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Governo, coro unanime da Salerno: "Fate qualcosa per il Mezzogiorno"

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Category: Cronaca
By Ida La Rocca
Ida La Rocca
23.May
Hits: 1138
Salerno. Il nuovo Governo si è insediato, ma le problematiche del Mezzogiorno restano sempre le stesse e alcuni dati sono ancor più allarmanti, infatti la disoccupazione in Campania è di dieci punti in più rispetto a quella del resto del Paese. Di questo e di tanto altro ancora si è parlato ieri nel programma di approfondimento "Salerno Parla". Ospiti in studio sono stati: Marco Galdi, Sindaco di Cava de' Tirreni; Tommaso Amabile, Sindaco di Fisciano; Antonio Marino, Direttore della Bcc di Aquara e Giovanni Giudice, Segretario Provinciale Cisal Salerno. In occasione di un incontro svoltosi presso la Camera di Commercio di Salerno, è stato intervistato il Deputato Pd, Angelo Rughetti, sulla questione del decreto 35 riguardante lo sblocco dei debiti della pubblica amministrazione. "Si tratta di un decreto che serve per sbloccare 40 miliardi di euro che andranno a tutte le imprese del territorio italiano - ha detto Rughetti - Il PIL da questo decreto riceverà effetti positivi e questo permetterà di rimettere in moto il mercato occupazionale. Una parte dei 5 miliardi destinati ai Comuni potranno essere dati anche a quei Comuni che hanno pagato già parte dei loro debiti. Il patto di stabilità - ha continuato il Deputato - dopo il credito alle imprese, è la vera emergenza italiana. Con questo decreto abbiamo fatto un passo in avanti con il patto verticale incentivato, che è un patto tra Comune e Regioni, cioè a Regione, mette a disposizione una quota dei propri spazi finanziari a valere sull'obiettivo programmatico del Patto di Stabilità, per concederli a comuni e a province ai fini del pagamento di debiti. Con questo pensiamo di alleggerire il patto di stabilità. Si devono rivedere le regole interne". Secondo il Sindaco Amabile: "Con questo decreto 35 parliamo di soldi che dovrebbero arrivare ai Comuni, ma che andranno ad indebitarli ulteriormente, perché il ricordo alla Cassa Depositi e Prestiti, prevede il pagamento di interessi". "Mentre si parla, tutti i Comuni vivono momenti di crisi perché non hanno liquidità - ha sostenuto il Sindaco Galdi - Noi abbiamo dovuto rimandare i pagamenti, anche se rispetto ad altri Comuni della Provincia, questo mese siamo riusciti a pagare gli stipendi e credo lo faremo anche il mese prossimo, ma se non si fa qualcosa i Comuni rischiano di morire". In esterna dal Centro Sociale di Salerno, si è data voce alle numerose vertenze che interessano la nostra Provincia: la prima di cui si è parlato riguarda i 54 lavoratori del Piano di Zona S1 (che interessa i Comuni dell'agro nocerino sarnese) che si occupano di anziani, di disabili, di bambini. Questi lavoratori per 8 mesi non hanno ricevuto lo stipendio e poi una volta scaduto il progetto, sono stati licenziati. Antonio Capezzuto, Segretario Nidil Salerno ha detto: "Abbiamo chiesto una spiegazione, soprattutto al Sindaco di Scafati, che è il Comune capofila di questo Piano di Zona. Non ci è stata data una risposta. Ma ora la Pubblica Amministrazione, continua a creare precarietà, appaltando la ricerca di personale alle agenzie interinali. Quindi adesso - ha proseguito il Segretario - i Comuni non si assumono nessuna responsabilità, perché sono le agenzie che decidono chi chiamare senza tenere conto del vecchio bacino di lavoratori. Noi chiediamo ai Comuni appartenenti al Piano di Zona di convocare i Sindacati e discutere eventuali soluzioni". Secondo i dati Istat, abbiamo raggiunto il record di giovani che non studiano e non lavorano, c'è un disagio economico per 15 milioni di giovani. Quasi 2 famiglie su 3 tagliano sul cibo. Come gli enti locali anche le