Roma. Giugno e Luglio, due mesi a cavallo tra le tanto attese e sospirate vacanze e le corse forsennate tra un bagno di relax e un esame. E' l'estrema sintesi dell'estate dello studente universitario. Una vita segnata da tanti intrecci con il mondo dello sport, della vita sociale e inevitabilmente del lavoro ancor prima dell'agognata pergamena di laurea. Abbiamo voluto indagare dietro le quinte delle principali sedi universitarie e relative facoltà di Napoli, Roma e finanche Bologna, dando un ampio spaccato di vita tra sogni, aspettative e realtà. Ai e alle giovani intervistate abbiamo rivolto in media le seguenti domande:
1) Come è maturata la scelta di iscriverti a questa facoltà? 2) Hai mai pensato di poter fare un'esperienza integrale o parziale di studio lontano dalla tua città? 3) Se ti proponessero un Erasmus, quale paese preferiti? 4) Quali differenze risaltano più all'occhio relativamente al metodi di approccio allo studio tra la tua facoltà e quella di amici o familiari? 5) Credi sia davvero utile l'impostazione di insegnamento della tua facoltà per le tue necessità pratiche di inserimento nel mondo del lavoro? 6) Come concili eventualmente studio e attività sportiva? 7) Quanto lo studio influisce sulla gestione della tua vita sociale/mondana? 7) Facendo un paragone con la tua comitiva, quale facoltà risulta essere più o meno impegnativa per conciliare studio e attività sportiva o sociale? 8) Quale lavoro part time ritieni più funzionale associare ai tuoi studi? Andiamo a vedere come hanno risposto...
QUI ROMA: La prima a parlare è Antonina Mura, iscritta ad Economia a Roma 3: "Era la scelta migliore perchè le materie sono interessanti e aiutano ad affrontare le questioni più importanti soprattutto in questo periodo. Se mi piacerebbe andare all'estero? Si, magari Spagna, Germania, Austria. Avendo fatto il linguistico, la maggior parte delle mie amiche studia materie umanistiche, in particolare lingue, quindi la differenza più rilevante può essere il fatto che la mia facoltà, economia, sia più pratica e più meccanica oltre ad essere una delle più ricercate e con molti sbocchi lavorativi. Ultimamente ho smesso di fare sport per dedicarmi allo studio ma sto cercando di ricominciare: lo studio influisce tantissimo, infatti la mia giornata è occupata maggiormente da questo. In ogni caso da ciò che mi dicono, tutte le facoltà sono impegnative e lasciano poco tempo libero mentre i lavori che ritengo adatti per chi studia sono cameriere nel week end o lavori da casa quindi da telefono".
Il viaggio prosegue poi con Carlotta Orlandi, studentessa della Lumsa: "Ho scelto di iscrivermi alla facoltà di Psicologia poiché frequentando il liceo psicopedagogico avevo avuto un insegnate che mi aveva fatto appassionare moltissimo alla materia. Il primo semestre del terzo anno, attualmente in corso, avrei dovuto trascorrerlo in Erasmus a Cracovia, decisi poi di non partite per la poca offerta didattica dell'Università ospitante: avrei preferito andare in Inghilterra, o comunque un paese dove avrei potuto apprendere meglio la lingua inglese. Lavorando in modo continuato, è indispensabile creare un piano di studio, questo nel mio caso specifico non condiziona la mia vita sociale".
Rosanna Bianco, della Sapienza, rilancia: "La scelta di iscrivermi a Medicina nasce da un passione coltivata da piccola, dovuta al fatto di avere anche una figura "medica " in famiglia. Avere le idee chiare fin da subito è un arma a doppio taglio poiché se non riesci a perseguire la tua strada ci provi e ci riprovi finché non riesci. Ed e quello che è successo a me. Ho vissuto e studiato tre anni in Romania. Il vivere fuori, lo studiare in un altra lingua , imparare due lingue (inglese per lo studio, e il rumeno per l' ambiente in cui si vive ) ti apre la mente a 360 gradi. Che sia un Erasmus o semplicemente un periodo all' estero lo consiglio a chiunque. Ogni paese può darci qualcosa. Ogni paese è diverso. Ritornerei in Romania. Perché il clima era familiare e vivibile forse anche più di quello universitario italiano. Ma andrei anche in Spagna che per calore e colori somiglia al nostro paese. Metodi utili? Certo che sì. Ma credo che ciò dipende da facoltà in facoltà. Con corsi obbligatori da seguire e esami da preparare è difficile. Ma credo che anche una sola ora di palestra sia necessario non solo per l' aspetto fisico ma anche per tranquillità mentale. Come valvola di sfogo. E come ora di svago. Magari la sera. Rapporto tra studio e vita quotidiana? " Influisce " forse è la risposta giusta. Mesi in cui influisce di più ci sono. E mesi in cui riesci a coniugare il tutto. Ma non è facile. I primi anni forse quasi impossibile.
