
Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha promulgato la legge di riforma dell'università, aggiungendo alcune osservazioni in una lettera inviata al presidente del Consiglio nella quali ha auspicato che vengano risolti, con i successivi interventi legislativi e "con un ampio confronto", alcune criticità riscontrate nel testo, in particolare quelle attinenti alle borse di studio e ai contratti di insegnamento. Il Presidente della Repubblica ha sottolineato poi che è importante per il governo dare luogo alle integrazioni sul piano dei contenuti e delle riserve alla legge approvata dal Parlamento. Il Ministro Gelmini è apparsa soddisfatta, poiché, a suo dire, le osservazioni non hanno riguardato punti portanti della riforma: «Esprimo piena soddisfazione per la promulgazione della legge da parte del Presidente della Repubblica. Terremo in massima considerazione le sue osservazioni. Appare evidente dall'analisi dei punti rilevati che nessuno di essi tocca elementi portanti e qualificanti della legge. Aver approvato la legge sull'università è un segnale positivo per il Paese perché dimostra che, seppur tra mille difficoltà, è possibile realizzare le riforme". Non si ferma invece la protesta e la lotta degli studenti che chiederanno a rettori di "disobbedire", continuando a dare battaglia dal basso.