
Roma. La situazione alloggiativa in Italia diviene sempre più emergenziale: 250.000 gli sfratti resi esecutivi negli ultimi 4 anni, quasi il 90% sono per morosità incolpevole, molte famiglie non riescono più a pagare i canoni a causa della perdita del posto di lavoro. Alla crisi economica si somma l'annoso abbandono da parte dei governi degli ultimi decenni e delle istituzioni locali di qualsiasi politica attiva per la casa. Si preferisce investire nelle inutili 'grandi opere', questo solo per favorire gli interessi economici dei soliti poteri forti e delle banche, invece di optare per l'unica grande opera di cui l'Italia ha bisogno: costruire un piano nazionale di alloggi pubblici a costi sociali per garantire a tutti il diritto la casa, utilizzando il patrimonio tenuto sfitto (a partire da quello degli enti e dei fondi); mettere in sicurezza l'intero patrimonio abitativo nazionale messo spesso alla dura prova dai ripetuti eventi naturali. In questo contesto gli enti previdenziali (Enasarco, Enpaia, Enpam, Casse ragionieri-geometri-forense-notariato, ed altri) ed i Fondi, ben protetti nelle aule parlamentari e nei ministeri, continuano indisturbati a gestire in modo speculativo il proprio patrimonio abitativo: aumentano gli affitti (dal 70% fino a punte del 300%); richiedono lo sfratto di chi non può pagare i canoni con gli aumenti; pretendono migliaia di euro di arretrati per contratti scaduti da anni; dismettono a prezzi di mercato gli alloggi, senza tenere conto del loro stato reale e del fatto che gli inquilini hanno pagato gli affitti per decenni. Molti inquilini che sono stati costretti ad acquistare la propria casa non riescono a sopportare il prezzo dei mutui. Dal 2014 anche la Service Tax: un nuovo balzello per gli inquilini. Con il decreto sull'Imu è stata introdotta questa nuova tassa che servirà a recuperare le mancate entrate derivate dalla cancellazione dell'Imu e in parte verrà addossata agli stessi inquilini, con l'effetto che aumenteranno i casi di morosità. Per fermare questa politica che mira a favorire i poteri forti e le banche, per aprire una nuova stagione del diritto alla casa, oggi movimenti per il diritto all'abitare, comitati, inquilini e senza casa scenderanno in piazza uniti. Per impedire che chi governa parli con lingua biforcuta, come è successo con la cancellazione degli emendamenti alla Camera che chiedevano la moratoria immediata e l'apertura di un tavolo inter-istituzionale; per assediarli e costringerli ad affrontare questa nuova emergenza abitativa. Nella giornata di ieri 50 mila persone hanno invaso la Capitale: precari, cassintegrati, personale scolastico, dipendenti pubblici, vigili del Fuoco. Tutti contro la legge di stabilità e l'austerità che incoraggiano sempre più la recessione.