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Cultura

Mostre, a Milano il mondo onirico di Marc Chagall

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Category: Arte
By Rosanna Auriemma
Rosanna Auriemma
11.Dec
Hits: 1094
Milano. Molto più di una mostra espositiva, superando persino le precedenti esperienze artistiche immersive: dopo le mostre multisensoriali di Van Gogh e Klimt in Italia, a Milano approda "Chagall. Sogno di una notte d'estate". Il Museo della Permanente è stato scelto come un palcoscenico a tutti gli effetti, dal momento che gli spettatori saranno proiettati all'interno di un nuovo modo di vivere l'arte sulla propria pelle tramite una mostra-spettacolo. Per la prima volta in Italia ci sarà la possibilità di ammirare non in maniera disincantata il genio dell'autore, ma con una completa immersione sensoriale, rafforzata dai grandi volti di Gianfranco Iannuzzi, Renato Gatto e Massimiliano Siccardi, curatori della regia, affiancati dall'immancabile colonna sonora, realizzata in occasione dell'evento da Luca Longobardi. Sapientemente organizzata in ogni sua parte, la mostra-spettacolo può essere considerata un primo tentativo di fusione delle tre fondamentali componenti artistiche, teatrali e musicali. L'arte, intensa nel più ampio dei suoi significati, è vista come momento di esaltazione del talento inventivo e della capacità espressiva propria di chi ha l'audacia di viaggiare con la mente, andando oltre le stesse barriere del conosciuto e del razionale. Solo seguendo quest'ottica si avrà la capacità di comprendere il bisogno, oggi impellente, di unificare l'arte in ogni sua sfaccettatura. Se non altro Iannuzzi, Gatto, Siccardi e Longobardi avranno il merito di aver catturato l'attenzione dei visitatori con innovazione, forti della propria inventiva. L'evento rappresenta uno straordinario tentativo di diffusione della sapienza artistica e culturale di uno dei più grandi maestri del 900.
  
Con il Patrocinio del Comune di Milano, "Chagall. Sogno di una notte d'estate" è stato prodotto in Italia dal Gruppo Arthemisia con Sensorial Art Experience e sarà visibile al pubblico fino al 28 gennaio 2018. La mostra segue una struttura ad albero, diramandosi verso ben dodici macro sequenze. Un vero e proprio excursus attraverso i meandri più reconditi della vita e della carriera artistica di Marc Chagall. All'incipit del percorso si pone Vitebsk, piccolissimo villaggio russo, dove nacque nel 1887 da famiglia ebraica. La sua fama di artista crebbe a San Pietroburgo, che lasciò in seguito ad un periodo di prigionia per il suo status di ebreo. Parigi rappresentò per Chagall la vera svolta. Fu in questa terra, che in seguito lo naturalizzerà come cittadino francese a tutti gli effetti, che il grande maestro ebbe la possibilità non solo di avvicinarsi agli studi artistici della comunità di Montparnasse, ma anche di stringere amicizia con i volti noti di quegli anni, come l'esimio poeta, Guillaume Apollinaire e i volti altrettanto noti dei pittori, Robert Delaunay e Fernand Léger. L'esperienza delle guerre risuonerà come un'eco per tutto il corso della sua vita. Prima la rivoluzione russa nel 1917, alla quale prese parte attiva, godendo anche della nomina di Commissario dell'arte per la regione di Vitebsk da parte del ministro sovietico della cultura, poi la Seconda Guerra Mondiale che costrinse Chagall e tutta la sua famiglia a stabilirsi nel 1941 negli Stati Uniti per sfuggire all'Olocausto. Costretto ad andare avanti, sentendo costantemente il peso del fardello legato alle proprie radici e alla propria fede, il grande artista fu fortemente influenzato da queste vicissitudini, al punto da provarne un tale disprezzo, che gli ha consentito di abbracciare ben altri orizzonti nei suoi capolavori. Tramite il suo fauvismo onirico, la predilezione per le deformazioni, atte a ricreare un mondo dei sogni, la costante tensione all'uso di colori espressionisti, carichi di luce, Marc Chagall è riuscito a scrollarsi di dosso quel macigno, combattendo quel che i nazisti vedevano come un vizio di forma con la joie de vivre, tipicamente matissiana.
  
Numerose sono le opere provenienti dal Musée National Marc Chagall di Nizza, che il pubblico avrà l'opportunità di vedere per la prima volta nel nostro Paese. I colori vivi e cangianti non sono solo quelli che animano i suoi dipinti, ma arricchiscono con grande intensità i suoi collages, le sue vetrate e i mosaici, che trasportano il visitatore nella poesia incantata del mondo onirico chagalliano. Le opere, amplificate e proiettate su intere pareti, avvolgono lo spettatore nel proprio corpus, consentendo ad ognuno di immergersi e diventare parte integrante del capolavoro. Il racconto, minuziosamente dettagliato, insieme alla colonna sonora, procede in contemporanea allo scorrere delle immagini in movimento. La sua lirica e la sua poesia si fondono in un'esperienza unica fino ad ora. La struttura della mostra è senza dubbio ideata con l'intento di rendere omaggio a colui che più di tutti è stato capace di creare un vero e proprio viaggio immaginifico, che ancora oggi risuona soave nelle nostre memorie, Lewis Carroll. Tutto ci parla di Alice e del suo viaggio nel paese delle Meraviglie. Tutto ci ricorda che in ognuno di noi è nascosta una piccola Alice, che ci aiuta a liberare la fantasia alla volta di un viaggio immaginifico. Ampio spazio è lasciato anche ai più piccoli, dedicando un laboratorio per la Scuola dell'infanzia e per quella secondaria. Attraverso diversi percorsi i bambini avranno la possibilità di scoprire l'autore nel modo più semplice, divertendosi a ricreare i personaggi da mettere in scena in un magico teatro. Protagonista della mostra non è, dunque, l'artista in sé, quanto la capacità del suo modo di fare arte, misto a suoni e parole. E' la sua anima, che attraverso le sue opere prende vita, andando oltre la cornice, che intrappola sulla tela la vera essenza dell'artista. La mostra rappresenta a tutti gli effetti un momento di svolta per le arti visive, che traggono la loro ninfa vitale da un connubio perfetto di suoni, parole e immagini.
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