Reggio Emilia. "Mappe del Tempo. Memoria, Archivi, Futuro" è il tema dell'edizione numero 12 di Fotografia Europea, il tradizionale appuntamento reggiano con le immagini ormai divenuto evento di punta del panorama espositivo italiano ed internazionale. Il Festival si aprirà il 5 Maggio nella abituale cornice di Palazzo Magnani a Reggio Emilia, con mostre aperte sino al 9 Luglio. Promosso e organizzato dalla Fondazione Palazzo Magnani, in collaborazione con il Comune reggiano, Fotografia Europea si avvarrà quest'anno di preziose sinergie, quelle con Photolux Festival di Lucca, International Photography Festival di Cortona e Festival della Fotografia Etica di Lodi. "Mappe del Tempo. Memoria, Archivi, Futuro": il punto nodale attorno al quale ruoterà tutta la kermesse è dunque rappresentato dalla questione del confronto dell'artisti con l'archivio, con il passato e quel fil rouge che lo lega ineluttabilmente all'avvenire. Oggetto della speculazione artistica diventano così la metodologia del fare arte, l'idea di storia e dunque le prospettive ricostruttive del presente nonché gli strumenti di visione del futuro, alla luce dell'esplosione del più democratico archivio vivente, quello di Internet. Aspetti con i quali anche la fotografia è chiamata a fare i conti, chiamata com'è a fare da collante tra le complesse ed eterogenee mappature dello spazio e del tempo: diventare, dunque, carta topografica della memoria e del futuro.
A curare il festival un comitato scientifico dove troviamo Walter Guadagnini, direttore del centro Camera di Torino, Diane Dufour, direttrice Le Bal di Parigi e Elio Grazioli dell'Università di Bergamo; il centro storico della città, i principali poli culturali e le sedi espositive saranno così animate da mostre, attività e dibattiti sullo stato della fotografia. Tra le mostre più attese "Paul Strand e Cesare Zavattini. Un paese: la storia e l'eredità", a Palazzo Magnani, che presenterà le fotografie dell'artista statunitense raccolte nel volume "Un paese", uno dei primi libri fotografici italiani nelle cui pagine è raccontata l'Italia da poco uscita dalla Guerra, attraverso gli eloquenti scatti di Strand e le parole di uno dei maestri del neorealismo. L'archivio come locus del pensiero, della memoria e dell'elaborazione è invece al centro dell'esposizione "Dall'archivio al mondo. L'atelier di Gianni Berengo Gardin", in programma ai Chiostri di San Pietro. In questa stessa sede sarà poi visitabile una suggestiva esposizione sulla storia della fotografia in Sudafrica, con testimonianze crude dell'apartheid, monito totemico all'uomo, chiave di lettura del proprio essere in tutte le declinazioni. "A Short History of South African Photography" presenta 100 scatti dell'ultimo secolo ed è curata da Rita Potenza, Rory Bester e Thato Mogotsi. D'Alembert e Diderot, gli artefici della prima Enciclopedia del sapere mondiale in piena apoteosi illuminista, sono invece omaggiati nel progetto "Les Nouveaux Encyclopédistes" di Joan Fontcuberta; l'esposizione vuole indagare l'eredità lasciata dalla rivoluzione della ragione ai posteri, alla luce di un'altra rivoluzione, quella digitale, che oltre a democratizzare sapere e partecipazione ha rivelato l'altro lato della moneta, quello delle fake-news, dello spam, dei selfie e del consumismo più sfrenato. La mostra ospiterà artisti internazionali quali Mishka Henner, Félix Heyes, Andrea Ferrari, Juan del Junco, Daniel Mayrit, Joachim Schmid, Roberto Pellegrinuzzi.
"Archivi del Futuro" a Palazzo Da Mosto è invece una collettiva chiamata al non facile compito di legare la memoria e l'avvenire. Al centro della speculazione fotografica vi è l'idea che qualunque cosa si faccia oggi è in grado di condizionare il futuro e ciò che l'uomo sarà, e dunque la complessa selezione delle idee da conservare e lasciare in eredità. Sette le possibili risposte, fornite da Daniel Blaufuks, Alessandro Calabrese, Kurt Caviezel, Edmund Clark e Crofton Black, David Fathi, Agnés Geoffray e Teresa Giannico. "Loop" a Palazzo dei Musei darà spazio ai giovani, con sette artisti under 35 selezionati per "Giovane Fotografia Italiana #05". Molte altre mostre ed esposizioni arricchiranno il Festival, che anche quest'anno sarà accompagnato dal Circuito Off, programma da oltre 300 eventi indipendenti ed autogestiti in programma in città ed in provincia, corollario di prestigio della manifestazione. Obiettivo, quello di narrare l'approccio degli artisti al tema cardine dell'edizione, l'archivio ed i suoi portati, sintesi ideale di memoria, attualità e strade a venire. Il Festival inoltre continua a "camminare" sulla Via Emilia, grazie ad una serie di documenti ed immagini provenienti dal fondo Tina Zuccoli ospitato presso Fondazione Fotografia a Modena. Fotografia Europea è anche - e soprattutto - convivialità ed integrazione. Grazie all'Off, infatti, i cittadini potranno elaborare ed esporre i propri lavori, in un canale parallelo a quello degli artisti. Attraverso il progetto "Residenze d'artista", poi, gli abitanti di via Roma potranno offrire alloggio ad otto artisti provenienti da tutta Europa.