Sulla stessa lunghezza d'onda interviene Martina Baviera, salernitana con la valigia sempre in mano: "Ho scelto di iscrivermi alla facoltà di Medicina e Farmacia perché sento una forte predisposizione per questo campo e per la possibilità di poter fare concretamente un contributo al mondo. Ho passato i primi tre anni in Romania ma per un Erasmus non mi dispiacerebbe la Spagna come paese. Sicuramente rispetto ad altre facoltà più teoriche, la mia ci permette fin dalla fase universitaria di intraprendere tirocini. Metodi di studio adatti? Assolutamente si. Mi risulta abbastanza difficile conciliare attività sportive e studio, ma cerco comunque di ritagliarmi un paio d'ore a settimana. Lo studio influenza molto la mia vita sociale, credo che la mia facoltà (Medicina) sia più impegnativa di quelle frequentate da alcune mie amiche con ad esempio economia. Non ho mai svolto lavori part time durante il mio corso di studio in quanto non penso che riuscirei a conciliarlo con la mia vita universitaria/ospedaliera".
La coinquilina Carlotta Brianda rincara la dose: "Devi sapere che prima di iscrivermi alla facoltà di Medicina a Roma, studiavo (sempre medicina) in Romania a Targu Mures, università pubblica che mi ha permesso di iniziare questo percorso che in Italia non ho potuto intraprendere a causa del numero chiuso. Ho sempre voluto fare medicina. La decisione di effettuare il trasferimento nella facoltà di medicina di Roma, l'ho presa al terzo anno quando tramite l'esperienza di altre persone ho saputo che c'era la possibilità di studiare in inglese e poter convalidare tutti gli esami fatti in Romania. Certamente per me è stata subito un'esperienza totale in un altro paese. L'idea non mi ha mai spaventato, sono partita da sola e in 3 anni ho costruito legami solidi. Mi porto dietro un'esperienza che consiglio a tutti e mi sento in un certo senso più completa nel mio percorso di studi. In questo momento se mi proponessero un Erasmus non so se accetterei perché è come se avessi già fatto tre anni di Erasmus in Romania. Ma di sicuro sceglierei la Spagna, dopo aver sentito l' esperienza di diversi amici. Le differenze maggiori tra la mia facoltà e quella di altri amici sono racchiuse in un unico grande difetto di chi studia medicina: la mancanza di tempo. Per quanto mi riguarda, la quantità di esami e la difficoltà non permettono di avere abbastanza tempo da dedicare ad attività extra-universitarie. Credo non sia per niente utile l'insegnamento delle università italiane per la preparazione al mondo del lavoro. Fortunatamente posso fare dei paragoni concreti e affermare che il metodo "teorico" italiano non è abbastanza. La teoria serve, ma la pratica ancora di più! In Romania dal primo anno siamo stati abituati ad avere esempi reali che in Italia si possono vedere solo sui libri. Vista la mancanza di tempo, la mia attività sportiva è davvero ridotta al minimo. Ho sempre praticato sport fino alla maturità e cercare di andare a correre (questo è il massimo che posso fare) due volte a settimana, è troppo poco. La mia vita sociale e mondana ha ovviamente risentito di questa mancanza di tempo, ma nei periodi in cui studio di meno cerco di recuperare. Sento ogni giorno amici e parenti, in questo modo cerco di non "isolarmi" troppo da quella che era la mia vita. Potrei forse fare un paragone con alcuni amici della facoltà di economia, che (sicuramente più di me) possono fare attività sportive o sociali perché hanno meno esami o esami meno difficoltosi (o forse riescono ad organizzarsi più di me...)
