Ci viene da sorridere se pensiamo che nei primi anni i canali a diposizione erano uno, poi due, poi la conquista del terzo canale…se pensiamo alle centinaia e centinaia di canali di oggi, tra digitale, satellite, pay per view, on demand, interattiva e tutto il resto, altro che passi da gigante deve aver fatto questa scatoletta!
Il 1954 è un anno di trasformazioni, economiche e culturali, molto profonde per l’Italia.
Sono gli anni del boom economico: c’è decollo industriale, c’è la crescita del fenomeno migratorio dalla campagna verso la città e dal meridione verso i grandi centri industriali del nord. Sono gli anni di De Gasperi e della Democrazia Cristiana che combatte con il rivale di sempre, il Partito Comunista, mentre il mondo è attraversato dalla guerra fredda.
Quando arriva la tv nelle case, ad accoglierla ci sono pochi fortunati, perchè non era divenuta ancora un bene di massa; le statistiche di allora raccontano che all’inizio un apparecchi televisivo arrivava a costare anche un milione e trecentomilalire, un oggetto di superlusso, contro un reddito procapite annuo che non arrivava a 300milalire. Per fortuna, dopo qualche anno, nel 1959, a guardare la tv erano in 20 milioni, persone di ogni regione che grazie ai programmi impararono l’italiano, conobbero la letteratura e si addentrarono un po’ di più nelle problematiche sociali, politiche e storiche. Una funzione educativa quella della tv degli esordi che negli anni non è stata più equiparata nonostante il progresso tecnologico. La televisione si è invece ridotta col tempo da esempio da seguire per la società , a modello negativo, talvolta specchio dei vizi e delle bassezze della società stessa.