Torino. L'arte metafisica di Giorgio De Chirico regna sovrana in quel di Torino con un evento realizzato per mantenere viva la memoria dell'illustre artista, "Giorgio de Chirico. Capolavori dalla Collezione di Francesco Federico Cerruti". La città piemontese apre le sue porte ad una mostra dedicata all'intelletto e alle emozioni di uno dei più grandi artisti del XX secolo. Questa rappresenta una nuova occasione, unica nel suo genere, per il Castello di Rivoli, sede del Museo d'Arte Contemporanea, nominato non a caso patrimonio Mondiale dell'Umanità dell'UNESCO. Sontuosa e scenografica bellezza degli interni si fonde all'imponenza del colossale edificio, vantando una storia secolare, dominio sabaudo dal lontano 1247. Ed è proprio questo il palcoscenico scelto per l'allestimento di un evento pregno di arte e passione, dedicato al più grande precursore del surrealismo ma, soprattutto, fondatore dell'arte metafisica. Le porte del Castello saranno aperte al pubblico fino al prossimo 27 maggio, data di chiusura di un ciclo espositivo atto a riportare in luce un nucleo selezionato dei capolavori più celebri del pittore greco. Non poteva mancare una tappa in Italia, terra che lo ha ospitato e accompagnato fino alla fine dei suoi giorni, quando nel 1978 si spense nel cuore della capitale, lasciando al popolo una perpetua reminiscenza della sua arte, ma soprattutto del suo spirito, che ancora vive nei suoi capolavori. Lo stile barocco del Castello di Rivoli si fonde con l'essenza che va al di là della realtà, riportando su tela l'aspetto misterioso, intricato, facendosi portavoce di un filone artistico e culturale, che tenta di dare un volto al grande rebus del nostro mondo. E' l'enigma che traspare dalle sue opere, poste al centro di una catena, alle cui estremità sono presenti i lati opposti della stessa medaglia. Antico e moderno si fondono in un conglomerato che rende ancora più astrusa l'esplicazione delle immagini dechirichiane. La staticità è senz'altro l'elemento caratterizzante di questa corrente artistica. Con tale termine si evidenzia non soltanto un puro aspetto formale, legato ad immagini fisse sulla tela, che non mostrano neanche un minimo cenno di movimento, ma in particolar modo quel tocco quasi magico, tipico del pennello metafisico, che cristallizza il momento descritto, chiudendolo per sempre nella cornice, eternizzando i colori, che improvvisamente perdono la loro vitalità. Le ombre sovrastano le zone di luce, l'uomo si dematerializza, perde la sua essenza. Immobile in un eterno presente, incatenato da quello stesso pennello abilmente maneggiato dal grande De Chirico, si vede proiettarsi in altro da sé, una figura che di umano conserva solo le fattezze fisiche, un manichino. L'enigma della vita, la magia del mondo, cui sfugge ogni logica, si concretizza in piazze ampie e deserte, assolate e vuote, melanconiche statue. Tutto si ferma dinanzi alla grandezza della natura, tutto è in silenzio. Luci innaturali illuminano luoghi deformati dall'occhio dell'artista, come se fossero privi di un vero spazio materiale. Non c'è un tempo che scandisce lo scorrere inesorabile delle ore, non c'è una fredda oggettività che pone risposte certe ai dubbi della vita. Tutto è un forse, non reale, quasi inquietante. De Chirico rappresenta con le sue pennellate il dramma della vita, l'enigma dell'uomo che non potrà mai abbandonare l'idea di appartenere ad un mondo che lo osserva, lo guida, catapultandolo il più delle volte in situazioni apparentemente prive di un significato logico. La vita che stravolge nella sua composizionalità, un rebus cui nessuno riuscirà mai a dare una soluzione finale, un continuo panta rei che travolge chiunque capiti nel suo corso con il suo flusso turbolento. Questa visione è tradotta in immagini, nate dalla fusione tra reale e immaginario, che avremo la possibilità di ammirare dal vivo grazie agli otto capolavori esposti al Castello di Rivoli, includendo opere che spaziano dal 1916 al 1927. La particolarità dell'evento, che lo rende unico nel suo genere, non consiste soltanto nell'esposizione degli originali dell'illustre artista ma in una trasposizione della sua arte, fortemente legata al passato e alla classicità, in una moderna forma espressiva, artistica e culturale. In linea con la metafisica dechirichiana nella Manica Lunga del Castello di Rivoli è stata allestita la mostra "Metamorfosi - Lasciate che tutto vi accada", a cura di Chus Martínez, grazie alla quale sarà possibile esplorare, analizzare e prendere parte al processo di metamorfosi nell'arte, attraverso le opere di alcuni dei più rinomati artisti internazionali. Nel percorso espositivo si alterneranno, direttamente da Buenos Aires alla Svezia, da Parigi a Varsavia, le sculture, le installazioni, i dipinti e i video, realizzati appositamente per il Castello di Rivoli, ad opera di Nicanor Aráoz, Ingela Ihrman, Eduardo Navarro, Reto Pulfer, Mathilde Rosier, Lin May Saaed e Ania Soliman. Ancora una volta è l'enigma della vita a fare da sfondo all'arte, la volontà di ricercare il senso primordiale della natura che ci abbraccia nella sua immensità. Ed in questa panoramica tanto intricata, l'arte è la sola a poter dar voce al respiro della natura, all'essenza di un mondo mutevole, che si anima e vive attraverso gli occhi di chi lo ama. La dinamicità metamorfica abbatte le barriere di una qualsiasi forma di ignava fissità. Ad esaltare la grandezza dell'evento si aggiungono poi le opere "I Have Left You The Mountain",a cura di Simon Battisti, Leah Whitman-Salkin e Ã…bake, che giungono a Torino dopo un'esposizione temporanea nel Padiglione Albania della Biennale di Architettura di Venezia del 2016, oltre al video "Army of Love" di Alexa Karolinski e Ingo Niermann, commissionato nello stesso anno dalla IX Biennale di Berlino. L'energia che emerge da questa collezione basta a far comprendere come l'arte possa nutrirsi di vita, andando oltre la sua stessa identità. Il pennello dell'artista cattura un'idea che può vivere solo tramite l'immaginazione di chi ad essa si accosta. E' l'arte che si tramuta in una metamorfosi continua e diventa essa stessa vita.