Il quadro di richiamo rumeno è chiuso da Annalisa Feleppa: "Ho deciso di iscrivermi alla facoltà di Medicina perché l'ambiente ospedaliero mi ha sempre affascinata. L'interesse per la medicina l'ho sempre avuto, sin da quando ero più piccola. Ho iniziato la mia esperienza all'estero, in Romania, e ho studiato lì per i primi tre anni. Dopo di che mi sono trasferita a Roma. Mi piacerebbe fare un Erasmus a Londra. Credo potrebbe essere utile riservare più tempo alla parte pratica del percorso di studi. Purtroppo noto che nel corso di studi di Medicina si ci soffermi troppo sulla teoria a discapito della pratica. Durante i corsi cerco di dedicarmi all'attività sportiva 2-3 volte a settimana. Purtroppo nei periodi sotto esame non riesco a conciliare le due cose, laddove anche la vita sociale ovviamente ne risente, quando sono sotto esame esco molto poco. Credo che ogni facoltà possa incidere sull'attività sportiva o sociale di ogni ragazzo, dipende dalle aspettative e dall'impegno che una persona vuol metterci.
Dalla Sapienza alla Luiss, facoltà di Giurisprudenza. Così Vincenzo Notaro: "La mia scelta è stata naturale dopo il mio percorso di studi liceali classici. Ho pensato di farla un'esperienza all'estero, vedremo se sarà fattibile in futuro: mi piacerebbe molto Brasile o Argentina. La mia università essendo privata è molto più vicina a noi studenti. Veniamo seguiti maggiormente. Lo studio è abbastanza limitante ma si cerca di non trascurare le frequentazioni/uscite. Credo facoltà dove si studia meno sui manuali; quelle dove è presente più pratica. Rapporto tra studio ed impegni professionali? Qualsiasi lavoro che sia in linea con le mie passioni, credo il trucco sia quello. In questo modo pesa in maniera minoritaria e si riesce ad ottimizzare meglio il tempo impiegato".
La palla passa poi a Giorgio Palumbo: "Mi sono iscritto a Scienze politiche perchè mi piaceva molto il contesto della laurea e perchè la ritengo un ottimo
corso
con sbocchi lavorativi importanti. Estero? Sinceramente no, abito a Roma da quando sono nato e mi trovo benissimo. Per l'Erasmus sceglierei Francia o Spagna. Non ci sono tante differenze di approccio allo studio con gli amici anche perchè la facoltà che ho scelto è inerente a quella loro e dei miei familiari. Si credo sia davvero utile ed importante il cammino universitario per entrare nel mondo del lavoro. Ogni giorno mi organizzo in modo da non trascurare lo sport, penso sia un' ottima unione lo sport e lo studio. Il tempo si trova sia per studiare che per lo sport, basta organizzarsi. Lo studio influisce sulla vita sociale? Poco perchè ad una certa ora del pomeriggio non si può studiare e quindi mi preparo per uscire. Parlando con i miei amici ritengo che la facoltà più impegnativa sia quella di Giurisprudenza. Il lavoro che secondo me è più collegabile alla mia laurea varia molto: sia ad esempio lavorare in una azienda oppure mettersi al servizio del paese scendendo in campo in politica".
