
Un passo avanti decisamente importante per le coppie gay verso la conquista della pari dignità in materia di figli si è compiuto quest'oggi, a seguito dell'importante pronuncia resa dalla Corte Europea dei diritti umani. La Corte di Strasburgo, in merito ad un caso presentatole da una coppia di donne austriache e dal figlio di una di queste, ha infatti condannato l'ordinamento austriaco, avendo violato i diritti delle due donne discriminandole sulla base dell'orientamento sessuale. Le ricorrenti infatti, sette anni orsono, avevano raggiunto un accordo per l'adozione del figlio di una di loro, avuto da una precedente relazione eterosessuale, ma si sono viste respingere la propria richiesta da un tribunale locale che ha fatto forza sul codice civile austriaco. La coppia tuttavia non si è arresa, inoltrando ricorso alla Corte Europea dei diritti umani che, nella giornata odierna, ha dato loro ragione con una sentenza definitiva che sancisce la piena possibilità, per le coppie omosessuali, di adottare i figli di uno dei due partner, come giuridicamente previsto per le coppie etero. Nel caso di specie, la Grande Camera della Corte Strasburgo ha rilevato la violazione degli articoli 8 ("Diritto al rispetto della vita privata e familiare") e 14 ("Divieto di discriminazione"9 della Convenzione Europea dei diritti dell'uomo. La decisione, sebbene adottata relativamente ad un singolo caso geograficamente circoscrivibile, enuclea una serie di principi generali validi per tutti i 46 Stati mebri del Consiglio d'Europa, sebbene non esista l'obbligo, per nessun ordinamento statale, di riconoscere un simile diritto all'adozione. Sempre nella giornata odierna, e con validità circoscritta alla sola Germania, la Corte Suprema di Karlsruhe ha dichiarato l'incostituzionalità della normativa tedesca che vieta agli omosessuali di adottare i figli dei propri partner, compresi quelli adottivi: possibilità, viceversa, pienamente riconosciuta alle coppie etero. Anche in questo caso il giudice supremo ha ravvisato gli estremi della discriminazione.