tanto nella straordinaria padronanza dello stile e della tecnica - abile sia nella pittura a olio (anche su tavola) sia nell'affresco - quanto nella continua invenzione e rielaborazione dei temi iconografici prediletti. Le diverse sezioni della mostra riflettono i mutamenti del clima culturale, storico e sociale di cui Hayez è stato un sensibile e versatile interprete, padrone di diversi generi come la pittura storica e il ritratto - celeberrimi quello del Manzoni o della Principessa Belgiojoso - la mitologia, la pittura sacra e un ambito allora di gran moda come l'orientalismo, sino a giungere alle composizioni - forse quelle più affascinanti e che più riflettono la sua indole di libertino - dove trionfa il nudo femminile, declinato in una potente sensualità che lo rende unico nel panorama del Romanticismo italiano ed europeo. Protagonista sullo straordinario palcoscenico della Milano romantica, oltre a rappresentarsi in molti autoritratti, Hayez ha inserito la propria immagine all'interno dei suoi quadri storici, dando le proprie sembianze a uno dei personaggi che rivolgono lo sguardo allo spettatore. Intendeva testimoniare, in questo modo, la sua partecipazione diretta alle vicende che aveva voluto rendere vive e attuali con un processo di immedesimazione che ricorda quello del melodramma, con cui la pittura di Hayez ha avuto un rapporto diretto. La rassegna pone a confronto - grazie a prestiti eccezionali come quello della Maddalena canoviana - la pittura di Hayez con la scultura del suo maestro e grande protettore, soprattutto negli anni romani del suo esordio, Antonio Canova, e con quella del suo seguace Vincenzo Vela, destinato a diventare il maggiore interprete del Romanticismo in scultura.
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