
Catanzaro. Un nuovo terremoto scuote e fa barcollare il mondo del calcio. Dalle prime luci dell'alba sono infatti in corso diversi arresti e perquisizioni a danno di personaggi che lavorano presso società di Lega Pro e Serie D, nonché presso le sedi di alcune compagini calcistiche. L'operazione, partita da Catanzaro e coordinata dalla Dda locale, che ha portato alla scoperta di numerose partite combinate, ha poi toccato anche Cosenza, Reggio Calabria, Bari, Napoli, Milano, Salerno, Avellino, Benevento, L'Aquila, Ascoli Piceno, Monza, Vicenza, Rimini, Forli', Ravenna, Cesena, Livorno, Pisa, Genova, Savona. In totale sono 50 i fermi, oltre 70 gli indagati ed una trentina le squadre coinvolte. Tra le ipotesi di reato contestate l'associazione per delinquere finalizzata alla frode sportiva. Ad alcune tra le persone indagate, poi, sono altresì contestate le aggravanti mafiose e transnazionali. A reggere le fila del complesso magheggio, infatti, sarebbero noti esponenti della 'ndrangheta calabrese. Tutto è partito dalle intercettazioni di Pietro Iannazzo, ritenuto elemento di vertice dell'omonima cosca che opera a Lamezia Terme, arrestato giovedì scorso in una operazione della polizia contro la 'ndrina. Tra le persone fermate, come riporta il quotidiano il Corriere del Mezzogiorno, vi sono anche tre salernitani: l'ebolitano Antonio Ciccarone, direttore sportivo del Neapolis (presieduto da Mario Moxedano, ex patron del Napoli, anch'egli indagato con il figlio Raffaele); il direttore sportivo del Monza, il paganese Gianni Califano e suo padre Bruno; l'avellinese Adolfo Gerolino, ex calciatore della Pro Patria. Tra le squadre coinvolte finora venute a galla: L'Aquila, Pro Patria, Barletta, Akragas, Vigor Lamezia, Torres, Brindisi, Neapolis Mugnano.