
Trapani. Colpo grosso al boss Matteo Messina Denaro, condannato all'ergastolo per le stragi che hanno insanguinato Roma, Milano e Firenze nel 1993. Sono 11 gli esponenti di primo piano di Cosa Nostra arrestati nell'operazione "Ermes", condotta dalla polizia di Stato e coordinata dalla Procura distrettuale antimafia di Palermo. Arresti e perquisizioni sono stati eseguiti nelle province di Palermo e Trapani da personale delle Squadre Mobili delle due città con il coordinamento del Servizio centrale operativo della polizia di Stato e la partecipazione del Ros dei Carabinieri. Gli arresti riguardano i capi del mandamento di Mazara del Vallo e dei clan di Salemi, Santa Ninfa, Partanna, ritenuti feudi di Messina Denaro. Colpito il "sistema di comunicazioni" di Matteo Messina Denaro, che usava i cosiddetti "pizzini" per dare ordine e gestire gli affari. Sembra un paradosso: il primo super latitante dei mafiosi che si affida al più arcaico dei sistemi di comunicazione. Questa è ancora la mafia siciliana. E ancora, le intercettazioni hanno svelato che il centro di smistamento dei bigliettini si trovava in un casolare nelle campagne di Mazara del Vallo. Ad occuparsi della distribuzione dei biglietti arrivati dal latitante sarebbe stato un vecchio pecoraio di 77 anni, Vito Gondola, detto "u zu Vitu coffa". La comunicazione avveniva ogni 15 giorni e i pizzini venivano sotterrati e, talvolta, eliminati. Un vero e proprio paradosso la mafia siciliana. Le indagini sono scaturite da alcune intercettazioni del 2011. L'inchiesta è stata condotta dal Procuratore della Repubblica di Palermo Franco Lo Voi, dai sostituti Paolo Guido, Carlo Marzella e dal procuratore aggiunto Teresa Principato. Non si è fatta attendere la dichiarazione del premier Matteo Renzi: "Sono grato a investigatori, forze dell'ordine e a tutti i rappresentanti dello Stato per il colpo inferto all'organizzazione mafiosa con la cattura di molti uomini del giro di Matteo Messina Denaro. Grazie a nome del Governo. E avanti tutta per andare finalmente a catturare anche il boss superlatitante. L'Italia c'è, tutta insieme e tutta unita contro la criminalità organizzata".