
Salerno. Dallo scorso giovedì 15 Maggio, a seguito di incessanti piogge durate oltre 10 giorni è in atto la più grande emergenza ambientale della storia recente dei Balcani e probabilmente la più grande emergenza umana e sociale, paragonabile in alcune zone ai danni causati dalle guerre degli anni Novanta. Bosnia Erzegovina e Serbia sono i paesi più colpiti, su vastissime fasce del territorio. Ha smesso di piovere da un paio di giorni ma l'emergenza in Bosnia Erzegovina e Serbia non sembra cessare. I fiumi che nei giorni scorsi hanno sommerso città e villaggi stanno continuando il loro percorso, sommergendo nuove città e nuovi villaggi. E mano a mano che i fiumi principali ricevono i loro affluenti già stracolmi, la piena continua a salire. Alcuni soccorritori bosniaci nella Posavina (regione nel nord est del paese) oggi hanno affermato che "laddove qualche giorno fa c'erano villaggi, oggi c'è il mare". La Caritas Diocesana di Salerno-Campagna-Acerno, aderisce all'invito di Caritas Italiana per una campagna di sensibilizzazione e di raccolta fondi per quest'emergenza umanitaria. Gli aiuti che si dividono in due momenti sono così sintetizzabili:il primo riguarda un intervento d'urgenza con l'acquisto in loco di generi di prima necessità per circa 10.000 persone: cibo, vestiario, prodotti per l'igiene e prodotti per la casa, medicinali, attrezzature per la ripulitura dal fango, pompe, idropulitrici. Per questo primo intervento Caritas Italiana raccomanda vivamente di non avviare raccolte e conseguenti invii di materiale di qualsiasi genere, perché le Caritas della Bosnia Erzegovina e della Serbia stanno già procedendo nell'acquisto di tale materiale nelle zone limitrofe alle aree alluvionate. Il secondo intervento verrà fatto nel medio-lungo periodo con: supporto alle strutture di accoglienza per coloro i quali non potranno rientrare a breve nelle loro case, al momento sistemati in strutture temporanee; riattivazione delle attività economiche distrutte dall'alluvione: le aziende agricole in primo luogo (sono finiti sott'acqua migliaia di ettari di coltivazioni e migliaia di animali), ma anche negozi e piccole aziende del posto; supporto alle famiglie che hanno perso totalmente o parzialmente le proprie case (sono però relativamente pochi casi, soprattutto a causa di frane) o che hanno perso tutto quello che avevano ai piani terra.