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Cultura

Mostre, a Reggio Emilia un'esposizione sul Liberty in Italia

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Category: Arte
By Redazione
Redazione
18.Jan
Hits: 1107
Reggio Emilia. Palazzo Magnani a Reggio nell'Emilia propone una spettacolare, ampia indagine sul Liberty in Italia. Sette sezioni che vedono riunite quasi 300 opere: dipinti, sculture, grafica, progetti architettonici e decorativi, manifesti, ceramiche, selezionatissimi prestiti provenienti dai più importanti Musei italiani e da straordinarie collezioni private. Molti di questi prestiti sono frutto dei più recenti studi ed escono dalle collezioni mostrandosi al grande pubblico per la prima volta. La mostra è a cura di Francesco Parisi e Anna Villari.
  
Pittura. Nelle tre ampie sale dedicate interamente alla pittura emergerà come in Italia non sia possibile individuare uno stile unitario riconducibile ad una ortodossia Liberty ma piuttosto una varietà dovuta in parte alla fedeltà ad un linguaggio tradizionale, piuttosto che una attenzione alle diverse tendenze d'oltralpe. Nonostante questo, in diversi artisti - da Casorati a Boccioni a Bargellini, da Bocchi a Corcos - si può avvertire, spesso in coincidenza con una ricerca giovanile, una eco della linea decorativa Liberty.
  
Illustrazione e grafica. Forse più di ogni altra, l'espressione artistica caratterizzante la Belle Epoque è stata quella grafica, sia quella applicata - ovvero il manifesto e l'illustrazione libraria - sia quella produzione più personale sortita dai torchi dei singoli artisti che, in un'accezione più vasta, alle Esposizioni d'arte veniva definita "Bianco e Nero". Nel caso della produzione grafica originale, si trattava quasi sempre di opere ispirate ai grandi temi della letteratura decadente o storicista; nel caso, invece, della grafica editoriale si vennero a creare importanti binomi tra artista e letterato. Ne sono un esempio i rapporti tra De Carolis e D'Annunzio, oppure tra Francesco Nonni e Antonio Beltramelli. Ampio spazio è dato all'incisione originale e verranno esposte le opere dei più influenti artisti con rari e preziosi esemplari provenienti da diversi Archivi privati e dalle collezioni della Calcografia Nazionale di Roma.
  
Case d'artista. Lo spazio storico che separa gli ultimi anni del XIX secolo dalla Prima guerra mondiale, la cosiddetta Belle Époque, ha visto gli architetti di tutta Italia cominciare a confrontarsi con i consumi di massa, e trasformare il proprio ruolo in quello di un total designer, sulla scia dei secessionisti. Ma un particolare aspetto della stretta connessione tra arte, letteratura e decorazione è rintracciabile soprattutto nella realizzazione delle moderne case d'artista: scrittori, scultori, pittori che nella piena maturità del loro percorso professionale dedicarono le loro forze nel creare un perfetto connubio tra architettura, pittura, scultura e arti decorative progettando e facendo costruire secondo un gusto che variava secondo le diverse anime Liberty. In esposizione progetti, disegni, bozzetti, quadri e oggetti di Ettore Ximenes, Duilio Cambellotti, Vittorio Grassi, Giuseppe Palanti, Paolo Sironi, Raimondo D'Aronco, Ernesto Basile.
  
Arti decorative. L'esplosione delle tendenze Liberty in Italia si ebbe soprattutto in occasione dell'esposizione di Torino del 1902, quando in altri paesi già si avvertivano segnali di crisi, e a Vienna cominciavano a emergere prove di quello che sarebbe stato definito "Stile Secessione". In Italia se da una parte si affermava il florealismo di stampo storicista (che venne definito "Dolce Stil Novo"), vi erano già i prodromi di quello che sarebbe stato il cosiddetto modernismo (Randone, Vincenzo Jerace, Ernesto Basile). I premi dell'esposizione torinese andarono non a caso al binomio Basile-Ducrot (che poco dopo iniziò a collaborare con Duilio Cambellotti) e a Galileo Chini.
  
Scultura. Sulla scia dei nudi sinuosi e delle ninfe marine che avevano caratterizzato molte sculture pubbliche di fine Ottocento, la tendenza più marcatamente Liberty in scultura è espressa dall'opera di artisti come Domenico Trentacoste o Pietro Canonica. Ma gli scultori italiani avevano iniziato già attorno al 1880 ad avvertire le prime inquietudini del Simbolismo, come ad esempio Leonardo Bistolfi e, accanto a questi, muovevano i primi passi anche i giovani cresciuti non più sui modelli ottocenteschi nazionali ma sui grandi maestri stranieri: Attilio Selva, Giovanni Primi, Ercole Drei, Nicola d'Antino.
  
Pittura decorativa. La vera tendenza sintetica, connaturata al decorativismo, alla sintesi coloristica, alle campiture piatte tipiche del Liberty internazionale, si espresse soprattutto nei cicli di affreschi, privati e pubblici, realizzati da Edoardo Gioia, Galileo Chini (decorazioni per edifici termali e ville private), Adolfo De Carolis, Annibale Brugnoli, Giulio Bargellini e Antonio Rizzi (Vittoriano).
  
Manifesti. In anni in cui è massima l'attenzione verso il mondo delle arti applicate, della decorazione, di quello che verrà chiamato design, nella necessità di rivalutare il rapporto tra industria e artigianato educando il popolo ad una diffusa bellezza dell'oggetto di uso quotidiano, anche il manifesto diventa un canale attraverso il quale l'artista moderno può veicolare la propria creatività, rendendosi attivo e utile nel diffondere i frutti benefici della rivoluzione industriale. Partecipando dell'atmosfera culturale dominante, artisti come Adolfo De Carolis, Adolfo Hohenstein, Aleardo Terzi, Plinio Nomellini, Galileo Chini, Leonardo Bistolfi, Vittorio Grassi o Umberto Boccioni si dedicano alla nuova "arte del manifesto", e applicano anche in questo settore gli stilemi delle tendenze figurative del momento. In mostra manifesti mai visti di grandi dimensioni e dall'impatto coloristico dirompente.
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