
Roma. Per il diritto al contratto di lavoro e per le assunzioni, Usb scende in piazza. "La misura - recita una nota ufficiale del sindacato - è colma da tempo e non si può accettare che i diritti di tutti i lavoratori possano essere ancora calpestati da una politica che, "serva dell'Europa", da tempo ci impone una serie di restrizioni che ogni giorno pesano sempre di più sul nostro futuro. La nostra categoria è, come tutto il mercato del lavoro, sotto una morsa depressiva che basandosi su una "finta produttività" distrugge di fatto il welfare del paese. L'imposizione dell'azzeramento del bilancio pubblico taglia la possibilità di investimento dello stato verso le aziende e crea uno scontro fratricida tra i lavoratori pubblici e privati. La nuova "carta del mercato" crea un clima pesante dove la vera parte produttiva del paese, i lavoratori, sono costretti a cedere sempre più consistenti diritti a "favore" della permanenza nei luoghi di lavoro. Siamo ormai alla macelleria sociale, al tutti contro tutti, dove solo USB rappresenta il sindacato vero. La grande multinazionale Cgil-Cisl-Uil ha troppi interessi diretti di mercato per poter ricordare la sua "antica" natura di sindacato. Questa multinazionale dei servizi è affianco del governo reggendogli il gioco. Lo vediamo, palesemente, dal fatto che hanno abbandonato la lotta... la piazza ormai per loro non esiste! Dobbiamo dire basta e rovesciare il tavolo dove la politica banchetta e noi lavoratori paghiamo il conto, dopo che li abbiamo anche serviti. Dobbiamo pretendere quello che ci spetta di diritto perché sono i lavoratori la spina dorsale del paese. Basta con riforme pensionistiche che servono solo per non rigenerare i posti di lavoro... è tempo di assunzioni. E' tempo di investimenti consistenti, perché i nostri servizi sono la risorsa sociale del Paese. Dobbiamo tutti difendere il patrimonio collettivo che è la nostra unica ancora di salvezza. Basta con una politica che distrugge l'istruzione, la salute e la salvaguardia. Dobbiamo unirci tutti noi lavoratori e dire basta con forza ed unione di classe. Riprendiamoci quello che è nostro... il futuro! Il 16 ottobre - si chiude il comunicato - USB davanti al ministero della "spending review" griderà, attraverso la voce dei lavoratori, il proprio NO a questa politica. Chiedendo contratti e assunzioni!"