Solferino. E' stato approvato in data 22 giugno, in un clima piuttosto teso, il nuovo Statuto della Croce Rossa Italiana. La storica manifestazione di Solferino, che ripercorre, ogni anno, con una fiaccolata molto sentita sia dai volontari, che accorrono da ogni parte del mondo, sia dagli abitanti stessi della cittadina, i luoghi che furono teatro di scontri sanguinosi ma anche della nascita dell' idea di Croce Rossa, quest'anno ha visto alternarsi la gioia dei volontari ad attimi di tensione e panico. Infatti, il giorno 21, quando a poco a poco i partecipanti si stavano insediando nella grossa tendopoli messa a disposizione dell'organizzazione, un gruppo di manifestanti di Casapound, armati di fumogeni e torce, ha dato accidentalmente fuoco ad alcune sterpaglie che costeggiavano il campo, provocando un incendio, che è stato prontamente spento, evitando una tragedia. Le motivazioni della protesta sonostate prontamente affidate ad una nota presente sul sito web di Casapound, dove Marco Arioli, responsabile lombardo del movimento afferma: "Speriamo che questo incidente non costituisca un appiglio per deviare l'attenzione dalla drammatica situazione in cui si trovano 4mila famiglie italiane e da quanto sta avvenendo qui a Solferino, dove un'assemblea straordinaria dei vertici della CRI è riunita per dare seguito al decreto che, dallo scorso autunno, ha di fatto messo in liquidazione il Corpo. Un "regalo" del governo Monti, con l'avallo dell'allora commissario e oggi presidente Francesco Rocca. Questo significa privatizzazione, federalismo gestionale, mobilità e svendita del patrimonio immobiliare. In sintesi, la fine della CRI come punto di riferimento nazionale per i più deboli è l'ennesimo colpo ai livelli occupazionali del nostro Paese". Cerchiamo di comprendere allora quali sono le novità apportate da questo Statuto, approvato dall'Assemblea dei Presidenti dei Comitati CRI di tutta Italia, riuniti per l'occasione. Esso è innanzitutto frutto di un percorso di rinnovamento cominciato più di un anno fa e che ha visto la partecipazione e il coinvolgimento di soci attraverso assemblee e votazioni. Il Presidente, Avv. Francesco Rocca, ha espresso durante i lavori la sua più viva soddisfazione per un documento non "calato dall'alto" e che mette al centro della vita dell'Associazione il concetto di Volontariato. Ma tutto ciò in cosa si traduce? Premettendo che il testo approvato non è ancora stato reso noto e partendo dalla bozza presente sul sito www.cri.it notiamo che il primo elemento di cambiamento è lo Status giuridico della CRI, che da ente pubblico, diviene persona giuridica di diritto privato, con la prerogativa di essere un'associazione di promozione sociale. Questo le consente la partecipazione a bandi di concorso pubblici e privati per la fornitura di quei servizi che rientrano nella sua sfera di competenze e in più essa potrà finalmente godere delle entrate economiche derivanti dal 5 per mille, evento che qualche anno fa, era stato contestato all'Associazione, esclusa dalla ripartizione per via della sua natura "pubblica". Risulta confermato lo scioglimento delle 6 componenti già avvenuto a dicembre 2012, con la sola permanenza del Corpo militare e di quello delle Infermiere Volontarie che mantengono una gerarchia e un organizzazione propria, ma comunque legata a doppio filo ai Comitati di appartenenza. Ricordiamo appunto che la Croce Rossa è ausiliaria delle Forze Armate ed esplica questa funzione appunto attraverso il Corpo Militare e le Infermiere Volontarie. La vera novità è rappresentata dal ruolo che rivestiranno i Comitati a livello territoriale: da sempre considerati il punto di partenza e di espansione sul territorio delle attività programmate a livello nazionale, essi riceveranno una piena autonomia organizzativa, gestionale, amministrativa, patrimoniale, finanziaria ed operativa. Suddivisi in nuclei territoriali pari ad un Comune, un Area metropolitana o più Comuni di modeste dimensioni, essi dovranno "sopravvivere" autonomamente sotto l'egida di un livello superiore, il Comitato Regionale, che assorbirà parte dei proventi per garantire il coordinamento delle attività. Questo tipo di manovra ha un doppio risvolto: se da un lato spingerà le varie unità locali all'intraprendenza nella ricerca e nella fornitura di servizi che possono garantire, da un lato determinerà la fine di chi, avendo difficoltà economiche, non potrà usufruire del sostegno regionale e nazionale e sarà costretto a lasciare sguarnite zone dove pure la CRI offre un sostegno valido alla popolazione. Inoltre si assiste ad un insolito rovesciamento di ruoli: sono i piccoli nuclei di CRI sul territorio a foraggiare i Nuclei più grandi e non viceversa: infatti è previsto che ogni Comitato versi obbligatoriamente, oltre al già citato contributo ai Comitati regionali, delle aliquote destinate a specifiche attività: quelle di emergenza, cooperazione internazionale e formazione dei soci. Una riforma che privilegia lo spirito imprenditoriale e privatistico e che semplifica l'enorme mole di lavoro burocratico che da sempre ha caratterizzato gli enti pubblici: da adesso la maggior parte dei poteri decisionali sono concentrati nelle mani dei Presidenti locali, che si coordinano con l'Assemblea dei soci, ma soprattutto con i loro corrispettivi regionali e provinciali, eliminando le strutture gestionali presenti nei piccoli gruppi, dove, per la coordinazione delle attività, essi si avvalgono di collaboratori. Il nuovo Statuto va collocato in un operazione più ampia di liquidazione dell'ente CRI, oberato dai debiti e che prende le mosse dal piano di salvataggio dell'Alitalia portato a termine già diversi anni fa. La CRI sarà scissa in 2 differenti società, pubblica e privata, e la prima assorbirà e liquiderà il passivo accumulato e dovrà gestire la delicata situazione dei 4mila dipendenti che, al momento, non hanno un futuro assicurato. La good company invece prenderà con sé, insieme allo Statuto, tutte le entrate e i proventi derivati da attività e/o donazioni. Questa situazione di dualismo durerà fino a dicembre 2015, momento in cui la CRI assumerà una natura totalmente privata. Molti sono i malumori che serpeggiano negli ambienti CRI, specie nei corpi militari: le Infermiere Volontarie, infatti, sono state le uniche a non applaudire, in segno di protesta, all'atto dell'approvazione ufficiale dello Statuto. La manifestazione solferiniana, giunta al suo XX appuntamento, quest'anno avrà molto da ricordare, anche perché alla fiaccolata celebrativa ha preso parte un delegato della Mezzaluna Rossa siriana, a testimonianza della vicinanza della Croce Rossa Italiana alla Società nazionale consorella, che nei mesi scorsi ha subito numerosi e orribili attacchi al personale di soccorso durante i conflitti armati, in piena violazione di tutte le regole del Diritto Internazionale Umanitario di cui la Croce Rossa è depositaria. Insomma attenzione a numeri, conti e diritti dei lavoratori, ma senza dimenticare l'affascinante avventura umanitaria che la più grande Associazione Umanitaria nel mondo incarna da più di 150 anni.