La tua aspirazione più grande è fare la disoccupata? Inizia così l'interessante confessione di Francesca Notaro (Sapienza) che definisce Lettere moderne una scelta anticonvenzionale: "Questa una delle frasi che, più di tutte, ha provato a buggerarmi dopo la maturità, senza riuscirci, senza tangermi. Ho scelto Lettere moderne perché appassionata, perché affascinata da un mondo che, sebbene posto ai margini da una società intenta soprattutto a curare tutti quegli aspetti che garantiscono una crescita meramente economica, rende vivi gli animi. La letteratura crea legami tra presente, passato e futuro, rendendo gli uomini, parte dello stesso universo, più consapevoli della propria essenza. Sono quasi giunta al traguardo dopo un percorso di studi umanistici che mi ha entusiasmata fin dal primo momento, mai lasciando spazi a dubbi, esitazioni che mi facessero credere, anche solo per un istante, di aver intrapreso la strada sbagliata. Devo ringraziare i miei genitori perché mi hanno sostenuta nella mia scelta, motivandomi e dandomi la possibilità di studiare lontano da casa. La Sapienza - Roma: una combo della quale sono innamorata. Tutti i giorni ho la possibilità di interfacciarmi con docenti di notevole spessore, non solo culturale ma anche umano: questo non ha prezzo, come non ha prezzo sentir parlare al mattino a lezione dell'iscrizione della Catacomba di Comodilla e il pomeriggio potersi recare in loco per toccare con mano quanto ascoltato, qualche ora prima, in aula. Roma, soprattutto per gli studenti di Lettere e gli appassionati di arte come me, rende lo studio stimolante, attivo, dinamico non costringendo ad apprendere solo dai libri, favorendo la vita sociale, associata e culturale. Inoltre ho conosciuto persone fantastiche, non solo mie colleghe, con le quali è nata una profonda amicizia, e con loro lo studio, anzitutto un dovere per uno studente universitario, è divenuto un piacere perché condiviso e motivato e affiancato, nelle pause-studio indispensabili, da visite ai musei, spettacoli a teatro, concerti, passeggiate per le strade della città eterna, corse al parco, cene, gite fuori porta. Mi piace(rebbe) insegnare, non voglio vivere in altri posti. Sento mie le parole del professor Keating ne "L'Attimo Fuggente". Il film, che adoro, contiene tutte le risposte a chi ritiene più opportuno, più 'utile' accantonare la propria passione scegliendo una facoltà che, nell'ottica comune, consente un inserimento più immediato nel mondo del lavoro. Mi piacerebbe trasmettere, insegnando, l'idea che la letteratura, la consapevolezza linguistica, storica, geografica, antropologica e la poesia sono elementi vitali per tutti, per gli ingegneri, per gli economi, per gli architetti. Dopo tutto, al di là di tutto, qualsiasi sia la scelta, è appagante se ad averla guidata è stata la passione. Determinazione, dedizione, studio sono fondamentali per la realizzazione di sé ma hanno bisogno della passione. È la passione per qualcosa a garantire il successo".
Nel corso di un evento universitario di fine corsi sono intervenuti Antonio, Ingegneria: "La mia scelta non è stata semplice infatti il primo anno ho cambiato facoltà però sono contento della mia scelta definitiva". Chiara, iscritta ad Infermieristica osserva: "Mi piacerebbe molto andare a studiare in Spagna anche perché conosco molto bene lo spagnolo". Leonardo, Giurisprudenza alla Luiss prosegue: "Dedico più tempo allo studio sicuramente. Lo sport è solo un hobby. Il fine settimana però almeno 3/4 ore vengono dedicate all'attività fisica". Conclude Gerardo, studente di Economia alla Luiss: "La mia vita sociale è notevolmente influenzata dallo studio. Al liceo era completamente diverso. Ora il tempo è davvero poco. Diciamo che cerchiamo di recuperare l'estate".
QUI BOLOGNA: Chiudiamo il viaggio facedo tappa all'Alma Mater di Bologna con Martina Bacco: "Frequento la facoltà di Storia, a Bologna: molti amici e parenti ritengono sia una facoltà inutile, senza prospettive. Ho deciso di iscrivermi, nonostante i pareri contrari, per capire come siamo arrivati a questo punto, quali sono stati gli eventi che hanno portato alla vita, al mondo, che noi oggi conosciamo. Si tratta di conoscere la nostra storia, lo trovo affascinante! L'Erasmus è sicuramente un'avventura unica e di grande aiuto. Lavorando non ho avuto modo di propormi per la triennale; spero di poterlo fare in magistrale. Lavoro part time in un ristorante, la sera. Lavorare di sera mi proibisce di fare sport di gruppo o di uscire a divertirmi nel weekend; nonostante questo, penso sia l'attività che meglio si concilia con i miei bisogni universitari perché mi consente di frequentare tutte le lezioni. Per quanto siano sottovalutate, le lezioni sono davvero di grande aiuto, e non solo per la preparazione e il buon esito degli esami; ti offrono la possibilità di confrontarti, in modo diretto, con gli altri, professori o studenti che siano".
per leggere il reportage dedicato alla città di Napoli.