Modena. Sono in corso fino al 10 gennaio, negli spazi espositivi del Foro Boario di Modena, le nuove mostre di Fondazione Fotografia. L'allestimento presenta due percorsi integrati l'uno nell'altro: accanto alle ultime acquisizioni entrate a far parte delle collezioni della Fondazione Cassa di risparmio di Modena, riferite ad autori contemporanei del nord Europa, saranno esposte in anteprima assoluta per il nostro Paese le opere del fotografo norvegese Tom Sandberg (1953 - 2014). L'intero progetto espositivo è a cura di Filippo Maggia, direttore di Fondazione Fotografia Modena. La pluralità e la varietà degli artisti riuniti è uno dei principali punti di forza di questo nuovo capitolo di opere entrate in collezione (cui seguirà un secondo capitolo a completare l'Europa sud-occidentale), sinora mai esposte: paesaggi, ritratti, staged photography, istantanee, fotografia di reportage e installazioni. Molteplici sono anche i temi affrontati dagli artisti, che si confrontano con le più urgenti sollecitazioni che la realtà impone alla nostra attenzione e indagano questioni legate alla storia del medium e alla natura delle immagini contemporanee. Il gruppo di artisti, che vede affiancati nomi già noti della fotografia ad autori che si stanno oggi affermando sulla scena internazionale, comprende Morten Andenæs (1979, Norvegia), Johann Arens (1981, Germania), Jonny Briggs (1985, Regno Unito), Willie Doherty (1959, Irlanda del Nord), Annabel Elgar (1971, Regno Unito), Hallgerður HallgrÃmsdóttir (1984, Islanda), IlkKa Halso (1965, Finlandia), Sarah Jones (1959, Regno Unito), Sanna Kannisto (1974, Finlandia), Sandra Kantanen (1974, Finlandia), Astrid Kruse Jensen (1975, Danimarca), Lilly Lulay (1985, Germania), Melissa Moore (1978, Regno Unito), Barbara Probst (1964, Germania), Olivier Richon (1956, Svizzera/ Regno Unito), Tom Sandberg (1953 - 2014, Norvegia), Trine Søndergaard (1972, Danimarca), Wolfgang Tillmans (1968, Germania), Gillian Wearing (1963, Regno Unito). Nel corso di una carriera più che trentennale, Tom Sandberg ha lavorato soprattutto con la tecnica del bianco e nero, prediligendo medio e grande formato e dando vita ad un corpus di opere rilevante. I lavori esposti a Modena sono pervasi da un'inquietudine tipicamente nordica: visioni che divengono riflessioni aperte sulla vita e sulle sue infinite sfumature (sottolineate da una superba stampa), in taluni casi vere e proprie allucinazioni che richiamano gli incubi di Munch, nelle quali la presenza umana diviene una proiezione di sé, tanto incerta quanto definitiva.
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