
Lo scorso 23 Agosto, 327 ebrei sopravvissuti alla tragedia dell'Olocausto, o in qualche modo legati per vincoli familiari ed affettivi alle vittime della barbarie nazionalsocialista, hanno deciso di acquistare uno spazio a pagamento sul New York Times, storico ed autorevole quotidiano statunitense, per lanciare al mondo un messaggio sul terribile e cruento assedio di Gaza e della Palestina. L'occasione, per la verità, fu offerta a questi protagonisti da una lettera pubblicata solo 10 giorni prima sullo stesso giornale e su altri quotidiani di blasone internazionale quali The Guardian, The Wall Street Journal, Washington Post e The New York Observer da parte di Elie Wiesel, premio Nobel per la Pace nel 1986. Nella sua inserzione a pagamento dell'11 Agosto, Wiesel ribadì l'adesione alla campagna della "Rete dei Valori", fondata dal rabbino ortodosso Shmuley Boatech. "Gli ebrei" scriveva Wiesel, "hanno rifiutato il sacrificio dei loro bambini 3500 anni fa. Ora è il turno di Hamas". "Non è una battaglia di ebrei contro arabi o di Israele contro palestinesi", proseguiva l'annuncio, "è una battaglia tra coloro che celebrano la vita contro i campioni della morte, la civilizzazione contro la barbarie". Nella loro lettera del 23 Agosto, pubblicata a pagine 13 del New York Times, i sopravvissuti alla Shoah hanno condannato fermamente "the massacre of the Palestinians in Gaza and the ongoing occupation and colonization of historic Palestine". Condanna estesa, poi, agli Stati Uniti, "per la fornitura ad Israele dei mezzi necessari a sferrare l'attacco", ed agli Stati Occidentali, "per usare il loro peso diplomatico allo scopo di proteggere Israele da condanne". "Genocide begins with the silence of the world", hanno commentato i firmatari. Dopo la denuncia della disumana, estrema e razzista criminalizzazione della Palestina da parte della società israeliana, i 327 hanno risposto per le rime alla missiva redatta dal Nobel per la Pace: "We are disgusted and outraged by Elie Wiesel's abuse of our history in these pages to promote blatant falsehoods used to justify the unjustifiable ("siamo disgustati ed indignati dall'abuso su queste pagine della nostra storia operato da Elie Wiesel volto a promuovere falsità palesi adoperate per giustificare l'ingiustificabile"): Israel's wholesale effort to destroy Gaza and the murder of more than 2,000 Palestinians, including many hundreds of children ("il massiccio sforzo di Israele per distruggere Gaza e l'assassinio di oltre 2.000 palestinesi, incluse molte centinaia di bambini)". "In nessun caso", hanno chiosato i 327, "si può giustificare il bombardamento di rifugi Onu, abitazioni civili, ospedali ed università. Nulla può giustificare la privazione di acqua ed elettricità alla popolazione".