
Roma. Via il colonnello Sergio De Caprio, al secolo "Capitano Ultimo", dalla guida operativa del Noe. A deciderlo è stato lo stesso Comando generale dei Carabinieri con una comunicazione datata 4 Agosto. Come fanno osservare i più, curiosa è l'urgenza, il metodo e il momento, vista la quantità di scandali e corruzioni che il persino il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha definito "il germe distruttivo della società civile". Fatto sta che la motivazione ufficiale sembra essere un normale "avvicendamento" per il successivo "cambiamento strategico nell'organizzazione dei reparti". Da metà agosto, quindi, il colonnello De Caprio non svolgerà più funzioni di polizia giudiziaria, manterrà il grado di vicecomandante del Noe ma senza avere compiti operativi. Scontata la reazione di De Caprio che per tutta risposta, in data 18 agosto, scrive una lettera di commiato ai suoi uomini che continueranno "la lotta contro quella stessa criminalità, le lobby e i poteri forti che le sostengono e contro quei servi sciocchi che, abusando delle attribuzioni che gli sono state conferite, prevaricano e calpestano le persone che avrebbero il dovere di aiutare e sostenere". Lettera destinata non a chiudere il caso ma a spalancarlo in pubblico, creando non poco imbarazzo a livello istituzionale. Fin dai tempi remoti dell'arresto di Totò Riina nel gennaio 1993, che gli valse non una medaglia ma la condanna a morte da parte di Cosa Nostra, la vita di Ultimo non è stata facile, tra processi da cui è uscito incolume, trasferimenti e inspiegabili "avvicendamenti" in seno all'Arma. Dopo essere stato trasferito 14 anni fa al Noe, Nucleo operativo ecologico, reparto per sua competenza limitata ai reati ambientali e dieci volte inferiore alla struttura anticrimine dell'Arma, Ultimo ha manifestato piuÌ€ volte il desiderio di tornare al Ros, pur riuscendo a portare a termine inchieste di grande importanza che hanno riguardato personaggi politici di tutti i partiti e non solo, Ior, cooperative rosse, massoneria e organizzazioni criminali che hanno rapporti con la politica e i poteri forti, in ultimo quelle relative a Finmeccanica e agli appalti di L'Aquila. Non manca chi giustamente nota che Ultimo, il capitano che arrestò il capo dei capi, viene esautorato mentre a Roma viene eseguito un funerale in pompa magna al boss Vittorio Casamonica.