
Ancora una volta il Canale di Sicilia diventa teatro dell'ennesima strage di immigrati. Nella notte tra sabato e domenica, un peschereccio proveniente dall'Egitto, con a bordo circa 700 immigrati, si è capovolto a circa 60 miglia a nord della Libia. Un mercantile dirottato nella zona ha recuperato solo 28 superstiti, per cui si teme che il bilancio del naufragio sia all'incirca di 700 vittime. I cadaveri recuperati finora sono 24. «Si stanno cercando letteralmente le persone superstiti tra i cadaveri che galleggiano in acqua » ha testimoniato il premier maltese, Joseph Muscat. Intanto l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati parla di «un'ecatombe senza precedenti ». "Il canale umanitario - dicono dal collettivo Melting Pot - è l'unica risposta degna che si può dare a questo immane dramma, il fatto di denunciarlo a gran voce da anni non rende meno dolorosa la morte di tanti uomini e donne. E' una strage talmente dolorosa da diventare insopportabile, perché è evidente che anche in questo caso , come in tanti altri, si sarebbe potuta evitare". La fine dell'operazione Mare Nostrum, che aveva portato da Ottobre 2013 ad Ottobre 2014 ad oltre 160 mila soccorsi ed al contenimento delle stragi e delle morti ed alla consegna di 336 scafisti, ha fatto precipitare la situazione nel baratro. L'operazione Triton, voluta dall'Europa, non è riuscita a contenere i danni in quegli argini, che sono subito debordati. Frontex, l'Agenzia europea delle frontiere cui è stata dispiegata l'operazione, ha sottolineato come il fine ultimo non e' salvare le vite in mare, ma operare il controllo delle frontiere, mentre interventi di salvataggio vengono operati in condizioni di gravità ed emergenza. Ma dal solo mese di Gennaio 2015 ad oggi le morti registrate superano quota 1600. "L'Europa e l'Italia - avevano commentato nei giorni scorsi dall'Asgi, l'Associazione per gli Studi Giuridici sull'Immigrazione - si stanno muovendo con scarsa efficacia ed efficienza (nonostante il numero, non indifferente, delle persone salvate in mare), preoccupati più dal timore di un assalto che di garantire la sopravvivenza e l'asilo alle persone che chiedono protezione e asilo. Per cui, l'Europa e l'Italia ripristinino immediatamente operazioni europee analoghe a quella italiana del 2013 e 2014 "Mare Nostrum", con finalità principalmente di ricerca e salvataggio in acque internazionali e non, come l'operazione Triton in corso, con finalità principali di controllo dei confini europei".