Un vero e proprio tsunami informatico quello che è accaduto nella giornata di venerdì 29 e che non ha risparmiato neanche Salerno. Irraggiungibili per quasi l'intera giornata numerosi dei più importanti siti istituzionali e di informazione. Ad essere colpiti, tra gli altri, anche il portale della Provincia, delle principali sigle sindacali e alcune testate giornalistiche tra cui anche IRNO.IT. Tutti quelli ospitati dal provider Aruba che ieri mattina è stato colpito da un incendio che ha coinvolto i gruppi di continuità dell'azienda. Il principale player nazionale contiene centinaia di migliaia di server, forse più del 50% di tutti i siti italiani, che sono risultati non raggiungibili: insomma, il più grande blackout di internet mai verificato in Italia. La causa del disagio è stato un principio d'incendio nella web farm di Arezzo, che fornisce la base per i siti, nonché un servizio di posta altamente diffuso, soprattutto di posta certificata. La società è al primo posto non solo in Italia, ma anche nella Repubblica Ceca e in quella Slovacca per numero di siti in hosting e di domini registrati. Complessivamente ha 1.650.000 domini registrati e mantenuti; 5.000.000 caselle e-mail gestite; 5.000 server gestiti. Aruba, fondata nel 1994, dichiara di avere 1,5 milioni di domini mantenuti, 3.000 mq di datacenter e oltre 10.000 server gestiti. Sono riusciti a reggere solo i principali siti che hanno una web farm in proprio, come il sito della prefettura, ospitato dal Ministero degli Interni. Il Codacons sta studiando la possibilità di avviare una class action in favore dei clienti di Aruba in quanto «si tratta - spiega l'associazione - di un danno economico enorme, soprattutto per chi lavora con la posta elettronica e per chi gestisce la propria attività attraverso il web ».
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