famiglie tagliano sulla spesa corrente. Ma come si vive in queste condizioni? Ha risposto il Segretario Giudice: "In queste condizioni si vive male, è una guerra tra poveri, scade un contratto e la gente viene mandata a casa per prenderne altra. Mettiamo una fetta di lavoratori già precari contro un'altra fetta precaria anch'essa. Non si vive bene perché la moneta non circola, perché l'economia si è appiattita. Il nuovo Governo dovrebbe ridurre il drenaggio fiscale in busta paga". Se le famiglie non dispongono di liquidità, altrettanto non si può dire delle banche. Ma il problema è come impiegare questa liquidità, visto che non c'è domanda. Ma per quale motivo? "E' vero, nelle banche c'è liquidità, ma non abbiamo a chi dare questi soldi. Questo perché - ha precisato Marino - non abbiamo la sicurezza che poi questi soldi ci vengano restituiti e siccome i soldi non sono della banca ma dei contribuenti, un minimo di garanzia dobbiamo averla. Il problema non è delle banche, c'è bisogno di fare qualcosa a livello nazionale, mettere in circolo denaro per esempio abbassando e non aumentando l'Iva". Un altro caso che attanaglia la nostra Provincia è la vertenza che riguarda i dipendenti della ex Aser. Ad illustrare la situazione, un lavoratore: "La società era stata messa in liquidazione con l'intenzione di proseguire la lavorazione, ma poi sono venuti a mancare i fondi e ci siamo ritrovati chiusi da un momento all'altro. La cassa integrazione è scaduta l'anno scorso, e stiamo ancora aspettando la deroga. La Provincia di Salerno è ancora responsabile di questa situazione". Riguardo la questione rifiuti, Amabile ha sostenuto: "In materia di gestione di rifiuti, la Provincia ne ha fatte di tutti i colori. C'era una legge regionale che era stata concepita per occuparsi della gestione delle discariche, della gestione dello stir, e della gestione del termovalorizzatore, ed è fallita sotto tutti i punti di vista. La Provincia - ha continuato il Sindaco - ha cercato di trasformare questa legge in una legge, diventata poi nazionale, intendendo per provincializzazione della gestione rifiuti anche la gestione dei rifiuti di tutta la provincia di Salerno con la creazione di un'enorme società provinciale che gestisce tutto il ciclo dei rifiuti. Il TAR invece ha sospeso questa legge e poi ci ha pensato il Governo a dare la gestione direttamente ai Comuni". Altra questione che rischia di diventare sempre più grave, è la vertenza relativa al Cstp. I lavoratori hanno detto "No" ad altri 4 mesi di cassa integrazione e tagli di stipendio. Uno di essi ha spiegato il motivo: "Abbiamo detto di No perché ci siamo resi conto che il salvataggio del Cstp vuole passare solo dai sacrifici dei lavoratori. Il 31 di questo mese ci sarà una nuova assemblea dei soci che forse sarà l'ultima spiaggia". Il Sindaco Galdi ha fatto le sue riflessioni in merito a quanto detto dal lavoratore: "Il Comune di Cava ha l'8% del Cstp e si è preparato alla ricapitalizzazione con una delibera che tiene conto di atti precedenti che da una parte vanno verso la capitalizzazione, dall'altra vuole scongiurare l'ipotesi che qualora non si raggiungesse una conclusione, questa spesa possa cadere nel nulla e arrecare danno alle casse erariali. Noi siamo convinti che questa posizione sia legittima". Ritornando al discorso relativo al decreto 35, alla Regione Campania sono stati trasferiti 725 milioni di euro, ma questo significa che le risorse ci sono solo per 1 azienda su 2. Per i due Sindaci ospiti in studio: "Il Mezzogiorno purtroppo è da troppo tempo dimenticato e abbandonato". I posti di lavoro che si perdono sono anche una sottrazione di ricchezza al territorio, ecco perché il Governo dovrebbe adottare delle politiche diverse per lo sviluppo di un Mezzogiorno sempre più al collasso.
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