Parigi. Emmanuel Macron è il più giovane presidente della storia della Francia repubblicana. Il 39enne leader del movimento centrista "En Marche!" si è aggiudicato il ballottaggio di domenica 7 maggio raccogliendo il 65,5% delle preferenze, sconfiggendo così piuttosto nettamente la candidata del Front National Marine Le Pen. Nonostante i numeri mostrino un astensionismo in crescita, pari al 25,44%, il dato elettorale fornisce un campione di rappresentatività notevole per il nuovo signore dell'Eliseo. Alle urne si sono recati oltre 31 milioni di elettori, a fronte dei 47 milioni e mezzo di aventi diritto.
Al netto dell'analisi geografica dei flussi, appare interessante valutare come si sono mossi quegli elettori che, al primo turno, avevano accordato le loro preferenze ai candidati sconfitti. In particolare, nettamente schierati i sostenitori di Fillon, che hanno scelto Macron al ballottaggio. Meno polarizzati gli elettori di Mélenchon, che si sono divisi fra il sostegno al neopresidente e la scheda bianca.
La maggioranza relativa di Macron (elaborazione Les Decodeurs - Le Monde)
Una mappa dell'astensionismo elaborata da Les Decodeurs
Un "no" al populismo. I principali quotidiani europei hanno salutato con favore l'elezione a presidente della repubblica di Macron, specie se considerata alla luce della sconfitta degli "xenofobi", ossia del Front National, come scrive Libération, "che restano pur sempre forti, minacciosi e attivi". Per Marine Le Pen i risultati del ballottaggio si sono rivelati inferiori rispetto agli exit-poll della vigilia, specchio delle attese elettorali, che attestavano il suo partito intorno al 40%. Certo è che la polverizzazione dell'elettorato verificatasi al primo turno, e salutata dalla leader dell'estrema destra come il campanello di morte del vecchio ordine politico, non ha trovato terreno fertile nel ballottaggio, laddove le scelte dell'elettorato attivo hanno premiato una ricomposizione del mosaico politico-elettorale. Si tratta, al momento, di dati ancora parziali, in attesa di essere confermati dalle elezioni legislative in programma l'11 ed il 18 Giugno, alle quali la Le Pen si presenterà non più come mina vagante ma come guida dell'opposizione al blocco di potere partorito dalle presidenziali.
Chi è Macron. Il neopresidente è uscito dall'Ecole Nationale d'Administration ed è subito diventato ispettore fiscale presso il dicastero delle Finanze. La svolta avviene con l'elezione di François Hollande, di cui Macron diviene consigliere politico, prima di ascendere al segretariato generale della Presidenza e soprattutto, nel 2014, al Ministero dell'Industria e Finanze del governo Valls, fautore della controversa e criticatissima Loi Travail. A lui toccherà ora avviare le consultazioni per la scelta del nuovo Primo Ministro e la formazione dell'esecutivo. In attesa delle elezioni legislative, che potrebbero ancora una volta cambiare il volto politico della Francia.